Basket serie A. L’Unahotels Reggio Emilia si costruisce una speranza
di Daniele Barilli
La speranza è un venticello tiepido. Che ha il sapore della primavera. E ieri pomeriggio, l’Unahotels, ha provato a incamminarsi sullo scosceso sentiero che profuma di speranza, primavera e rinascita. Lo ha fatto con una partita di grande intensità. Lo ha fatto con rabbia e orgoglio. Non sempre con lucidità, ma, almeno, sbucciandosi le ginocchia e togliendo l’ossigeno a Napoli con una difesa che, soprattutto nel primo tempo, ha imprigionato la squadra campana senza mai concederle nulla. Lo ha fatto giocando come avremmo voluto vederla giocare a Verona e mille altre volte. Lo ha fatto, insomma, con la faccia giusta. La faccia di una squadra che vuole provare a salvarsi. E che ieri ha respirato il profumo della speranza, regalandolo a tutti i suoi tifosi.
E così, i biancorossi, hanno riavvicinato il gruppo delle squadre che lottano per non retrocedere e hanno pure guadagnato il vantaggio negli scontri diretti con Napoli, visto che all’andata la sconfitta era stata di soli sei punti. Ma, è chiaro, tutto quello che si è visto ieri avrà un senso se, fino al termine del campionato, rivedremo le stesse facce, la stessa intensità, la stessa determinazione e lo stesso impegno. Se questo succederà, allora l’Unahotels potrebbe avere una speranza. In caso contrario il trionfo con Napoli resterà un episodio isolato e inutile.
Certo è che, se non altro, ieri ci siamo divertiti e abbiamo sofferto pochissimo. Perché i biancorossi hanno allungato fin dalle prime battute (21-11 con un primo break di 10-0 propiziato da due triple di Senglin) e poi, malgrado i troppi tiri liberi sbagliati, non si sono più fatti raggiungere. Scavando il solco profondo e decisivo nel secondo quarto con un parziale di 12-0 (37-21) grazie, soprattutto, alla difesa. Da lì Napoli non è più rientrata malgrado il toro Williams si sia impadronito delle aree colorate segnando quasi il 40% dei punti di Napoli e tormentando i lunghi reggiani. Ma la partita non è mai stata in discussione e la Gevi non è mai scesa sotto gli 11 punti di margine (51-40 il divario minimo). Per ora godiamoci il profumo della speranza e della primavera.
Il Resto del Carlino
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