Il Sassuolo contro l’Inter Ultimo sforzo per l’Europa. Bussa alla porta del Sassuolo, la storia

Di Francesco: «La vittoria ci garantisce il sesto posto, ma non l’automatico accesso in Europa. Dovremmo attendere un’altra settimana»

SASSUOLO - Bussa alla porta del Sassuolo, la storia. Appena tre anni fa, era il 18 maggio 2013, i neroverdi planavano per la prima volta in A. Domani invece, vincendo contro un’Inter che nulla più ha da chiedere alla propria annata, certificherebbe il sesto posto, obbligando il Milan a vincere la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Non dovessero riuscirvi i rossoneri, regalerebbero indirettamente al club di Piazza Risorgimento l’accesso ai preliminari di Europa League. «La storia la stiamo già facendo, dobbiamo andare a completare l’opera», non ha tardato a dichiarare Eusebio Di Francesco. «Sappiamo che la vittoria ci garantisce il sesto posto, ma non l’automatico accesso in Europa. Dovremmo attendere un’altra settimana, eventualmente. Prima però, poniamoci nella condizione di poter essere spettatori interessati», ricorda Di Francesco che non si aspetta un’Inter dimessa, «in Italia purtroppo a fine stagione si parla di gare facili. Lo ribadisco, dovremmo prendere esempio dall’estero: in tutte le partite, classifica o non classifica, le motivazioni non devono mancare». Quelle che mai sono mancate a Giorgio Squinzi. Alla vigilia della stagione aveva chiesto 10 punti in più rispetto allo scorso campionato. Praticamente accontentato, perché Magnanelli e compagni hanno fatto registrare sin qui un + 9. «Squinzi è una persona sempre molto ottimista, molto positiva. A me fa piace lavorare con persone positive: quest’ambiente ha bisogna di positività, ha bisogno di qualche tifoso in più. Allo stesso tempo quello che stiamo vivendo credo che sia qualcosa di straordinario. Tornando invece alle parole del Dottore, - conclude Di Francesco -, lui ci stimola giorno dopo giorno. Anche quando lo chiamo, è contento ma non è contento. E il sottoscritto, condivide in pieno il suo modo di pensare».

fonte: corriere.it