Da tempo esiste il problema del parquet del PalaBigi. Il tecnico Alessandro Ramagli è spesso costretto a dover rallentare le sedute degli allenamenti della Trenkwalder, per paura che i giocatori si rompano e peggiorino le loro condizioni fisiche. I problemi agli arti sono all’ordine del giorno. Oggi sono Kudlacek, Melli e Fultz quelli che accusano i problemi più evidenti, ma in un recente passato i vari Infante, Carra e Masoni, avevano avuto di che lamentarsi. Il patrimonio dei giocatori biancorossi è sempre a rischio col timore che qualche giocatore possa rompersi. Situazioni sempre a rischio, situazioni che ogni giorno vanno valutate e monitorate costantemente. La lista è lunga, lunghissima. Il folletto Alvin Young, che per 5 stagioni ha vestito i colori della Pallacanestro Reggiana, appena arrivato a Pavia, ha subito notato la differenza della durezza dell’impianto di gioco del PalaTreves rispetto al vecchio e logoro PalaBigi. Ma il problema è datato e non è saltato fuori oggi o in un recente passato. Già a metà anni’90, più volte tanti giocatori transitati dalle nostre parti e che avevano vestito i colori di Pallacanestro Reggiana con le varie denominazioni Riunite, Sidis, Cfm avevano manifestato il loro disappunto per la durezza del parquet del PalaBigi. Erano i tempi di Londero, Mitchell, Brown e Avenia. Andando più ai giorni nostri possiamo aggiungere Mordente, Gigli o lo stesso Boscagin. La lunga serie di problemi che i giocatori della Trenkwalder devono far fronte, porta la dirigenza biancorossa ad interrogarsi sulla necessità di cambiare struttura. Ma dove andare? Cosa fare? Quali possono essere le possibili alternative? Il tecnico Alessandro Ramagli che più di tutti ha sottomano il termometro della squadra, vorrebbe (se potesse) portare tutti i giorni la squadra a lavorare a Bibbiano dove il parquet è più morbido oppure in città nel vicino Ce. Re in via Tassoni, ma sa benissimo che la cosa non è possibile. Ls struttura del comune pedemontano ha le sue attività da portar avanti mentre il Circolo d’Equitazione appartiene ai soci. Però il problema PalaBigi da tempo tormenta e inquieta. La durezza del parquet deriva dalla sua bassezza, solido e nello stesso tempo poco adatto al basket e al volley.
La soluzione Essendo ormai ad un passo dal 2010 coi problemi che restano irrisolti lanciamo un monito, una possibile soluzione. Non sarebbe un’idea da considerare, quella di provare a trovare una soluzione alternativa? Le società sportive che a Reggio possono permettersi una palestra per conto proprio sono poche. L’unica è solo la Pallacanestro Reggiana. Trovare un impianto ad hoc, (la Cassala?), curare la sua gestione dall’A alla Z, potrebbe essere una soluzione per poter condensare tutta l’attività, dal settore giovanile alla prima squadra. Aggiungiamo un settore adeguato per sfruttare il lavoro sui pesi. Qui la Trenkwalder è costretta (sempre nel PalaBigi nella zona Bar) ad utilizzare strutture superate che hanno già fatto il loro tempo. Qualcosa è necessario fare, anche perché non è possibile continuare a sentire ancor oggi, a distanza di anni, le stesse problematiche che uscivano dalle bocche dei giocatori 15 anni anni fa. In ogni caso, per un motivo o per un altro, il problema palasport salta sempre fuori. Una volta la capienza, un’altra la struttura, poi il parcheggio nelle zone limitrofe alla sua ubicazione, l’impianto di gioco, la sala stampa, la durezza del parquet. Il problema anziché essere risolto viene sempre rinviato ma nessuno fa nulla. Sarebbe il caso di agire con celerità mentre invece nessuno fa qualcosa. La Trenkwalder meriterebbe un’attenzione maggiore. Invece i vari consiglieri ed assessori della nostra città si dimostrano sempre pronti a chiedere clemenza e qualche aiuto in termine di biglietti omaggio quando bisogna farsi vedere in tribuna d’onore nelle gare che la Trenkwalder disputa, ma invece quando serve fare qualcosa di concreto, per il bene di una società che da anni tiene alto il prestigio di Reggio, nessuno osa muovere dito. Credete sia un comportamento corretto? (di Adelmo Tagliavini - Informazione Reggio Emilia)
La soluzione Essendo ormai ad un passo dal 2010 coi problemi che restano irrisolti lanciamo un monito, una possibile soluzione. Non sarebbe un’idea da considerare, quella di provare a trovare una soluzione alternativa? Le società sportive che a Reggio possono permettersi una palestra per conto proprio sono poche. L’unica è solo la Pallacanestro Reggiana. Trovare un impianto ad hoc, (la Cassala?), curare la sua gestione dall’A alla Z, potrebbe essere una soluzione per poter condensare tutta l’attività, dal settore giovanile alla prima squadra. Aggiungiamo un settore adeguato per sfruttare il lavoro sui pesi. Qui la Trenkwalder è costretta (sempre nel PalaBigi nella zona Bar) ad utilizzare strutture superate che hanno già fatto il loro tempo. Qualcosa è necessario fare, anche perché non è possibile continuare a sentire ancor oggi, a distanza di anni, le stesse problematiche che uscivano dalle bocche dei giocatori 15 anni anni fa. In ogni caso, per un motivo o per un altro, il problema palasport salta sempre fuori. Una volta la capienza, un’altra la struttura, poi il parcheggio nelle zone limitrofe alla sua ubicazione, l’impianto di gioco, la sala stampa, la durezza del parquet. Il problema anziché essere risolto viene sempre rinviato ma nessuno fa nulla. Sarebbe il caso di agire con celerità mentre invece nessuno fa qualcosa. La Trenkwalder meriterebbe un’attenzione maggiore. Invece i vari consiglieri ed assessori della nostra città si dimostrano sempre pronti a chiedere clemenza e qualche aiuto in termine di biglietti omaggio quando bisogna farsi vedere in tribuna d’onore nelle gare che la Trenkwalder disputa, ma invece quando serve fare qualcosa di concreto, per il bene di una società che da anni tiene alto il prestigio di Reggio, nessuno osa muovere dito. Credete sia un comportamento corretto? (di Adelmo Tagliavini - Informazione Reggio Emilia)
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