La Trenkwalder torna da Udine senza i 2 punti, ma con la consapevolezza d’essere una squadra vera, in grado di disputare un buon campionato, se gli infortuni non ne mineranno il percorso.
Il gruppo biancorosso, tutto nuovo rispetto a quello della passata stagione, durante il precampionato aveva faticato parecchio, sollevando più dubbi che certezze.
LA CONSAPEVOLEZZA. Entrata nel campionato in punta di piedi, di partita in partita la Trenk ha trovato punti di riferimento, solidità e cuore, arrivando ad avere una identità ormai definita. E con le 4 vittorie consecutive sono emerse le potenzialità necessarie per poter disputare un buon campionato. A Udine i biancorossi non avrebbero rubato nulla se fossero tornati a casa con i 2 punti in tasca, perché la squadra, nonostante tutto, ad un certo punto ha preso in mano le redini del match, cedendo solo nel momento in cui si sono infortunati Fultz e Pugi. Il primo è uscito a sette minuti dalla fine a causa di uno stiramento. Un’assenza pesantissima, nel momento in cui la squadra, pressata a tutto campo, avrebbe avuto bisogno della razionalità (e magari del tiro) del play-guardia. Pugi è rimasto in campo, e proprio a lui, infortunato alla mano destra, è toccato l’ingrato compito di tentare il tiro del sorpasso a fil di sirena. Tentativo fallito, anche per merito dell’ottimo bunker friulano nell’ultima azione del match (bunker non casuale: la Snaidero ha la seconda difesa meno perforata del torneo con 70.6 a partita, dietro quella reggiana con 68.2).
IL GOLDEN BOY. In ogni caso, a Udine la squadra ha avuto in mano la palla della vittoria pur giocando senza Slanina e senza il suo sostituto Marigney, atteso a Reggio nelle prossime ore, proveniente dagli Usa. Una bella prova, quella dei reggiani al Palacarnera, che ha visto la Trenk beneficiare dei punti di riferimento Smith, Fultz, Kudlacek e Melli. Proprio il golden boy è apparso in crescita rispetto ai precedenti match, ma ancora non ai livelli toccati lo scorso anno prima dell’infortunio e dell’intervento chirurgico che lo hanno tolto di mezzo per il resto della stagione.
La Snaidero, squadra ottimamente allenata e messa in campo da Demis Cavina, era reduce dalla significativa vittoria sul campo della Reyer Venezia, ma anche dal successivo ko casalingo con Vigevano. Per questo motivo non poteva permettersi un altro passo falso al Palacarnera, a maggior ragione dopo aver inserito in squadra il play Rod Brown al posto dell’infortunato Mathis.
LA CLASSIFICA. Resta il rammarico, in casa Trenk, per i 2 punti lasciati in Friuli, con i quali ora i biancorossi sarebbero soli in vetta, dal momento che nell’ultimo turno hanno perso sia Rimini, altra capolista della Legadue, che le due principali inseguitrici, Venezia e Brindisi. A seguito dei risultati di domenica, ora la classifica è estremamente compatta, a testimonianza dell’equilibrio di questo campionato: 9 squadre racchiuse in appena 2 punti, ben 14 (sulle 16 complessive) in 4 punti.
Con l’arrivo di Marigney - in attesa di notizie positive per Slanina, Ancellotti, Campani e i freschi infortunati Fultz e Pugi - la Trenkwalder ha la possibilità di giocarsela alla pari con qualsiasi avversaria, anche perché i biancorossi hanno mostrato di possedere, pure nei momenti di difficoltà, la calma e la tenuta mentale necessarie per vincere.
IL CALENDARIO. Doti preziose alla vigilia delle prossime settimane: dall’8 novembre al 6 dicembre la Trenkwalder affronterà quattro delle principali candidate alla promozione in serie A (nell’ordine, Casale Monferrato, Venezia, Rimini e Brindisi, con il match esterno a Casalpusterlengo fra la prima e la terza della miniserie).
LA PANCHINA. Per affrontare in condizioni accettabili questo mese, sarà fondamentale inserire al meglio Marigney e recuperare Fultz e Pugi. Anche perché i limiti della «squadra corta» si sono già visti a Udine: solo 8 punti e 3 rimbalzi fatturati dalla panchina reggiana, contro i 25 punti e 9 rimbalzi totalizzati dalla panca udinese. (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio)
Il gruppo biancorosso, tutto nuovo rispetto a quello della passata stagione, durante il precampionato aveva faticato parecchio, sollevando più dubbi che certezze.
LA CONSAPEVOLEZZA. Entrata nel campionato in punta di piedi, di partita in partita la Trenk ha trovato punti di riferimento, solidità e cuore, arrivando ad avere una identità ormai definita. E con le 4 vittorie consecutive sono emerse le potenzialità necessarie per poter disputare un buon campionato. A Udine i biancorossi non avrebbero rubato nulla se fossero tornati a casa con i 2 punti in tasca, perché la squadra, nonostante tutto, ad un certo punto ha preso in mano le redini del match, cedendo solo nel momento in cui si sono infortunati Fultz e Pugi. Il primo è uscito a sette minuti dalla fine a causa di uno stiramento. Un’assenza pesantissima, nel momento in cui la squadra, pressata a tutto campo, avrebbe avuto bisogno della razionalità (e magari del tiro) del play-guardia. Pugi è rimasto in campo, e proprio a lui, infortunato alla mano destra, è toccato l’ingrato compito di tentare il tiro del sorpasso a fil di sirena. Tentativo fallito, anche per merito dell’ottimo bunker friulano nell’ultima azione del match (bunker non casuale: la Snaidero ha la seconda difesa meno perforata del torneo con 70.6 a partita, dietro quella reggiana con 68.2).
IL GOLDEN BOY. In ogni caso, a Udine la squadra ha avuto in mano la palla della vittoria pur giocando senza Slanina e senza il suo sostituto Marigney, atteso a Reggio nelle prossime ore, proveniente dagli Usa. Una bella prova, quella dei reggiani al Palacarnera, che ha visto la Trenk beneficiare dei punti di riferimento Smith, Fultz, Kudlacek e Melli. Proprio il golden boy è apparso in crescita rispetto ai precedenti match, ma ancora non ai livelli toccati lo scorso anno prima dell’infortunio e dell’intervento chirurgico che lo hanno tolto di mezzo per il resto della stagione.
La Snaidero, squadra ottimamente allenata e messa in campo da Demis Cavina, era reduce dalla significativa vittoria sul campo della Reyer Venezia, ma anche dal successivo ko casalingo con Vigevano. Per questo motivo non poteva permettersi un altro passo falso al Palacarnera, a maggior ragione dopo aver inserito in squadra il play Rod Brown al posto dell’infortunato Mathis.
LA CLASSIFICA. Resta il rammarico, in casa Trenk, per i 2 punti lasciati in Friuli, con i quali ora i biancorossi sarebbero soli in vetta, dal momento che nell’ultimo turno hanno perso sia Rimini, altra capolista della Legadue, che le due principali inseguitrici, Venezia e Brindisi. A seguito dei risultati di domenica, ora la classifica è estremamente compatta, a testimonianza dell’equilibrio di questo campionato: 9 squadre racchiuse in appena 2 punti, ben 14 (sulle 16 complessive) in 4 punti.
Con l’arrivo di Marigney - in attesa di notizie positive per Slanina, Ancellotti, Campani e i freschi infortunati Fultz e Pugi - la Trenkwalder ha la possibilità di giocarsela alla pari con qualsiasi avversaria, anche perché i biancorossi hanno mostrato di possedere, pure nei momenti di difficoltà, la calma e la tenuta mentale necessarie per vincere.
IL CALENDARIO. Doti preziose alla vigilia delle prossime settimane: dall’8 novembre al 6 dicembre la Trenkwalder affronterà quattro delle principali candidate alla promozione in serie A (nell’ordine, Casale Monferrato, Venezia, Rimini e Brindisi, con il match esterno a Casalpusterlengo fra la prima e la terza della miniserie).
LA PANCHINA. Per affrontare in condizioni accettabili questo mese, sarà fondamentale inserire al meglio Marigney e recuperare Fultz e Pugi. Anche perché i limiti della «squadra corta» si sono già visti a Udine: solo 8 punti e 3 rimbalzi fatturati dalla panchina reggiana, contro i 25 punti e 9 rimbalzi totalizzati dalla panca udinese. (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio)
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