Basket, l’ex biancorosso Infante: in serie A serviranno giocatori di impatto fisico ed un gioco dinamico sotto canestro
Dopo un anno di tristezza a Brindisi, dove ha visto il campo meno di quanto avrebbe voluto, Luca Infante ha accettato l'offerta della rampante Morpho Piacenza allenata da Fabio Corbani, con cui c'è un rapporto di stima reciproca. La scelta è stata positiva: il lungo ex Reggio è stato protagonista in stagione con 26 minuti di utilizzo medio e l'approdo della squadra ai playoff.
Risultato non male per una neopromossa, vero?
«Come primo anno ci chiedevano di salvarci, invece abbiamo fatto di più, raggiungendo il sesto posto. Ai playoff contro Barcellona penso che gara 5 fosse abbordabile, ma nell'ultima partita loro hanno fatto valere la maggior profondità della panchina. E' stata un'annata positiva, anche per me che, dopo un anno non certo da ricordare a Brindisi, ho ritrovato il campo con continuità e mi sono divertito. Ho giocato e credo che Corbani mi abbia aiutato a migliorarmi».
Come le è sembrato il campionato? Qualche squadra l'ha impressionata?
«Campionato equilibratissimo e combattuto fino all'ultimo. E' stato emozionante perché fino alla fine c'è stata lotta sia per la promozione che per i playoff e la salvezza. La quota promozione è stata bassa, a dimostrazione dell'equilibrio tra le forze. Quando siamo andati a Scafati a giocare, loro mi hanno molto impressionato e ho pensato che potevano essere l'ammazza-campionato. Poi ho visto quanto era unito il gruppo della Trenkwalder. Mi ricordava un po' il gruppo di quando siamo andati in Uleb o ai playoff con Marcelletti, e ho capito che Reggio poteva fare bene. In più, Reggio ha avuto la coppia Usa più costante in stagione per rendimento».
Pensa che la Trenkwalder abbia già una buona base per costruire la squadra per la A?
«Direi di sì. Ci sono giocatori esperti e giocatori che hanno fame di vittoria. Frosini e Menetti sapranno scegliere i giocatori giusti. Max è un allenatore emergente, è bravo e di sicuro darà il massimo per ben figurare anche in A, dove vorrà cancellare certi brutti ricordi».
Dove dovrebbe intervenire la Trenkwalder per migliorare la squadra?
«Intanto suggerirei, per esperienza, di non cambiare troppo. A Brindisi la squadra venne stravolta e il risultato fu pessimo. Credo dovranno cercare giocatori di impatto fisico, perché la grossa differenza tra le due categorie è proprio a livello fisico-atletico».
Sotto canestro come si gioca in serie A?
«Non ci sono più i pivot statici grandi e grossi di una volta. Ora il gioco è più dinamico, anche se come ho detto ci sono giocatori di grande forza fisica. I grandi club giocano con dei 4 in grado di andare anche a giocare lontano da canestro tirando da tre».
Filloy e Valenti possono ricoprire il ruolo di 4, visto che non sono altissimi?
«Filloy ha già giocato in A, dimostrando di poter far bene, e ha tiro da fuori. In più, ha una grande intelligenza cestistica. Entrambi sono rapidi e potrebbero giocare anche da 3. Credo che i giocatori che possano ricoprire il doppio ruolo di 3 e 4 possano essere utili».
Come vede Riccardo Cervi in serie A?
«E' cresciuto molto, ma in serie A troverà gente come lui, che in Legadue non c'è. Sarà più difficile, ma sono fiducioso. Ci saranno momenti positivi ma anche negativi, e lui dovrà imparare ad affrontarli e a reagire».
A Cervi, per la sua carriera, consiglierebbe di restare a Reggio o di andare in una grande squadra, se arrivasse un'offerta?
«Io suggerirei di restare a Reggio, dove ha spazio per giocare e fare esperienza. Ci sono già stati altri giovani promettenti che sono andati in grossi club e il campo l'han visto poco o nulla, finendo nel dimenticatoio. Per la sua carriera, è importante giocare e farsi vedere».
Riccardo Bellelli - gazzettadireggio
Nessun commento:
Posta un commento