Reggio ha la classe di Taylor e l’esperienza di Cinciarini e Brunner. Bravo il club a puntare sul settore giovanile


REGGIO. Quella che arriva a Reggio è una Sutor Montegranaro che, nonostante i tanti problemi economici e di roster (autoesclusione di Steele e infortunio a Mazzola), vive un buon momento in campionato.
Domenica scorsa è arrivata la ciliegina sulla torta con la vittoria netta sulla più quotata Venezia. Un successo che ha permesso alla squadra di mantenere un piccolo vantaggio sulle ultime della classifica.
Il coach della formazione marchigiana, Carlo Recalcati, non sta lavorando in una situazione facile, ma crede nella professionalità dei suoi giocatori e sta preparando nel migliore dei modi la partita in programma domenica prossima alle 18.15 al Palabigi di Reggio.
Qual è il segreto dei vostri ultimi successi?
«Non ci sono grandi segreti – risponde Recalcati – . Nonostante le difficoltà, stiamo riuscendo a lavorare bene in palestra. Credo che i giocatori abbiano preso coscienza della situazione e l'abbiano affrontata con maturità. Non nascondo che ci sia un po' di apprensione, ma vivono la cosa con professionalità, si allenano bene, con intensità. Diciamo che nelle difficoltà, giocatori che arrivavano da esperienze diverse, sono riusciti ad unirsi dando vita ad un gruppo vero».
Come sta ovviando alle assenze?
«Per la regia ho puntato su Fabio Di Bella, giocatore di esperienza che sta vivendo un buon momento di forma. Quando non c'è lui in campo le guardie si aiutano nel portare palla. Per il resto, ho puntato sui nostri giocatori giovani, che inizialmente hanno avuto meno spazio e che ora hanno una grande opportunità».
Nelle ultime gare sta dando fiducia e minuti al reggiano Luca Campani.
«I minuti che resta in campo se li è tutti guadagnati col lavoro, io non ho fatto regali. Ha lavorato sodo sia sull'aspetto tecnico che sull'aspetto fisico. Ha aggiunto qualche chilo che gli permette di essere più competitivo a questo livello. Penso che l'aspetto fisico fosse forse il suo principale limite, quando è arrivato in estate. Tecnicamente ha capacità che ho visto raramente in giocatori del suo ruolo; le ho viste solo nei migliori. Ha bisogno di durezza fisica e mentale, e credo che Montegranaro sia il posto giusto per completare la sua maturazione, perché la società punta molto sugli italiani. Ovviamente sta a lui approfittare delle opportunità che gli verranno offerte».
Che cosa chiederà ai suoi giocatori, domenica?
«Chiederò loro di essere se stessi, di confermare la crescita in difesa che ho visto contro Venezia. Abbiamo tanti giocatori con caratteristiche prevalentemente offensive, quindi è importante che migliorino in difesa».
Quali armi della Trenkwalder dovrà spuntare per vincere?
«La Trekwalder sta facendo bene ed è una squadra completa in ogni ruolo. C'è un buon mix di esperienza e gioventù. Penso in particolare all’esperienza di Cinciarini e Brunner, che sono i due che danno il tempo al gioco della squadra. Reggio è una realtà che ha insegnato molto al nostro movimento. Quando tanti club hanno pensato che con la liberalizzazione dei giocatori e legge Bosman fosse inutile investire sul settore giovanile, la Pallacanestro Reggiana ha capito che invece conveniva investire sui propri ragazzi. Ora sta godendo i frutti di questa scelta, avvalendosi di giocatori cresciuti in casa, come Cervi. In più c'è Taylor, che con la sua classe può inventare qualcosa nei momenti di difficoltà della squadra».
Si parla molto di cambiamenti per curare il nostro basket. Alla luce della sua grande esperienza, che cosa suggerirebbe di fare?
«Credo che ci sia bisogno di ridurre il numero delle squadre. Al di là delle etichette, di fatto in Italia abbiamo cinque campionati professionistici. Fino alla serie C, ci sono persone che vivono di basket. Non possiamo permettercelo in questo momento. Negli ultimi anni troppe società sono sparite e non hanno pagato i propri debiti, è una cosa terribile. Ci vuole il coraggio di rivedere il sistema, magari arrivando a cancellare un campionato. Il fatto che ci siano meno squadre, a parità di numero di giocatori, potrebbe portare anche ad un calo dei costi».
Riccardo Bellelli - gazzettadireggio
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