Veroli, talento e cecchini micidiali

06/03/2010 10:08 - DANIELE VALISENA - La Gazzetta di Reggio
REGGIO. Uno degli aspetti più curiosi della Final Four di Coppa Italia è senza dubbio la sfasatura temporale con cui le squadre si affrontano rispetto a quando gli accoppiamenti vengono decisi. In 2 mesi di acqua sotto i ponti ne passa (anche se forse sarebbe più appropriato parlare di neve accumulata). Basti dire che alla vigilia della sfida di campionato tra Reggio e Veroli quest’ultima stava attraversando uno dei suoi momenti migliori, sia per gioco che per qualità di organico. I frusinati parevano decisamente superiori ai biancorossi. Proprio vincendo in extremis contro Veroli, la Trenkwalder ha aperto la galoppata (unico neo: il ko a Pavia) che l’ha portata al 2º posto. Nel girone di ritorno Veroli ha perso 4 gare, riuscendo a imporsi solo con Latina, Pistoia e Rimini. I laziali hanno mostrato di soffrire molto la fisicità degli avversari. La difesa, soprattutto nei momenti decisivi, si sta rivelando non all’altezza dell’ottimo attacco allestito da coach Cancellieri.
In regìa Dominic Draper si sta confermando un ottimo realizzatore, con un buon equilibrio tra soluzioni perimetrali e interne. Meno abile come regista, è comunque un più che discreto passatore che innesca bene l’attacco corale di Veroli. 15 punti, 3.9 rimbalzi e 3.2 assist le sue medie in campionato. Guardia titolare è il fromboliere israeliano Afik Nissim, uno dei tiratori più pericolosi della Legadue. Piccolo e poco fisico, soffre soprattutto in difesa i giocatori più atletici, ma in attaco si sta dimostrando un valido coadiutore di Draper. 16 punti (41% da tre) e 3.8 assist a gara finora. Ultimo esterno è Guido Rosselli, uno dei migliori italiani della Legadue. Sa giocare in due ruoli e mezzo perché ha la tecnica di una guardia, cui però aggiunge anche una fisicità davvero sorprendente che gli permette di tenere anche contro un’ala grande non troppo pesante. Attaccante completo, difensore competentissimo, dà sempre l’impressione di capire cosa la squadra voglia da lui in ogni momento. 11.7 punti, 3.8 rimbalzi e 2.7 assist a uscita.
Sotto canestro regna il «piccolo» Kyle Hines. A guardarlo si potrebbe pensare di tutto tranne che sia il centro di una squadra di Legadue, dato che non supera i 195 centimetri. Fisico scolpito nel granito, è un giocatore che ha nella forza, nel tempismo, nell’atletismo e nella voglia le qualità migliori. Forse il miglior rimbalzista della Legadue dopo Ebi, soprattutto per quanto riguarda i rimbalzi offensivi. I suoi limiti sono i pochi centimetri, che vicino a canestro lo limitano soprattutto in difesa, e lo scarso raggio di tiro. Nonostante ciò, viaggia a 18.7 punti e 8.7 rimbalzi a gara. Chiude il quintetto Ivan Gatto, per certi versi l’antitesi di Hines. Tecnica e tiro da fuori sono le armi migliori, mentre la fisicità è il suo limite.
Francesco Foiera è il primo cambio dei lunghi. Un gran cambio, anche se l’età forse inizia a farsi sentire. Mario Gigena, ex Aj Milano sta facendo rimpiangere il fratello, anche se la sua esperienza è preziosa, soprattutto in difesa. Il play Marco Rossi contribuisce a tenere alto il ritmo. Stefano Simeoli e Sergio Plumari completano le rotazioni dei laziali.

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