Reggio Emilia, 26 giugno 2010. SICURO di sé ma senza presunzione, consapevole di giocarsi un’importante chances per la sua carriera e pronto ad accettare quella che, anche per lui, è una sorta di scommessa. Così si è presentato a tifosi e addetti ai lavori Piero Coen, nuovo allenatore della Trenkwalder.
«E’ stata una sorpresa questa chiamata, non lo nego – ha esordito l’allenatore marchigiano – e ancor di più il fatto che sia arrivata da una società così prestigiosa. Capisco le perplessità, ma il basket è sempre basket, e non è che in A dilettanti si lavori meno o ci sia una qualità bassa. Ci sono tanti tecnici bravissimi e preparati nelle categorie inferiori che meriterebbero, tanto quanto me, questa grande opportunità che Reggio mi concede. Spero – ha aggiunto - di essere un precursore».
COEN non nega il fatto che aver puntato su di lui rappresenti una scelta innovativa per il sodalizio biancorosso, ma puntualizza: «E’ sicuramente una scommessa, ma credo che la Trenkwalder abbia ben ponderato la sua decisione». Dal punto di vista tecnico il neocoach della Pallacanestro Reggiana ha esposto con chiarezza la sua visione: «Dal punto di vista offensivo mi piace il gioco controllato, in difesa amo variare molto le combinazioni. Dicono che sono un tattico e credo proprio che l’anno prossimo raramente vedrete difendere a uomo per quaranta minuti».
RIGUARDO all’organico della squadra Coen non si sbottona troppo: «So quali sono i giocatori sotto contratto, li vedrò e li osserverò», ma concede che «se Melli rimanesse mi piacerebbe, e molto, allenarlo». Per quanto concerne i giocatori stranieri l’ex guida di San Severo e Atri, accompagnato dal direttore sportivo Pierfrancesco Betti, andrà negli Usa dal 9 al 16 di luglio, alla ricerca di validi elementi per potenziare l’organico biancorosso. Nel frattempo Coen si è già reso conto della passione, e delle seguenti aspettative, che circondano il basket nella nostra città. Ma le pressioni non gli fanno paura. «Una qualità che mi riconosco – spiega – è di saper riuscire a concentrarmi solo sul lavoro. E finora sono stato sempre ripagato. Il concentrarmi sulla palestra e sul campo mi aiuterà a gestire al meglio la pressione di questa piazza prestigiosa».
Sulla fama di essere un sergente di ferro aggiunge: «Lo dicono, ma io preferisco definirmi uno che fa lavorare. Perché solo con quello si ottengono risultati».
L’amministratore delegato della Trenkwalder, Alessandro Dalla Salda, ha spiegato i motivi della scelta di Coen: «Intanto – ha detto – desideriamo ringraziare Alessandro Ramagli per il buonissimo lavoro svolto e gli facciamo ogni in bocca al lupo per il suo futuro. Ma ora si volta pagina. Si è deciso di dare vita a un nuovo corso e con il ds Betti abbiamo concordato che, per farlo, bisognasse anche cambiare la guida tecnica. A quel punto le scelte erano due: o un allenatore esperto o un esordiente. Abbiamo convintamente optato per quest’ultima».
A TALE proposito Pier Francesco Betti ha aggiunto: «Abbiamo riflettuto a lungo prima di lasciare andare Ramagli, ma si è deciso di dare una svolta. Coen è un allenatore che dove è stato ha sempre superato gli obiettivi previsti. Quando doveva salvarsi è andato ai play-off, se gli chiedevano i play-off ha vinto i campionati. Non ha mai lavorato con gli americani? Questa lacuna si compenserà nel lavoro quotidiano».
Piero Coen sarà affiancato, come vice, da Max Menetti, il cui ritorno in biancorosso è imminente.
di GABRIELE GALLO - ilrestodelcarlino
Arriva Coen, nuovo coach della Trenkwalder "Sarò una sorpresa"
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