Trenkwalder? Probabilmente è una stagione maledetta

Il big in cattedra per il Basket 2000: «Giusto puntare su Coen, poi un crollo che non ho capito»

- Il Resto del Carlino -

30/03/2011 10:13 - Luca Del Bue
“IO SONO un realizzatore, non un tiratore”.
Questa una delle premesse di Mario Boni come relatore di una lezione di tecnica del tiro organizzata dal Basket 2000 alla palestra di viale 1° Maggio, grazie alla collaborazione del reggiano Lorenzo Dallari, vicedirettore editoriale di Sky Sports, di cui Boni è opinionista.
SPARRING partners, alcuni ragazzi delle giovanili della società reggiana che si sono cimentati anche in una gara di rapidità nell’esecuzione al tiro, vinta, manco a dirlo, da Super Mario Boni, classe ‘63, tuttora in attività a Monza (B dilettanti, girone A) ed in carriera vincitore di tutte le classifiche marcatori dei vari campionati nazionali (A1, A2, B1, B2, C1).
L’OCCASIONE è stata più che mai propizia per fare due chiacchiere col campione, in merito alla pallacanestro di casa nostra.
Scusi, che pensa della Trenkwalder?
“Beh, probabilmente è una stagione maledetta. La differenza alla fine la fa sempre chi va in campo. Voi avete avuto ed avete buoni giocatori”.
Quindi?
“Quella che manca è la chimica. La scelta iniziale di puntare su un allenatore emergente e preparato come Coen è condivisibile. E’ tutto quello che è successo dopo che faccio fatica a spiegarmelo da persona esterna quale sono”.
Colpa del direttore sportivo Betti, già silurato?
“E’ un amico e onestamente di lui non posso parlare male. Poi esistono anche stagioni sfortunate, come quella che io ho disputato in Spagna (due anni al Caja Cantabria, ndr) dove forse di me non hanno un buon ricordo”.
Cosa pensa di Reggio Emilia come piazza cestistica?
“Storia, competenza, passione, pressione sono le cose che mi vengono alla mente oltre ad una partita in A2, quando io militavo a Teramo e ve ne feci 35 o 36. Da voi allenava Dalmonte (stagione 2002-03, ndr).
Qual è la sua opinione su Nicolò Melli.
“Sicuramente ha grandi potenzialità al momento inespresse. Probabilmente deve fortificare l’aspetto caratteriale. Non deve diventare il classico giocatore italiano eterna promessa. Comunque il suo ruolo naturale è quello di 4 e non di 3”.
Visto che lei gioca ancora si ricorda di avere incontrato Simone Cervi?
“Come no. Gioca nel Cavriago. Sa fare tutto, soprattutto prende un sacco di falli”.
INCREDIBILE memoria storica a livello cestistico, tanto che saluta un nostro collaboratore che ancora non si era presentato dicendo: “Scusa ma io e te non abbiamo giocato insieme qualche anno fa il torneo gnaker.....”.