Menetti: "Ho lavorato sulla psicologia". Basket Legadue: il coach della Trenkwalder ripercorre la vittoria su Jesi

di Adriano Arati
REGGIO EMILIA (15 aprile 2012) - «Una partita con il cervello attaccato». Conclusa con una vittoria, pesantissima per la corsa promozione. Max Menetti definisce così la prestazione della sua Trenkwalder venerdì sera in via Guasco, quando i biancorossi hanno battuto 78 a 65 la storica rivale Jesi nel quartultimo atto della stagione regolare.
Non è stata una vittoria semplice, e nessuno se lo aspettava, visto il valore degli avversari, come sottolinea il coach biancorosso: «Jesi era una squadra tosta, che sa imporre suo ritmo. Ed ha bloccato il nostro ritmo, per lunghi tratti non siamo riusciti a fare la partita che volevamo noi, e a correre». E quando la Trenk è riuscita ad accelerare, ricorda Menetti, «nel terzo quarto siamo riusciti ad andare a più 12. Ma a quel punto siamo andati fuori equilibrio, abbiamo fatto correre Jesi, che ha infilato una serie di triple: d’altronde, loro hanno dei giocatori che si accendono e si spengono». E lì, ammette, «è subentrata un po’ di ansia, un po’ di paura». Tanto che nel breve intervallo fra gli ultimi quarti Menetti non si è minimamente concentrato sulla tattica, parlando più alla testa dei giocatori: «devo dire la verità, ho parlato solo di togliersi l’ansia, di giocare con energia, di non andare con fretta. E i ragazzi sono stati bravi, hanno messo più energia in difesa, abbiamo avuto più equilibrio e mosso meglio alla palla». 
Questione fondamentale, questa, perché «Jesi era molto brava a chiuderci l’area sulle penetrazioni e a far circolare la palla per 24 secondi, lo aveva fatto anche all’andata». Contro i marchigiani «non è facile difendere bene, perché a volte difendi bene ma loro ti fanno girare per 24 secondi, poi prendono tiri con i giocatori giusti e fanno canestro. A quel punto ti sembra di aver difeso bene, arriva un po’ di ansia e avresti voglia di chiudere l’azione in 5 secondi». Invece, «con Jesi ci vuole pazienza per 24 secondi, correndo sui blocchi, chiudendo su tanti giocatori in fila. La loro grandissima bravura è questa, ci hanno messo in difficoltà all’andata».
LA RISPOSTA
E la Trenkwalder ha risposto a dovere: «nell’ultimo quarto siamo stati sia più aggressivi sia più in equilibrio, abbiamo difeso bene sul pick and roll e sugli 1 contro 1 che generava». Insomma, conclude con soddisfazione Menetti, «non era una partita facile da interpetare, Jesi ha messo in difficoltà tante squadre, è esperta, ha talento. E noi siamo stati bravi, non abbiamo fatto una partita da strappare applausi, ma sempre con il cervello attaccato».
A CASINA
Giornata in montagna per un gruppo di giocatori della Trenkwalder, che oggi saranno ospiti a pranzo al "Casina Sport Village", il complesso sportivo di Casina. All’iniziativa, nata dai gestori della struttura, prenderanno parte tifosi e soprattutto tanti ragazzi, fra cui i giovani della scuola basket di Casina. I giocatori della Trenkwalder saranno a disposizione dei presenti per parlare di basket ma non solo.
Gli interessati che vogliano partecipare devono prenotare chiamando il 338/2124828. Il pranzo costa 20 euro per gli 12 euro per i ragazzi sotto ai 16 anni.
ilgiornaledireggio.it

15 Aprile 2012 ore 18:22

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