Pesaro – La Trenkwalder si conferma quella squadra
insidiosa e sorniona che si conosceva già alla vigilia e porta a casa
una partita che sembrava sfuggita di mano due volte ai reggiani
sull’onda d’urto delle sfuriate di Stipcevic e Barbour; i ragazzi di Menetti
confermano un carattere fuori dall’ordinario e, nonostante una
prestazione non particolarmente straordinaria, proseguono nella loro
striscia positiva ed inguaiano seriamente la Scavolini Banca Marche.
Gli uomini di Markovski possono recriminare sulla
prestazione incolore di molti suoi elementi, su un arbitraggio un po’
dubbio ma soprattutto sui tanti, troppi, tiri liberi sbagliati anche da
parte dei suoi elementi più insospettabili; particolarmente sanguinoso è
lo 0/2 con cui Stipcevic a pochi secondi dalla fine manca
clamorosamente il sorpasso e consente alla Trenkwalder di mantenere un
risicato ma preziosissimo vantaggio fino alla sirena finale.
Merito anche della freddezza di tutti i suoi
elementi, anche quelli fin lì più sotto tono come gli attesi Brunner ed
Antonutti, capaci di portare ciascuno un mattoncino decisivo nei minuti
finale e di segnare in maniera a glaciale i tiri liberi frutto del
disperato fallo sistematico finale dei padroni di casa.
Markovski deve fare a meno di Flamini e così lancia nel ruolo di ala forte Barbour
che lo ripaga con un buon primo quarto; i primi minuti sono a dir poco
di studio e dopo sei giri di lancetta entrambe le squadre segnano con la
misera media di un punto al minuto.
La Trenkwalder prova ripetuti attacchi al ferro ma ne
esce quasi sempre con le ossa rotte, come testimoniano i tanti tiri
sbagliati e le tante stoppate subite che esaltano il pubblico di casa.
Sulla parità a quota sei Stipcevic si produce in una
delle sue fiammate che portano i suoi sul 15-6, quando Menetti è
costretto a chiamare time out per fermare l’emorragia; al ritorno in
campo Cinciarini finalmente si sblocca dopo tanti
errori ma comunque il quarto si chiude con i padroni di casa sul
rassicurante vantaggio di 17-10.
Al quarto minuto del secondo quarto la Scavolini Banca Marche doppia la Trenkwalder sul 24-12 con un quintetto all black; sugli scudi sono Barbour e Kinsey
ma alla fine della gara i due, supportati dal solito Stipcevic, saranno
i soli a portare un contributo importante alla causa biancorossa; nel
frattempo in casa reggiana Brunner continua a risultare non pervenuto e
Menetti lo richiama in panchina per giocare con Filloy come finto pivot.
Sembra la mossa della disperazione e forse lo è, ma le cose danno inaspettatamente i loro frutti; un accenno di zone – press
sulla rimessa manda in crisi l’attacco della Scavolini Banca Marche e
così, mentre l’ala italo – argentina dà il suo contributo di sostanza, i
reggiani prendono fiducia e nel finale infilano una serie di triple con
Taylor che suggellano il clamoroso vantaggio alla fine del secondo
quarto, frutto di un clamoroso parziale di 17-1.
Reggio Emilia prosegue nel suo trend positivo
anche per buona parte del terzo quarto, nel corso del quale per lunghi
minuti Pesaro rimane a secco e, complice un po’ di nervosismo per
qualche chiamata arbitrale dubbia, gli ospiti arrivano sul 40-47; un
tecnico fischiato alla panchina accende la miccia di Stipcevic
che si esalta con sette punti in fila (saranno 11 per lui nel solo
terzo quarto) ed un paio di colombelle da circo acrobatico che
rilanciano la Scavolini Banca Marche sul 50-47 all’ultima pausa.
Markovski sembra avere finalmente trovato l’assetto
giusto con il consueto quintetto piccolo con Mack unico lungo ed in
effetti in apertura di ultimo quarto i suoi ragazzi si issano fino al
57-49 con una tripla di Barbour.
I giochi sembrerebbero fatti ma ancora una volta la
Scavolini Banca Marche si fa irretire dal compassato gioco avversario
che ne smorza ogni slancio.
In campo la partita si fa sempre più tattica ed i due
coach si affrontano con quintetti sempre più piccoli; Markovski arriva
addirittura a giocare con cinque esterni, ma intanto dall’altra parte
Menetti trova i primi punti di Antonutti e tanti preziosi liberi di
Slanina e Cinciarini.
A cinuqe minuti dalla fine un cesto di Barbour dà ancora il +5 (59-54) ma pi la rimonta si concretizza con un canestro di Taylor
che a un minuto dalla fine riporta dopo lungo tempo in vantaggio i suoi
di un punto (61-62); è a questo punto che arriva un clamoroso 0/2 ai
liberi di Stipcevic che consente, sul ribaltamento di fronte, anche a Brunner di essere decisivo con un canestro da sotto.
I secondi che mancano sono sempre di meno e così il
finale è una girandola di tiri liberi in cui sia gli ospiti che i
padroni sono estremamente precisi; peccato che gli errori precedenti dei
ragazzi di Markovski pesino come macigni e così la Trenkwalder può
festeggiare la sua quarta vittoria consecutiva ed una salvezza oramai
indiscutibile.
La Scavolini Banca Marche al contrario, complici le
tante vittorie conseguite dalle avversarie dirette, risprofonda nel
baratro a causa dei suoi tanti errori di una volta che sembravano oramai
superati: la prestigiosa vittoria contro Siena e la gagliarda
prestazione di Sassari sembrano già un lontano ricordo.
Scavolini Banca Marche Pesaro – Trenkwalder Reggio Emilia 65-68
Parziali (17-10; 11; 19; 22-18; 15-21)
Progressione 17-10; 28-29; 50-47
Tabellini
Mvp: la prestazione della Trenkwalder non
ha visto eccellenze particolari tra le sue fila, ma ha comunque messo in
mostra ancora una volta Andrea Cinciarini, ex di turno che dimostra di essere uno dei migliori playmaker italiani del campionato
Wvp: tanti giocatori sono mancati all’appello in casa Scavolini Banca Marche ma fra loro Cavaliero
ha “toppato” clamorosamente la partita, non solo con una virgola nella
casella dei punti segnati ma anche con tanta confusione in attacco; non a
caso Markovski gli a lungo preferito Amici, apprezzabile con il suo
contributo difensivo
Spogliatoi
Markovski: è stata più una guerra
psicologica che una partita di pallacanestro e lo si è visto bene sul
parquet. Per noi era una partita di grande importanza e ne abbiamo
risentito a livello nervoso: non è stato decisivo tanto il loro
controbreak nel secondo quarto, quanto i nostri numerosi errori come
rimbalzi mancati, rotazioni male eseguite e, soprattutto, le tante palle
perse ed i tanti tiri liberi sbagliati. Comunque nell’ultimo quarto
avevamo ancora qualche punto di vantaggio e siamo stati condannati dai
nostri errori e dal nostro nervosismo. Non ho capito molto
l’arbitraggio; probabilmente erano più tesi loro che noi, che giocavamo
per due punti vitali. Certamente hanno influito anche gli arbitri nel
risultato finale.
Menetti: vittoria ottenuta con grande
sacrificio ed assolutamente importante perché arrivata con grande
impegno e sudore. L’emblema del successo è stato Filloy, che rappresenta
al meglio lo spirito di questo gruppo: lui veniva da cinque n.e.
Consecutivi ma al suo ingresso in campo ci ha trascinato di peso nel
secondo quarto. Dopo la vittoria contro Milano abbiamo dovuto affrontare
un match molto diverso ma sempre con la grande umiltà che ci
contraddistingue. Altro dato importante che esemplifica al meglio la
fiducia di questo gruppo è stato il 21/21 ai tiri liberi che certamente
ha rivestito grande importanza nel risultato finale.
Giulio Pasolini - all-around.net
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