Trenkwalder: I guai d’infermeria sono reali, ed è ko

Cronaca di una sconfitta annunciata. Le teste scosse e le voci tetre giunte in settimana dall’infermeria della Trenkwalder non erano pretattica, ma la fotografia del lazzaretto biancorosso.
Nemmeno l’esorcista-taumaturgo Milingo avrebbe potuto metterci una pezza, ieri in via Guasco. Troppo acciaccata e «corta», la Trenkwalder: fuori Slanina e Fultz; Pugi in campo con un tendine rotto (e si vede); Kudlacek ed altri biancorossi alle prese con problemi fisici; perfino Veccia, baby-play che avrebbe fatto comodo in questa situazione, è rimasto fuori dando spazio a Potì, guardia. Rotta e con un Marigney al debutto, quindi spaesato, ma anche troppo moscia ed arrendevole, la Trenk, per sperare di lottare alla pari con un team solido e determinato come la Fastweb Casale Monferrato, reduce da un avvio stagionale tutto in salita e da un ko casalingo. Una squadra arrivata con una valigia piena di idee chiare e schemi basici.
CATWALK. I guai dell’infermeria reggiana erano noti; la sorpresa in negativo del match di ieri è stato invece l’efebico catwalk da sfilata di moda, mentre tutti sapevano che sarebbe stata necessaria una prova ben più ruvida per tenere testa agli incazzati omaccioni piemontesi. Anche il coach Ramagli aveva esplicitato, alla vigilia, che la pozione magica era in via d’esaurimento, pertanto sarebbe servito «un capolavoro» mentale e caratteriale per far fronte all’emergenza-infermeria. In altre parole, gli infortuni hanno scavato sotto i piedi, ma l’atteggiamento in campo dei pettinabambole biancorossi hanno inchiodato il coperchio sulla Trenk.
CHE GENTE. Così è arrivata la seconda sconfitta stagionale, la prima nettissima (Casale ha dominato dall’inizio alla fine) dopo il quasi-miracolo al Palacarnera di Udine. Rimini vince a Jesi e resta da sola in vetta alla classifica; Reggio è seconda a 2 punti, ora assieme a Veroli, Brindisi e Sassari. Pessimo l’atteggiamento del pubblico, ieri al Palabigi: tranne la curva - fin troppo euforica, vista la tristezza dello spettacolo - solo mormorii, fischi (a Kudlacek, 19enne che l’anno scorso giocava in serie C) e cappotti infilati prima della fine del match. Figuriamoci quale sarebbe l’atteggiamento se la Trenkwalder fosse in fondo alla classifica.
L’UNICO APPLAUSO. Il Palabigi accoglie con un applauso festoso Paul Marigney, al nuovo debutto in biancorossa dopo aver giocato a Reggio nella stagione 2007-08. Con lui, ingaggiato per prendere il posto dell’infortunato Slanina, partono in quintetto Kudlacek, al posto dell’infortunato Fultz, Boscagin, Melli e Smith. Segna quest’ultimo, ma sarà l’unico vantaggio reggiano dell’intera partita. Reggio non trova mai il canestro, mentre la Fastweb parte ordinata e comincia a macinare punti con Jackson, Tagliabue e Fantoni, salendo a +9 (4-13) prima dell’avvio delle rotazioni biancorosse: Verri al posto di Marigney, Frosini per Smith e Boscagin per Pugi.
Alla fine del primo quarto di gioco, dopo aver toccato il -11 (6-17), la Trenkwalder sembra uscire dal tunnel quando decolla Nicolò Melli, autore di 6 punti consecutivi. Reggio arriva alla prima sirena sotto di 3 con una bella penetrazione di Verri, che mette dentro anche il tiro aggiuntivo del 17-20.
LE CARAMELLE. Nel 2º quarto l’aggancio non avviene, sia per gli errori dei biancorossi, sia perché Casale riparte a testa bassa con azioni pulite. Fin troppo facile rubare le caramelle ai bambini reggiani, che nel parzialino fanno anche 5/10 dalla lunetta, a testimonianza che la testa non c’è. Intervallo al gelo al Bigi: -20 (30-50). La seconda metà è un lungo, stucchevole garbage time in cui alla Fastweb riesce tutto facile e alla Trenk quasi nulla. (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio - Lega Due)

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