Vi è mai capitato di andare a vedere un film al cinema che credete
possa appassionarvi, di avere delle aspettative elevate di divertimento e
d’intrattenimento e di uscirne poi delusi della visione ma al tempo
stesso rammaricati, come se vi frullasse in testa la domanda: “Ok, lo
sapevo che poteva andare così, allora perchè sono così deluso?”.
Ecco come interpretare la pessima prova in Gara 1 dell’ACEA Virtus
Roma di ieri sera, ancora a caldo oserei dire considerando che tra meno
di 32 ore si ritorna in campo. Una Roma imbrigliata forse dalla sua
stessa voglia di fare, di dimostrare di essere la bella realtà del
nostro basket ammirata per larghi tratti della stagione? Certamente così
tanti errori, così tante occasioni buttate via per impossessarsi del
match al cospetto di una Trenkwalder buona ma non ottima non si erano
mai visti così assieme in quest’annata. Logico quindi pensare che Sua
Maestà “Tensione da Playoffs” abbia attanagliato i ragazzi di casa
apparsi quasi svagati, specie nella prima parte della gara, come se
Reggio Emilia fosse sempre lì per caso e che tanto sarebbe stata matata
una volta per tutta possesso dopo possesso, film appunto già visto in
molte apparizioni al Pala Tiziano del team di Calvani durante il
campionato. Giochi offensivi mai usati al 100% se non a sprazzi ed a
cavallo tra terzo e quarto periodo; errori banali sul pick’n'roll
centrale con possessi persi (ben 23 i possessi persi in tutta la
partita, un abominio!), scarichi in contropiede con palla in tribuna
oppure, se preferite, entrate a canestro ed appoggi al ferro sbagliati
in modo anche sfortunato ma puntualmente sbagliati raccattando solo i
tiri liberi (incredibile, in modo positivo il “bombardamento” dalla
lunetta a proprio vantaggio per tutta la gara, 22/27, il vero fattore
che ha tenuto a galla l’ACEA sino all’impatto del 35° sul 53-53).
Alla fine del primo tempo, sul 23-32, lo score ACEA recitava
impietoso un complessivo 5/24 al tiro da far invidia alla scuola under
10 del mini basket, impossibile fare peggio nella seconda parte del
match ma non è bastato perchè, considerando che ai Playoffs vi accedono
solitamente le più meritevoli del campionato, la buona compagine
emiliana lineare ed organizzata sino a quel momento ha smesso per un pò
d’esserlo sotto la logica pressione capitolina e son saliti in cattedra i
Donnell Taylor, i Bell ed i Cinciarini che han portato meritatamente il
primo scalpo romano a casa.
Ma nonostante questa brutta ACEA e la malcelata e giustificatissima
delusione palpabile sul viso di un Calvani in sala stampa, nulla è
perduto perchè questa serie al meglio delle sette gare in 15 giorni
potrebbe veramente giocare qualche brutto scherzo, e non solo ad ACEA e
Trenkwalder ma ad ognuna delle 8 regine al Gran Ballo. Siamo quindi in
un regno inesplorato in cui probabilmente anche i minimi dettagli
potrebbero risultare determinanti. Ma aldilà di questo, Roma deve
vincere Gara 2 a patto che inverta la rotta, e dovrà migliorare
specificatamente in questi dettagli:
1. Chi gestirà il gioco dovrà far lavorare di più la difesa
biancorossa a proprio agio nel momento in cui, una volta data ad esempio
la sfera in post basso a Lawal o Czyz, riusciva perfettamente ad
impedire od a sporcare il tentativo di uno contro uno dei romani con un
facile raddoppio, inducendo così gli avversari alla perdita del
possesso. Al momento non si conoscono le condizioni di Jordan Taylor
colpito duramente al setto nasale a metà quarto finale ma si pensa
dovrebbe comunque farcela con una maschera sul viso di protezione.
2. Aumentare la pressione difensiva. Un’ottima zone-press ha messo in
difficoltà Cinciarini & Co. in più di una circostanza, bisognerà
magari insistere sin dal primo minuto di gioco ed evitare, quanto sia
possibile, i tiri dalla lunga a gente come Slanina, Filloy, Bell ed
Antonutti che possono essere molto precisi se indisturbati, senza
dimenticare Donnell Taylor, immarcabile quanto decide di assumersi le
sue responsabilità. Infine, aumentare la pressione difensiva significa
anche commettere qualche fallo di più e mandare in lunetta Reggio,
davanti solo ai romani nella classifica della lunetta al 14° posto con
il 71,4%.
3. Le due squadre sono abbastanza simili nei dati essenziali ma Roma
ha più chili e centimetri di una Reggio apparsa un ottimo complesso di
base in fase difensiva ma con evidenti lacune di panchina: alle spalle
di un Greg Brunner, come sempre massiccio e difficile da superare ma da
zero punti all’attivo e soli 5 rimbalzi presi, il solo Cervi non è
bastato a consentire di fare la voce grossa a rimbalzo (4 per lui),
unica voce in cui Roma ha avuto la meglio (40-26, addirittura). Perciò
insistere nel gioco d’avvicinamento al ferro perchè è obiettivamente
improbabile che anche sabato sera si tiri così male percentualmente.
Ovviamente sempre ammesso che Lawal recuperi dalla storta alla caviglia
accusata contro Jeremic al tiro.
Reggio Emilia al momento è in netto vantaggio, e non solo sul computo
delle gare. L’impianto di gioco e di gerarchie costruito da Menetti è
assolutamente affidabile, del resto se considerassimo il solo girone di
ritorno, i biancorossi avrebbero chiuso al secondo posto alle spalle
della rivelazione Avellino, indice di un ruolino di marcia
impressionante da fine gennaio in poi. Ma, si potrebbe obiettare, che in
Gara 1 abbia sofferto anche troppo considerando l’eufemistica “scarsa
vena” degli avversari senza chiudere con decisione l’incontro prima del
pareggio griffato Datome a 5 minuti dalla fine e se D’Ercole non si
fosse beccato un tecnico, probabilmente oggi scriveremmo di un risultato
globale a favore di Roma, in quel mentre in totale trance agonistica.
Reggio ha comunque poco da perdere e non dimentichiamo che nel suo
roster ci sono giocatori avvezzi a questi climi ben più di quelli che
può annoverare Roma tra le proprie fila.
Sarà una gara di scacchi ma anche di nervi, ora è Calvani che deve
muovere per primo e gioca per restare nella serie, perdere sarebbe quasi
un autocondanna anticipata.
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, sabato 11 maggio ore 20:30
Arbitri: Taurino, Weidmann e Sardella - all-around.net
Gara 2 Roma-Reggio Emilia, istruzioni per una (potenziale) corretta lettura
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