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La corsa rosa Cento di questi Giri. Presentato a Milano il Giro d'Italia del 2017

ll Giro d’Italia numero cento parte il 5 maggio da Alghero e arriva a Milano il 28 maggio. Dopo le tre tappe sarde in onore di Fabio Aru - presentate un mese fa - la carovana rosa sbarcherà in Sicilia e saranno subito fuochi d’artificio con l’arrivo sull’Etna ai 1.892 metri del Rifugio Sapienza. Dopo l’omaggio a Nibali con l’arrivo a Messina, si riparte da Reggio Calabria per risalire la Penisola toccando Terme Luigiane, Alberobello e Peschici prima di un altro traguardo in salita - il secondo - sul Block Haus.Prima sfida contro il tempo con la Foligno-Montefalco, tutt’altro che semplice con i suoi 39 chilometri di continui saliscendi. A seguire Bagno di Romagna (con il Monte Fumaiolo), la volata di Reggio Emilia (faranno anche un tratto in autostrada, con tanto di Gpm) e quella di Tortona prima di un nuovo traguardo in salita, quello al Santuario di Oropa: tappa questa che in un sol colpo ricorderà Fausto Coppi (il via è da Castellania, ndr) e Marco Pantani. Da Valdengo poi arrivo a Bergamo dopo aver affrontato il Miragolo San Salvatore e il Selvino, come avvenuto poche settimane fa a Il Lombardia. La settimana decisiva si apre con un autentico tappone, la Rovetta-Bormio con Mortirolo, Stelvio (ovviamente Cima Coppi) e Giogo di Santa Maria (il versante svizzero dello Stelvio a quota 2.502 mt: gli unici 20 km all’estero, ndr) prima della picchiata verso il traguardo.

Le cime impervie

Dopo il traguardo di Canazei, altra tappa molto dura con la Moena-Ortisei, con Pordoi, Valparola, Gardena e Passo di Pinei prima dell’ascesa finale. Potevano forse mancare le montagne friulane? Certo che no e allora ecco la San Candido-Piancavallo con conclusione in quota salendo da Aviano. La penultima tappa proporrà l’attesissima scalata del Monte Grappa e il Gpm di Foza prima del traguardo di Asiago. A seguire, lungo trasferimento per approdare a Monza: dall’autodromo a Milano: ultima tappa a cronometro con 28 chilometri da percorrere per dare il volto definitivo alla graduatoria del Giro 100.Che Giro è? Duro, adattissimo a corridori come il sudafricano bianco Chris Froome, che molto probabilmente non verrà a correrlo per tentare il poker sulle strade di Francia, ma con i 67 chilometri contro il tempo (al Tour solo 36 km, ndr) e sei arrivi in salita, avrebbe davvero pane per i suoi denti.Male non farebbe nemmeno Nairo Quintana, ma anche il colombiano sogna in giallo. Sarà molto probabilmente un Giro per Vincenzo Nibali, che al momento - ma i giochi sono ancora apertissimi - dovrà vedersela con Fabio Aru e i francesi Romain Bardet (secondo al Tour quest’anno, ndr) e Tibaut Pinot (terzo al Tour nel 2014).

Nibali avverte

«È un Giro molto bello - dice Nibali, vincitore di due corse rosa oltre ad un Tour e una Vuelta -. Mi sembra disegnato benissimo, con tantissime montagne, ma anche con molte tappe trabocchetto. Il tappone di Bormio, con il Mortirolo e la doppia scalata dello Stelvio è da far tremare i polsi. Però come sempre le corse le fanno i corridori e bisognerà vedere chi si presenterà al via da Alghero».
avvenire

Giro d'Italia 2016, impresa di Ginaluca Brambilla, nuova maglia rosa

L'italiano Gianluca Brambilla della Etixx Quick Step ha vinto l'ottava tappa del Giro d'Italia, da Foligno ad Arezzo, di 186 chilometri conquistando anche la maglia rosa. Brambilla ha coronato una fuga iniziata al 20esimo chilometro, prima con altri dodici corridori, poi da solo negli ultimi 25 km quando ha attaccato sullo sterrato. E' il 2/o successo italiano al Giro.  Podio tutto italiano all'arrivo di Arezzo: il vincitore Brambilla, infatti, ha preceduto i connazionali Matteo Montaguti (Ag2r), staccato di 1'06", e Moreno Moser (Cannondale) giunto terzo a 1'27". Quinto un altro italiano, Alessandro De Marchi (Bmc), a 1'33". Per Brambilla è la terza vittoria in carriera da pro.
L'azzurro Gianluca Brambilla è la nuova maglia rosa del Giro d'Italia grazie al successo conseguito oggi nell'ottava tappa, da Foligno ad Arezzo. L'ha strappata all'olandese Tom Dumoulin, giunto sul traguardo con un ritardo di 2'e 51".  Brambilla nella classifica generale precede il russo Zakarin di 23", l'olandese Krujswijk di 33", lo spagnolo Valverde di 36 e l'azzurro Vinceno Nibali, quinto a 45" dalla maglia rosa.
Incredulo e felice. Gianluca Brambilla non crede ai suoi occhi quando indossa per la prima volta nella sua carriera di ciclista quasi 29enne la maglia rosa. Un pensiero agli amici con un gesto convenzionale (rotea le mani come a dire 'cosa ho combinato'), e la dedica alla figlioletta nata tre settimane fa, Asia, e alla compagna Cristina. "Pensavo di vincere la tappa, la fuga l'ho studiata. Non ci credeva nessuno, mi sono detto che dovevo andare avanti e alla fine è andata bene. Ma alla maglia no, a quella non ci pensavo proprio. Mi fa strano vedermela addosso"
ansa

Giro, 10/a tappa: Boem re a Forlì, Porte penalizzato

L'allungo che non t'aspetti, quasi uno sprint, che regala emozioni in uno dei giorni più afosi (con temperature oltre i 30 gradi) e colorati del 98/o Giro d'Italia di ciclismo, e conclude una tappa - la 10/a - vissuta fra Marche e Romagna. Un percorso dritto e veloce, senza autentiche difficoltà e con l'altimetria praticamente azzerata. Una tappa che Nicola Boem, 26 anni, veneto di San Donà di Piave - la città di Moreno Argentin - ha saputo strappare ad Alan Marangoni e che è stata caratterizzata da una fuga lunghissima, fra due ali di folla. Un'azione convinta, efficace, caparbia, che ha visto protagonisti Oscar Gatto (Androni giocattoli-Sidermec), lo stesso Boem (Bardiani-Csf), Alessandro Malaguti (Nippo-Vini Fantini), Marangoni (Cannondale-Garmin) e Matteo Busato (Southeast).
Una fuga tutta italiana, che ha visto protagonisti tre veneti e due romagnoli (Malaguti e Marangoni); gli ultimi due hanno pure tentato di darsi una mano. Spingendo a tutta hanno attraversato a medie altissime la riviera adriatica, conservando un vantaggio non troppo alto e nemmeno rassicurante. Con i quattro avrebbe meritato di arrivare fino in fondo anche il quinto fuggitivo, Gatto, che invece ha forato a 12 chilometri dall'arrivo ed è stato 'assorbito' dal gruppo ai -10. Una disdetta, che ha vanificato i suoi sacrifici. Alessandro Malaguti avrebbe fatto carte false per tagliare il traguardo da vincitore, se non altro perché - come egli stesso ha ammesso - "sono passato a 500 metri da casa".
Originario di Forlì, il corridore della Nippo-Vini Fantini si è invece dovuto accontentare del terzo posto in viale Vittorio Veneto. Chissà da quanto tempo pensava a questa tappa, Malaguti. "In effetti da tantissimo rompevo le scatole ai 'miei'", racconta. Legittima la sua delusione e le relative lacrime di disperazione. La tappa odierna ha permesso ad Alberto Contador di trascorrere un altro giorno in rosa e di proseguire il cammino verso Milano senza particolari problemi. Lo spagnolo, che ieri ha provato la bici per la crono di Treviso (quasi certo un nuovo assetto aerodinamico, perché la spalla lussata a Castiglione della Pescaia gli dà ancora fastidio), oggi ha badato a mantenersi a distanza di sicurezza dallo sprint del gruppo degli inseguitori, vinto da Giacomino Nizzolo.
Chi esce sconfitto da Forlì è l'australiano Richie Porte penalizzato di 2 minuti, per comportamento non regolamentare. Lo scalatore-cronoman del Team Sky avevo già perso in gara ben 47", in una tappa innocua per lui solo in apparenza. Ha forato a circa 6 chilometri dal traguardo della tappa conclusa a Forlì, accodandosi a compagni, avversari e ammiraglie, nel tentativo di rientrare in gruppo. L'australiano, come ha pubblicato su Twitter, si è fatto passare la ruota dal connazionale Simon Clarke, che corre per la Orica Greenedge. La decisione della giuria è clamorosa, ma inevitabile, e soprattutto traccia uno scenario assolutamente nuovo, ai vertici della classifica generale del 98/o Giro d'Italia. La nuova situazione, infatti, segna il declino di Porte che adesso in classifica accusa un ritardo di 3'09" e non più di 1'09", da Alberto Contador. Un ritardo pesante, causato un po' dal destino e un po' dalla scarsa lucidità del tasmaniano che ha accettato il sostegno concreto di Simon Clarke e ha pagato a carissimo prezzo questa leggerezza. Il regolamento, infatti, vieta a un atleta di ricevere aiuti da avversari e Clarke appartiene alla Orica greenedge, non al Team Sky di Porte. Ma c'è di più: Porte ha subito una specie di diffida, nel senso che se il gesto dovesse ripetersi potrebbe essere cacciato dalla corsa rosa. Nel comunicato della giuria si parla di "assistenza non regolamentare a un corridore di un'altra squadra". Porte è stato inoltre multato di 200 franchi svizzero. Penalizzato anche Clarke.
Arrivano brutti segnali dal Motorhome, alloggio al Giro di Porte, che da oggi probabilmente è meno sicuro di sè. L'australiano sembra la bella copia di sir Bridley Wiggins che abbandonò la corsa rosa del 2013 molto prima di affrontare le salite più dure. Porte potrebbe ben presto anche finire arrosto nel barbecue gestito dalla coppia Contador-Aru. Il suo potrebbe presentarsi come un tracollo annunciato. Si ha la sensazione, netta, dopo 10 tappe, che solo la cronometro può salvarlo.
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