Reggiana: Impresa dei granata a Verona La corsa al primato si riaccende

Reggio Emilia, 8 marzo 2010. Verona-Reggiana 1-2
Verona (4-3-1-2): Rafael; Campagna, Comazzi, Anselmi, Pugliese; Russo, Esposito (dal 34’ s.t. Farias), Pensalfini; Berrettoni (dal 41’ s.t. Ciotola); Rantier (dal 18’ s.t. Colombo), Di Gennaro (Ingrassia, Massoni, Bertolucci, Garzon). All. Remondina
Reggiana (4-4-1-1): Manfredini; Girelli, Stefani, Zini (dal 38’ s.t. D’Alessandro), Mei; Nardini, Romizi (dal 30’ s.t. Castiglia), Maschio, Viapiana; Ferrari; Rossi (dal 1’ s.t. Temelin) (Nutricato, Mallus, Alessandrini, Morelli). All. Dominissini
Arbitro: Emilio Ostinelli di Como (Luca Cucchiarini di Città di Castello e Alessandro Costanzo di Orvieto).
Reti: Viapiana al 24’. Rantier al 40’ p.t., Nardini al 24’ s.t.
Note: Pomeriggio glaciale e con forte vento. Paganti 2.848, abbonati 10.455, incasso 101.522 euro. Ammoniti: Anselmi, Esposito, Stefani, Zini, Ferrari e Rossi. Angoli: 9-1. Tiri in porta: 7-2. Una traversa del Verona (Rantier). Tiri fuori: 8-3. Falli commessi: 17-13. Fuorigioco: 0-6. Passaggi al portiere: 3-6. Recupero: 2’ e 4’.
Cuore e corsa. Riccardo Nardini si era presentato così, al suo arrivo in granata, nell’ottobre 2008. Etichetta da rivedere alla radice. Il gregario, a 26 anni, si sta scoprendo raffinato cannoniere. Il sesto sigillo stagionale, uno splendido eurogol, ha fatto saltare il Bentegodi, consegnando alla Reggiana un successo da urlo e riaprendo la corsa al primo posto.
Gli scaligeri, che avevano perso una sola volta in 25 partite (sempre in casa, 0-1 col Rimini, il 6 dicembre scorso) conservano cinque lunghezze su Reggiana e Portogruaro.
Vantaggio rispettabile, ma non ancora decisivo, ad otto giornate dal traguardo.
Ad offuscare la prodezza granata il serio infortunio subìto da Rossi, per il quale si teme la rottura dei legamenti del ginocchio destro.
E’ stato falciato da Anselmi al pronti via (intervento che il furente Dominissini ha giudicato volutamente intimidatorio), ha stretto i denti per tutto il primo tempo, lasciando poi il posto a Temelin.
Nel finale anche il ginocchio di Zini ha fatto crac e Stefani si è fatto ammonire: sarà squalificato. A Foggia la Reggiana resterà in cupa emergenza.
La Reggiana ha superato trionfalmente la strettoia del big match, affrontato a ranghi decimati dopo la bufera-Barbeno. Stavolta l’arbitro ha dato una mano. Compensazione «occulta» o semplice modestia della categoria?
Boh. Fatto sta che il signor Ostinelli non ha accordato il rigore al Verona, quando, sullo 0-1, Stefani ha colpito Di Gennaro con un intervento da karate. Poi, nell’azione del gol-partita, Nardini è scattato in off-side sotto gli occhi dell’assistente Costanzo, impassibile.
Aiutino a parte, la Reggiana non ha rubato nulla. E può mettere nel conto un paio di azioni contestate in area scaligera: un intervento di Pugliese su Ferrari, al 3’ della ripresa, col granata ammonito per simulazione. Poi una vistosa «tirata» di maglia di Anselmi a Temelin, 13 minuti dopo, evaporata in un fuorigioco opinabile.
Il Verona ha ringhiato per un tempo ed è stato anche sfortunato, con la Reggiana in salvo per il rotto della cuffia. Nella ripresa, i granata hanno giganteggiato e l’Hellas si è incartata. La Reggiana, senza 4 titolari (Alessi, Saverino, Anderson e Tomasig) ha ballato subito.
Al 6’ scivolone di Stefani, autostrada per Di Gennaro e clamoroso missile sul fondo. Al 20’ assist di Di Gennaro e destro di Rantier: traversa piena. Al 22’ miracolo del debuttante portiere Manfredini su stoccata da due passi di Berrettoni. Era però la Reggiana a far bingo, al primo tiro in porta.
Ripartenza iniziata da Maschio, proseguita da Romizi e finalizzata da Viapiana, il cui destro batteva Rafael, un po’ ipnotizzato dal rimbalzo.
Il Verona ha tenuto le maniche rimboccate e ha ricominciato a premere. Al 33’ Stefani, scomposto, abbatteva Di Gennaro e l’arbitro lasciava correre. A far saltare il fortino, al 40’, ecco un erroraccio di Mei, che di testa cercava un rischioso passaggio a Zini, favorendo la rapidità di Rantier, freddo nel trafiggere Manfredini in uscita.
La ripresa era un’altra storia. I granata trovavano i lucchetti giusti in difesa e il centrocampo contrastava con successo. Il Verona diventava velleitario e i granata colpivano al cuore con un contropiede da manuale.
Avviato curiosamente da una punizione sballata di Esposito, che sorvolava l’area e veniva raccolta da Viapiana. Turbo innestato, fuga nelle praterie di avversari sbilanciati e passaggio in profondità per Nardini.
Scattato in posizione di fuorigioco (non vistosa, ma ravvisabile dall’assistente perfettamente allineato) e bravissimo ad insaccare con un vellutato esterno destro. Trascurando Temelin davanti alla porta.
Il tesoro era nel pugno. Stefani lo proteggeva balzando a rinviare un tiro a botta sicura di Di Gennaro, al minuto 43. Poi il tripudio sotto la curva dei 379 fans granata in delirio.
dall'inviato Ezio Fanticini - ilrestodelcarlino

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