E' sbagliato attaccare Menetti, ma il coach deve tornare all'antico

La squadra che ci avrebbe dovuto far sognare, fatica ad entrare in orbita e costringe a cercare il colpevole ... che, secondo la nostra mentalità contorta, è sempre e comunque l'allenatore. I giocatori no. Quelli godono di eterna immunità. Con ciò non affermo che i biancorossi siano "brocchi", anzi il contrario. Secondo me posseggono doti tecniche superiori alla media, che prima o poi (speriamo prima) dovrebbero salire alla ribalta. E coach Menetti? Avrà certamente, come tutti, delle colpe, ma non dobbiamo di- menticare che, se siamo in serie A, è merito suo. In primis perchè ci salvò dalla retrocessione due stagioni fa, quando gli venne affidata u-na Trenk, "più giù che su" a poche giornate dal termine, che doveva vincere sempre per evitare la serie B. Lo dico a chiare lettere: "Se non ci fosse stato Menetti, l'anno scorso, invece di festeggiare la promozione in serie A, a-vremmo forse festeggiato la promozione dalla B alla Legadue". Poi perchè il salto dalla Legadue aUa A è firmata in maiuscolo da "cuoco nostrum", anche se non bisogna nascondere che in serie A sia partito male. Ma da questo a ritenerlo responsabile più unico che raro c'è una bella differenza. Si suol dire che la squadra ha una percentuale di realizzazione dopolavoristica, ma cosa significa ? Che è colpa sua se i tiratori hanno le polveri bagnate? O che troppi giocatori hanno dimenticato cos'è il basket? Specialmente quelli che dovrebbero essere uomini di punta? No, l'unica colpa che ritengo di dover "rifilare" a Menetti e quella apertamente dichiarata da Alessandro Frosini a Telereggio, lunedì scorso durante la trasmissione condotta da Luca Montanari. Disse, pur fra tante giustificazioni: "Un difensivismo esagerato, danneggia certamente l'attacco, perchè gli atleti ne risentono". Adesso non rammento se siano state queste le parole e-satte, ma il significato non cambia. E se l'ha detto lui, è evidente che Menetti ha cambiato mentalità rispetto al passato ... o che gioca con la paura di perdere. Proprio perchè non sembra più il coach "garibaldino" dei due campionati scorsi. Ma da questo a ritenerlo responsabile deUe tre sconfitta, ne passa. Ho assistito alla gara fra Avellino e Milano, trasmessa in diretta TV Gli irpini hanno stravinto e fatto fare una figuraccia ai colossi di Scariolo, candidati allo scudetto, proprio grazie ad un gioco basato sul corri e tira, che ha letteralmente mutato i valori agonistici delle due contendenti. E che dire deUa Montepaschi, sconfitta a Varese, da altra avversaria "garibaldina"? La risposta è u-na sola: "Quando si affrontano avversari nettamente superiori, bisogna aggredirli puntando sulla velocità e il contropiede, altrimenti "nisba", perchè lottare alla pari significa sconfitta sicura". 

di GianMatteo Sidoli
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