#Rio 2016, "Benvenuti all'inferno". Ondata di omicidi e rapine a un mese dalle Olimpiadi, agenti demoralizzati ed esausti



Benvenuti all'Inferno. Non inganni il Cristo Redentore che da lassù, a braccia aperte sul Corcovado, controlla e accoglie tutti: Rio de Janeiro al momento è molto più vicina alle fiamme che al paradiso. Pochi giorni fa sulla spiaggia di Copacabana, a pochi passi dai campi dove si terrà il beach volley olimpico, sono stati ritrovati fra la sabbia parti di un corpo mutilato.

È l'ultimo drammatico episodio che descrive una Rio assolutamente impreparata per le Olimpiadi 2016, in piena crisi economica e politica, con la criminalità che sale alle stelle. E i Giochi iniziano fra un mese (il 5 agosto). I cinque cerchi nelle favelas sono diventati un simbolo: un marchio di garanzia per la droga. Sulle buste di marijuana pronte per entrare nel mercato dello spaccio la polizia ha trovato stampata un po' ovunque l'icona olimpica. Quasi un affronto, a ricordare chi comanda in certe aree laggiù.

Ma la droga non è il problema numero uno: è l'intero comparto della criminalità ad allarmare. Furti, rapine, e gli omicidi, che secondo un rapporto di Globo da inizio anno sono aumentati del 15%. Nel 2016 gli omicidi sono 428 al mese, 14 al giorno, nello stato di Rio de Janeiro. Il numero dei furti e delle rapine per le strade della capitale carioca nei primi cinque mesi dell'anno ha raggiunto quota 48.429, in media 13 assalti ogni ora dall'inizio dell'anno. Negli ultimi mesi nessuno è stato risparmiato: in maggio ad essere aggredite sono state le veliste della squadra olimpica spagnola, dieci giorni fa invece i membri della squadra parolimpica australiana sono stati scippati in uno dei quartieri più ricchi della città.

L'episodio è avvenuto il 19 giugno: soltanto due giorni prima il governo brasiliano, in pieno scandalo Dilma Rousseff, aveva ammesso di non avere più fondi per garantire le coperture e il completamento di infrastrutture in vista di Rio 2016. Gli Usa, tra dubbi e rimorsi, hanno sborsato un prestito di 850 milioni di dollari per aiutarli. Soldi che potrebbero perfino non bastare.

Di sicuro potrebbero non essere necessari per colmare il problema della sicurezza pubblica. Gli operatori di polizia, dei vigili del fuoco e della sanità sono esausti: a causa dei debiti per completare la macchina delle "prime Olimpiadi dell'America Latina" sono sottopagati, con le auto senza carburante, la carta igienica che manca nelle stazioni e in attesa di numerosi arretrati. Nervosi, infuriati, talmente demoralizzati che un gruppo di agenti pochi giorni fa accoglieva i turisti in arrivo allo scalo di Rio con il cartellone "Benvenuti all'inferno". Lo striscione ha fatto il giro del mondo: alle paure per il virus Zika, ora per mezzo milione di turisti e per gli atleti diretti verso il sogno olimpico c'è anche l'incubo criminalità.

La risposta del Brasile all'allarme rilanciato dai media nazionali, al quale si aggiunge la paura per attentati terroristici, è costituita da una prova di forza, di numeri: 85mila agenti (di cui 38mila soldati, in totale più del doppio degli agenti di Londra2012) per garantire la sicurezza e "fiducia totale in questa garanzia" dice il governo.

Gli stessi brasiliani però, a questa prova di forza dei numeri, non credono fino in fondo. Non ci credono quando vedono le tre bande più pericolose della città (Comando Vermelho, Terceiro Comando e Amigos dos Amigos) ingaggiare sparatorie ovunque e lasciare cadaveri per strada. Non ci credono quando devono piangere i morti. Come l'ex campione di calcio Rivaldo, in Italia al Milan, che dopo l'ennesimo omicidio di una 17enne su Istagram ha avvertito il mondo: "Non venite qui, è pericoloso".

Ma il governo nonostante tutto questo, fra un mese, assicura che getterà così tanta acqua sulle fiamme dell'"inferno" che le favelas saranno tenute a bada, che la criminalità non intaccherà lo spirito olimpico. Poi, dopo le olimpiadi, a stadi chiusi e turisti andati, dovrà fari conti con il diavolo.


"Il problema più grave è la mancanza di sicurezza e lo stato di Rio sta facendo un lavoro orribile. Il governo locale sta sbagliando completamente il lavoro per garantire la sicurezza, per fortuna che durante le Olimpiadi arriveranno esercito e marina" ha detto alla Cnn il sindaco di Rio de Janeiro, Eduardo Paes, sottolineando che "i cittadini di Rio soffrono la mancanza di sicurezza tutti i giorni".

"Non possiamo dire che non esista la probabilità di un attacco terroristico durante le Olimpiadi. Dobbiamo essere pronti per lo scenario peggiore. Ed è quello che stiamo facendo" ha affermato il capo di stato maggiore delle forze armate brasiliane, ammiraglio Ademir Sobrinho, in una intervista al quotidiano Estado de Sao Paulo. "La minaccia terrorista è latente in tutto il mondo. Molti obiettivi dei terroristi arriveranno in Brasile. So bene che il terrorismo oggi non ha obiettivi specifici e che i terroristi cercano un palcoscenico per spettacolarizzare le loro azioni".
in http://www.huffingtonpost.it/