Trenkwalder Reggio Emilia costruita per salire di categoria

- Il Resto del Carlino -

25/09/2010 08:51 - Tommaso Di Lauro
Forlì

DAL CANTIERE aperto della FulgorLibertas all’apparente saldo edificio di una Trenkwalder Reggio Emilia costruita per salire di categoria. La squadra emiliana pochi mesi fa si è pure portata via l’ex capitano Matteo Frassineti che nel Q-round di coppa Italia, oggi a Reggio (ore 20.45) sfiderà proprio la sua Forlì e i suoi ex compagni.
Allora Frassineti come va?
«Bene. Siamo reduci da un’ottima amichevole con Pistoia».
E com’è andata?
«Buona partita, abbiamo vinto con 22 punti miei».
Siamo ancora nel precampionato ma cosa ti ha colpito di più delle formazioni di Legadue?
«Ne abbiamo affrontate diverse ma Casalpusterlengo e Casale Monferrato mi hanno impressionato. Anche Imola l’ho vista molto bene».
Voi partite per salire di categoria, Forlì punta alla salvezza.
«Piano, piano con i pronostici. Abbiamo ambizioni, ma sarà un campionato equilibratissimo. Avete visto quest’anno la qualità degli americani della Legadue? Noi per ora siamo alla ricerca dei nostri equilibri».
Ok, ma Reggio Emilia parte con i favori dei pronostici. Come sai da noi per undici anni siamo stati abituati a campionati di A dilettanti dove le migliori più o meno saltavano fuori. La Legadue è un’altra storia vero?
«Fare pronostici è veramente impossibile e squadre scarse già pronosticabili per un campionato da fondo classifica io non ne vedo, così come la lotta per la promozione sarà equlibratissima».
In A dilettanti attaccavi il ferro come pochi. Una serie più in su come funziona?
«Diciamo che lo faccio ancora ma con un po’ più di raziocinio».
Ah, beh qui ci sono gli americani o gli stranieri.
«Se è per questo però ci sono delle guardie americane che sono molto brave in attacco ma che non tutte difendono alla morte.»
Intanto voi avete giocato con squadre di serie A. Com’è andata l’amichevole con Milano?
«È stata innanzitutto una bella giornata per il basket reggiano. Un’amichevole di lusso che ha fruttato più di undicimila euro devoluti in beneficenza, poi è stata la partita dell’ex Melli, insomma proprio un bell’incontro. E poi mamma mia ma in serie A sotto canestro hanno degli armadi. E l’Armani Milano mi ha proprio impressionato. Comunque abbiamo tenuto botta per tre quarti d’incontro poi la stanchezza si è fatta un po’ sentire».
Avete però dei problemi con l’infermeria.
«Slanina ha subìto una lesione muscolare e sicuramente non giocherà la coppa Italia. Frosini ha un acciacco ma credo che giocherà, mentre Verri era febbricitante. Contro Pistoia abbiamo giocato in sette».
Che effetto fa incontrare già Forlì?
«Di sicuro per me non sarà una partita normale. Già m’immagino però cosa proverò quando ci incontreremo in campionato».
Chi sente più spesso della FulgorLibertas?
«Tutti quelli che sono rimasti: Dilo, Toto, il Pollo e Lesto».
Là a Reggio Frosini è il capitano e una bandiera. Che numero di maglia ti hanno dato?
«Quella che volevo: il 10».
Lo sai che Forray prenderà il tuo ruolo di capitano?
«Ed è meritatissimo. L’avevo detto in tempi non sospetti che lui avrebbe meritato i gradi. Poi con quello che ha fatto e dato Toto nella passata stagione...».
Hai lasciato Forlì, ma...
«Si è parlato soprattutto di soldi, ma non è quello il vero motivo. Il principale che mi ha indotto a cambiare non c’entra nulla col basket. Credetemi. Certo poi Reggio Emilia è una piazza famosa per l’organizzazione e lo confermo. E poi in quel momento scelsi il certo per l’incerto. Qui a Reggio c’è un ambiente sereno e si lavora benissimo. È un posto che mi piace anche perché è molto simile alla mia Forlì che poi non è mica lontanissima. C’è lo stesso verde, la collina a 10 chilometri, insomma ci sono tantissime cose in comune».

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