Trenkwalder, Ramagli apre la porta alla conferma

- Il Resto del Carlino -

01/06/2010 09:00 -
Daniele Barilli
ALESSANDRO Ramagli, ci sceglie un aggettivo con cui dipingere il campionato biancorosso?
«Accattivante. Già ad agosto, dissi che la Trenkwalder era una squadra accattivante e che ci attendeva una stagione stuzzicante. Ecco, direi che la storia ha confermato quelle parole: è stata una stagione accattivante».
Si aspettava di volare così alto?
«Ci sono stati momenti in cui sembrava che fossimo sul punto di decollare e di raggiungere risultati clamorosi. Poi, purtroppo, tutto si è bloccato. Però c’è stato un aspetto importantissimo».
E qual è?
«Il fatto che la gente si è affezionata a questa squadra. Alla fine i tifosi erano tutti dalla nostra parte e li sentivamo molto vicini. Significa che hanno capito ed apprezzato i nostri sforzi».
Ora che siamo arrivati alla fine, ci può dire la verità: c’è stato un momento in cui, dentro di sè, ha pensato «Quest’anno andiamo in serie A»?
«Sì, e sapete perché?».
Perché?
«Perché sembrava che tutto, quasi per magia, si incastrasse alla perfezione. Ci ho creduto fino alla partita con Brindisi, malgrado nei 15 giorni precedenti quella partita avessi visto che eravamo in netto calo. Nonostante ciò, se fossimo riusciti a battere Brindisi, la scarica di adrenalina emotiva, forse ci avrebbe permesso di tagliare il traguardo. Una vittoria in quel momento, avrebbe potuto cambiare tutto».
Certo, con Slanina sarebbe stato tutto più facile...
«Donatas è un giocatore di altissimo livello, ma è difficile dire cosa avremmo potuto fare con lui. Si è fatto male troppo presto e sarebbe ingiusto, adesso, mettersi a raccontare che con uno Slanina nel motore avremmo vinto il campionato».
L’aspetto più bello e quello più brutto di questa stagione?
«La crescita della squadra e dei singoli, è l’aspetto più felice. La nota negativa è stata quella di dover disputare i play-off senza Melli e Kudlacek. Sarei stato molto curioso di vedere come sarebbe andata a finire con loro».
Potendo tornare indietro, rifarebbe tutto?
«Non ho rimpianti per questa stagione: è stata talmente godibile che sì, rifarei proprio tutto».
Era da tempo che non si vedevano tanti applausi per una squadra sconfitta com’è successo nell’ultima gara con Veroli...
«Vi dico la verità: è stato molto bello. Una cosa del genere mi è successa raramente ed è per questo che, a fine partita, ho ringraziato il pubblico. Vi garantisco che non l’ho fatto spesso ma quel saluto è stato molto affettuoso e mi ha colpito: la gente, lo ripeto, ha capito i nostri sforzi».
Negli spogliatoi molti giocatori le hanno chiesto di continuare questa avventura tutti insieme...
«Diciamo - continua Ramagli - che ci sono stati tanti abbracci e, ve lo garantisco, non succede spesso a fine stagione. Soprattutto perché sono stati abbracci molto sentiti. Sapete cosa ci siamo detti in realtà?».
Che cosa?
«Che il 28 maggio 2010 non doveva essere un punto di arrivo, ma di ripartenza e che questa storia meritava di essere vissuta ancora tutti insieme».
Eccoci lì: il suo addio sembrava certo, ora pare che si apra qualche possibilità di conferma. Ramagli sarà a Reggio ad agosto?
«Ribadisco che non ho parlato con nessuno. E in questo nessuno ci stanno i dirigenti delle altri club, ma anche della Pallacanestro Reggiana. Io dico solo che siamo al 1° giugno e che i tempi per ripartire con un progetto importante, qui a Reggio, ci sono».
Lei non ha risposto alla nostra domanda, però...
«Allora mi spiego meglio: se ci sono le condizioni, io sono pronto a rimanere. E molto volentieri. Se i vertici del club biancorosso pensano che il mio lavoro sia stato positivo, io ci metto due secondi a mettermi seduto ad un tavolo con loro per vedere se possiamo andare avanti tutti insieme».
Facciamo finta che Ramagli rimanga: come e dove si può migliorare questa squadra?
«Bisogna aggiungere un po’ di talento, esperienza e solidità. Rendere la squadra meno acerba, insomma. A mio modo di vedere potrebbe bastare un giocatore in più. Ci vorrebbe, per intenderci, un altro Frosini, in grado di garantirci qualità, talento e capacità cestistiche. Magari con qualche anno in meno...».
Tutto lì?
«Tutto lì, fermo restando che bisognerà trovare il sostituto giusto per Melli e che il gruppo degli italiani, nel quale comprendo anche Kudlacek, deve essere confermato quasi in toto perché ci sono importanti valori caratteriali che non si possono perdere».
Si parla dell’addio a Boscagin...
«Io ci penserei bene. So che ha un contratto oneroso, ma credo che a lui piacerebbe restare e che sia pronto a parlare anche di soldi...».

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