L’ARTE di vincere. Chissà, magari la Trenkwalder si è ispirata all’ultimo film di Brad Pitt
Trenkwalder 63 Barcellona 62
TRENKWAKDER: Robinson 16 (4/12, 0/3), Taylor 14 (5/6, 1/8), Filloy (0/1, 0/2), Slanina 4 (1/5 da 3), Chiacig 6 (2/4); Antonutti 12 (2/5, 1/2), Frassineti 3 (1/4 da 3), Cervi 4 (2/4), Ruini 4 (1/3 da 3), Pini. N.E. Viglianisi e Germani. All. Menetti
SIGMA BARCELLONA: Lukauskis 11 (2/5, 1/4), Green 16 (3/8, 2/5), Hicks 13 (2/6, 2/6), Dordei 7 (3/10), Martin 4 (2/2); Bucci 2 (1/2, 0/5), Mocavero 9 (4/6), Da Ros (0/1), Piazza (0/1, 0/2). N.E. Bonessio e Rotundo. All. Pancotto
Arbitri: Ursi, Borgioni e Rossi
NOTE - Parziali tempi: 10-16, 28-25, 43-40. Tiri liberi: Trenkwalder 18/29, Sigma 13/19. Rimbalzi: 48-41 per Barcellona. Spettatori 2709 per 28.123 euro.
TRENKWAKDER: Robinson 16 (4/12, 0/3), Taylor 14 (5/6, 1/8), Filloy (0/1, 0/2), Slanina 4 (1/5 da 3), Chiacig 6 (2/4); Antonutti 12 (2/5, 1/2), Frassineti 3 (1/4 da 3), Cervi 4 (2/4), Ruini 4 (1/3 da 3), Pini. N.E. Viglianisi e Germani. All. Menetti
SIGMA BARCELLONA: Lukauskis 11 (2/5, 1/4), Green 16 (3/8, 2/5), Hicks 13 (2/6, 2/6), Dordei 7 (3/10), Martin 4 (2/2); Bucci 2 (1/2, 0/5), Mocavero 9 (4/6), Da Ros (0/1), Piazza (0/1, 0/2). N.E. Bonessio e Rotundo. All. Pancotto
Arbitri: Ursi, Borgioni e Rossi
NOTE - Parziali tempi: 10-16, 28-25, 43-40. Tiri liberi: Trenkwalder 18/29, Sigma 13/19. Rimbalzi: 48-41 per Barcellona. Spettatori 2709 per 28.123 euro.
Daniele Barilli - Il Resto del Carlino
L’ARTE di vincere. Chissà, magari la Trenkwalder si è ispirata all’ultimo film di Brad Pitt. Perché per vincere una partita così, ci vogliono degli artisti. Perché per venir fuori da una trappola del genere, segnando solo 20 canestri su 59 tentativi, ci vuole cuore, talento e pure un pizzico di fortuna. Perché per arrivare al traguardo a braccia alzate, passando attraverso la cruna di un ago, ci vuole la testardaggine di chi non si arrende mai. Di chi riesce a ribellarsi alle giornate difficili. Quelle in cui non ti riesce quasi niente. Quelle in cui non giochi a basket, perché ieri Barcellona l’ha messa sul fisico, rendendo il match una sorta di guerra di trincea. La Trenkwalder, a quel punto, ha sofferto. E tremato. Perché se si gioca a basket, ha pochi rivali. Se si deve andare in trincea, mettendosi le mani addosso (la direzione di gara a noi non è piaciuta: per una partita del genere, forse sarebbero serviti arbitri più esperti...), è più facile che vada in apnea. Malgrado ciò la squadra di Menetti è riuscita ad adeguarsi. portando a casa, con le unghie e con i denti, il 10° successo interno consecutivo.
VINCENDO una partita che, ad un certo punto sembrava già persa. E rischiando poi di perderla, quando sembrava già vinta. Toccando le fiamme dell’inferno a meno di 5 minuti dalla fine del match quando i siciliani sembravano avere il successo in pugno sul 46-51. E sfiorando il paradiso a 60 secondi dal termine quando i biancorossi, grazie ad un break di 15-2, erano saliti sul più 8 (61-53) e pensavano anche di poter conquistare la differenza canestri (all’andata la Trenkwalder era stata sconfitta con 6 lunghezze di margine). Poi Barcellona nell’ultimo giro di lancette ha fatto tutto quello che non era riuscita a fare per due ore ed è tornata lì, a un soffio dal successo, con due triple di Hicks ed una di Lukauskis. Troppo tardi, però, per riagguantare la partita. E così Reggio resta al comando della classifica e, probabilmente, elimina i siciliani dalla corsa alla promozione diretta. E il fatto che per Barcellona questa fosse quasi l’ultima spiaggia, ha pesato molto sul match.
PERCHÈ i siciliani sono scesi in campo con la «bava alla bocca», difendendo con grande vigoria fisica e dimostrando di aver preparato il match alla perfezione. Pancotto ha studiato una gabbia per bloccare Robinson, impedendogli di trovare le sue solite, devastanti, penetrazioni e la mossa ha funzionato. Priva del proprio play (nei primi 30 minuti il buon Dawan ha segnato solo un canestro su 11 tentativi...) la Trenkwalder ha cominciato subito ad annaspare. E per lunghi tratti dell’incontro, sembrava confusa e senza idee. Diciamo che se fosse stata una partita di scacchi, Barcellona l’avrebbe stravinta dando scacco matto in poche mosse. Nel basket, però, bisogna fare canestro. E i siciliani hanno sprecato in attacco (solo il 33% di realizzazione finale) tutto quanto riuscivano a costruire in difesa. Così dopo un avvio da incubo (8-16) la Trenkwalder si aggrappava disperatamente a Taylor e alla sua difesa riuscendo, prima, a restare a galla e poi a risalire la corrente. Tanto da andare al riposo in vantaggio sul 28-25.
IL PEGGIO, per i biancorossi, sembrava passato. Tanto che, in avvio di ripresa, Reggio provava addirittura la fuga con una tripla di Taylor (34-25). Mentre il palasport iniziava a sospirare di sollievo, Barcellona ricominciava la sua guerra di trincea, rendendo le due aree una sorta di tonnara in cui era quasi tutto lecito. La Trenkwalder si infilava in un nuovo tunnel e Barcellona aggrediva i biancorossi alla giugulare, agguantandoli e sorpassandoli. Fino al 46-51 a meno di 5 minuti dalla fine. Lì, sull’orlo del baratro, veniva fuori, da vero campione, Robinson. Sette punti di fila del play riaccendevano il cuore biancorosso (53-53) poi una tripla di Ruini (56-53) faceva esplodere il palasport. Reggio scappava via, fino al più 8, poi il finale da brividi che consegnava due punti pesantissimi alla Trenkwalder Sì, questa è l’arte di vincere.
VINCENDO una partita che, ad un certo punto sembrava già persa. E rischiando poi di perderla, quando sembrava già vinta. Toccando le fiamme dell’inferno a meno di 5 minuti dalla fine del match quando i siciliani sembravano avere il successo in pugno sul 46-51. E sfiorando il paradiso a 60 secondi dal termine quando i biancorossi, grazie ad un break di 15-2, erano saliti sul più 8 (61-53) e pensavano anche di poter conquistare la differenza canestri (all’andata la Trenkwalder era stata sconfitta con 6 lunghezze di margine). Poi Barcellona nell’ultimo giro di lancette ha fatto tutto quello che non era riuscita a fare per due ore ed è tornata lì, a un soffio dal successo, con due triple di Hicks ed una di Lukauskis. Troppo tardi, però, per riagguantare la partita. E così Reggio resta al comando della classifica e, probabilmente, elimina i siciliani dalla corsa alla promozione diretta. E il fatto che per Barcellona questa fosse quasi l’ultima spiaggia, ha pesato molto sul match.
PERCHÈ i siciliani sono scesi in campo con la «bava alla bocca», difendendo con grande vigoria fisica e dimostrando di aver preparato il match alla perfezione. Pancotto ha studiato una gabbia per bloccare Robinson, impedendogli di trovare le sue solite, devastanti, penetrazioni e la mossa ha funzionato. Priva del proprio play (nei primi 30 minuti il buon Dawan ha segnato solo un canestro su 11 tentativi...) la Trenkwalder ha cominciato subito ad annaspare. E per lunghi tratti dell’incontro, sembrava confusa e senza idee. Diciamo che se fosse stata una partita di scacchi, Barcellona l’avrebbe stravinta dando scacco matto in poche mosse. Nel basket, però, bisogna fare canestro. E i siciliani hanno sprecato in attacco (solo il 33% di realizzazione finale) tutto quanto riuscivano a costruire in difesa. Così dopo un avvio da incubo (8-16) la Trenkwalder si aggrappava disperatamente a Taylor e alla sua difesa riuscendo, prima, a restare a galla e poi a risalire la corrente. Tanto da andare al riposo in vantaggio sul 28-25.
IL PEGGIO, per i biancorossi, sembrava passato. Tanto che, in avvio di ripresa, Reggio provava addirittura la fuga con una tripla di Taylor (34-25). Mentre il palasport iniziava a sospirare di sollievo, Barcellona ricominciava la sua guerra di trincea, rendendo le due aree una sorta di tonnara in cui era quasi tutto lecito. La Trenkwalder si infilava in un nuovo tunnel e Barcellona aggrediva i biancorossi alla giugulare, agguantandoli e sorpassandoli. Fino al 46-51 a meno di 5 minuti dalla fine. Lì, sull’orlo del baratro, veniva fuori, da vero campione, Robinson. Sette punti di fila del play riaccendevano il cuore biancorosso (53-53) poi una tripla di Ruini (56-53) faceva esplodere il palasport. Reggio scappava via, fino al più 8, poi il finale da brividi che consegnava due punti pesantissimi alla Trenkwalder Sì, questa è l’arte di vincere.
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