Anche quest'anno la Pallacanestro Reggiana può andare fiera del lavoro svolto su proprio vivaio. Ha lavorato sodo sui giocatori e gatto anche un grande lavoro di scouting su talenti di altre squadre.
Alla Summer League di Imola la Trenk ha schierato diversi ragazzi in prova tra cui si è messo in evidenza il pivot Samuel Deguara, mentre al torneo Malagoli di Novellara era stato provato con buoni risultati il pivot svedese Sebastian Brusewitz (classe 1996).
A livello di risultati di squadra le cose non sono andate bene come lo scorso anno, però sono arrivati due riconoscimenti individuali che riempiono di orgoglio lo staff tecnico biancorosso: Riccardo Cervi, classe 1991, ha ricevuto il premio come miglior giocatore italiano della Legadue; Federico Mussini (1996) è stato selezionato il Michael Jordan Classic dove ha giocato da protagonista.Per i risultati di squadra bisogna ricordare che, soprattutto a livello giovanile, non è tanto la vittoria di un campionato che conta, quanto la crescita individuale dei giocatori in prospettiva di poterli inserire in formazioni senior. E’ Andrea Menozzi, il responsabile del settore giovanile, a tirare le somme dell’annata sportiva 2011/2012.
Come sono andate le vostre formazioni?
«A livello di lavoro abbiamo fatto bene, come risultati invece un po' meno».
Partiamo dall'Under 19: l’anno scorso era arrivata Lo alle semifinali nazionali, quest'anno?
«Avevamo una squadra meno esperta e profonda. Il nostro cammino si è fermato al girone dell'Interzona. Da un lato è forse andata meglio del previsto, ma devo riconoscere che il livello medio degli avversari non è stato inferiore rispetto all'anno scorso. Purtroppo all'Interzona non abbiamo fatto bene e siamo stati eliminati. Mi dispiace perché per i ragazzi, partecipare alle finali sarebbe stata un'esperienza molto positiva per la crescita».
L'Under 17?
«Ha fatto un'ottima stagione. E' vero che siamo usciti all'Interzona ma siamo anche stati molto sfortunati. Dopo un bellissimo girone iniziale in cui ci siamo classificati secondi in regione, nella fase successiva siamo capitati nel raggruppamento con Siena e Milano, due potenze. Sinceramente questo abbinamento, visto come ci eravamo classificati, mi ha sorpreso. Ci siamo presentati senza due giocatori e questo ha limitato le rotazioni. Nonostante tutto i ragazzi hanno lottato alla pari con entrambe le avversarie perdendo le due partite di 2 e 4 punti».
Passiamo agli Under 15.
«La squadra non partiva tra le favorite ma si è qualificata per le finali regionali».
Il prossimo anno esordirà tra i professionisti Ojaris Silins di cui da tempo si dice un gran bene: come è andata la sua stagione?
«Ha avuto qualche problema con un ginocchio ma credo abbia un ottimo potenziale. E' dotato fisicamente, è atletico, ora però deve fare un passo avanti a livello mentale. Nei professionisti troverà tanti giocatori fisicamente come lui, a fare la differenza sarà l'aspetto mentale. Dovrà essere più duro e deciso, in campo».
Ha trovato qualche difficoltà Giovanni Pini ma ci si aspetta di vederlo all'opera nella prossima stagione.
«Con Frates si era trovato a giocare in LegaDue senza pressioni, senza particolari aspettative e ha fatto molto bene. Quest'anno le cose erano un po' diverse, sentiva più pressione sulle spalle e si è trovato una forte concorrenza nel suo ruolo quindi non ha avuto molto spazio. Non deve preoccuparsi e continuare ad impegnarsi per far vedere quello che vale».
E' tornato dopo un lungo infortunio Francesco Veccia: come sta?
«Ha ripreso a giocare ed è a posto. Quest'anno finisce la scuola, peraltro con brillanti risultati, dal prossimo potrà dedicarsi ancor di più al basket. Il suo amore per la pallacanestro è incredibile».
La società sta anche facendo un grosso lavoro di ricerca di nuovi talenti: si sono visti anche alla Summer League diversi giocatori in prova...
«Cerchiamo di essere sempre molto attivi nel monitorare il mercato. La società continua a investire perché crede nel lavoro del settore giovanile. Non è facile, specialmente a livello di giocatori italiani, riuscire a portare a Reggio giovani promettenti perché la tendenza di molte squadre è di tenersi i giocatori validi. Anche quelle piccole preferiscono non lasciar andare i ragazzi in club più grossi, a meno di contropartite estremamente elevati. Tutto sommato è più facile reclutare ragazzi all'estero ma il nostro interesse resta principalmente sugli italiani».
Riccardo Bellelli gazzettadireggio23 Giugno 2012 09:38
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