Montepaschi Siena: L'impegno di coppa può influenzare a livello di stanchezza fisica o mentale la partita con la Trenkwalder?

REGGIO. Se qualcuno pensava che Siena fosse finita dopo i problemi estivi e il cambio di allenatore e tanti giocatori, questi primi mesi della stagione hanno dimostrato il contrario. Nella gara di andata la Trenkwalder sfiorò l'impresa al Palabigi, ma alla fine l'esperienza dei senesi ebbe la meglio. Da allora la formazione toscana ha lavorato sodo per trovare la giusta chimica tra i nuovi protagonisti, e ora il coach Luca Banchi può godersi la soddisfazione di essere in pieno recupero in campionato, ma soprattutto di essere l'unico ad essere ancora in gara in Eurolega.

All'andata Reggio affrontò una Siena in fase di costruzione, dopo i tanti cambiamenti estivi. Come è cambiata la sua formazione da allora?

«Abbiamo avuto un cammino molto impegnativo e intenso, sia sul fronte nazionale che continentale. Questo, attraverso elettrizzanti successi e qualche deludente sconfitta, ha contribuito a crescere la nostra conoscenza reciproca e la nostra competitività».

In Europa siete l'unica squadra italiana rimasta. Cos'è che vi permette di competere al livello delle migliori squadre europee?

«Il fatto di essere rimasta unica rappresentante italiana in Europa testimonia la qualità del nostro lavoro, la mentalità di un ambiente che abbina all'organizzazione una feroce determinazione nell'affrontare con grande cura ogni impegno. I giocatori impegnati a Siena percepiscono da subito la forte vocazione internazionale del club».

L'impegno di coppa può influenzare a livello di stanchezza fisica o mentale la partita con la Trenkwalder?

«Fin dall'inizio delle Top 16 di Eurolega abbiamo dovuto constatare una evidente flessione di rendimento della squadra in campionato, complice la frenesia del calendario ed i lunghi viaggi che dobbiamo affrontare, ma il processo di affermazione di questo nuovo gruppo dovrà passare anche dalla capacità di rigenerare energie e motivazioni ogni sera in cui saremo chiamati all'impegno agonistico, e mi auguro che questo accada anche nella gara contro Reggio».

Come vede la Final Eight e l'abbinamento con la Trenk?

«Valuto questa Final Eight aperta ad ogni pronostico, con l'evidente vantaggio per Milano di poter avere il favore del campo ed un organico nettamente più profondo delle altre contendenti. Non ho mai pensato che gli accoppiamenti potessero determinare dei vantaggi per l'una o l'altra squadra, dato che ogni gara "ad eliminazione" necessita di un approccio mentale e tecnico diverso da una partita di campionato».

Come sta andando l'ex reggiano Ben Ortner?

«Ora è infortunato e la sua assenza ci impedisce di sfruttare la consueta affidabilità, sia in gara che durante il lavoro settimanale, dove si distingue per dedizione e concentrazione. Il suo arrivo si è rivelato fondamentale soprattutto nelle prime settimane, riuscendo a colmare l'assenza per infortunio dei nostri lunghi, dimostrando esperienza e capacità di comprensione del gioco superiore alla media». (r.b.)
Gazzetta di Reggio 

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