Trenkwalder, il cuore immenso non basta
Grande prova d’orgoglio, ma Veroli vince e conquista la finale
- La Gazzetta di Reggio -
29/05/2010 09:11 - MAURO GRASSELLI
REGGIO. Con gara 3 delle semifinali play off termina la stagione della Trenkwalder, battuta anche in casa dalla corazzata Veroli, che si avvia alle finali, probabilmente con Casale Monferrato.
Finisce come da pronostico, con i ciociari più solidi e freschi fisicamente, più lunghi a livello di panchina, più bravi a utilizzare il miglior attacco del campionato. Ma finisce anche con un enorme cuore biancorosso che galleggia sotto il soffitto del Palabigi; un cuore mai morto, sembre capace di stupire, anche quando le energie sono palesemente al lumuicino e non resterebbe altro da fare che donare gli organi alla scienza cestistica. Finisce anche con i fischi agli arbitri, che probabilmente hanno sbagliato qualche decisione, ma di certo non hanno condizionato il risultato della terza e ultima sfida con la Prima Veroli.
BOMBA SU BOMBA. Avvio shock per la Trenkwalder, che si ritrova ad essere il bersaglio dei cecchini ciociari, micidiali al tiro dalla distanza. Rosselli, Draper, Gatto. Tutti a segno dall’arco, e dopo 3’ Reggio è già sotto 5-12. Ancora Gatto, poi Nissim e Rosselli, sempre da tre: 12-27 e partita già marchiata a fuoco dopo 7’. Reggio prova a reagire, ma fisicamente non c’è: cammina, mentre Veroli corre. Dentro Ibarra e Pugi, e l’impatto è positivo, perché i due cambi quantomeno mettono energia. Veroli continua a tirare con percentuali strepitose. Fine 1º quarto sul 18-34, con 7/9 da tre (78%). I ciociari continuano a far circolare la palla sul perimetro per liberare sistematicamente un tiratore, e le percentuali diventano più umane.
LACRIME E SANGUE. La Trenk s’aggrappa all’orgoglio e, dopo il -18, trova punti con Kieza, Fultz e Pugi. Ora ci si rotola sul parquet: un po’ wrestling e un po’ curling lacrime e sangue. La spia della benzina è lì che lampeggia, ma non importa. Reggio risale a -10. Hines, il centro tascabile dalle braccia illimitate, schiaccia e tira in faccia al vacanziero Smith. Boscagin prova a caricarsi la squadra sul groppone e la tiene a -10. Intervallo a -5 con 2/2 e bomba di Hite.
ILLUSIONE E LAMPIONE. Alla ripresa delle ostilità, Hite torna in buca (47-50) e il match sembra riaperto per davvero. Illusione, perché Veroli dà una pigiatina all’acceleratore e scappa via. Il pala s’infiamma quando fischiano un tecnico a Boscagin, ma nemmeno quell’elettroshock cambia l’inerzia. La spia della riserva diventa un lampione. I biancorossi danno l’anima, ma non c’è verso. Veroli tocca il +20. I 10’ finali potrebbero essere garbage-time, ma Reggio non molla e ricuce con le bombe di Boscagin e Fultz: 68-81. Gioco da 3 più entrata del play: 73-87 a 4’ dalla fine. A 3’ dal gong il Bigi è tutto per Frosini, richiamato in panca: applauso lunghissimo, e anche il mitico Frollo applaude il pala. A 2’33” la penultima secchiata di adrenalina: antisportivo a Hines, Fultz non sbaglia dalla lunetta. Smith fa 84-93 a 2’25”. Gancio di Kieza e -8. Poi vien giù il palazzone (e accorrono i carabinieri assieme al servizio d’ordine) quando gli arbitri fischiano fallo su uno scippo di Hite che parrebbe pulito. Palline di carta in campo, mentre Gatto fa 2/2. E’ il ko, rinsaldato dalla bomba di Nissim.
TUTTI IN PIEDI. Capitan «Bosca» mette l’ultimo canestro della stagione biancorossa. Finisce 91-102. Tutti in piedi ad applaudire la Trenk, perché tutti han capito che la squadra ha fatto molto più di quel che doveva fare.
- La Gazzetta di Reggio -
29/05/2010 09:11 - MAURO GRASSELLI
REGGIO. Con gara 3 delle semifinali play off termina la stagione della Trenkwalder, battuta anche in casa dalla corazzata Veroli, che si avvia alle finali, probabilmente con Casale Monferrato.
Finisce come da pronostico, con i ciociari più solidi e freschi fisicamente, più lunghi a livello di panchina, più bravi a utilizzare il miglior attacco del campionato. Ma finisce anche con un enorme cuore biancorosso che galleggia sotto il soffitto del Palabigi; un cuore mai morto, sembre capace di stupire, anche quando le energie sono palesemente al lumuicino e non resterebbe altro da fare che donare gli organi alla scienza cestistica. Finisce anche con i fischi agli arbitri, che probabilmente hanno sbagliato qualche decisione, ma di certo non hanno condizionato il risultato della terza e ultima sfida con la Prima Veroli.
BOMBA SU BOMBA. Avvio shock per la Trenkwalder, che si ritrova ad essere il bersaglio dei cecchini ciociari, micidiali al tiro dalla distanza. Rosselli, Draper, Gatto. Tutti a segno dall’arco, e dopo 3’ Reggio è già sotto 5-12. Ancora Gatto, poi Nissim e Rosselli, sempre da tre: 12-27 e partita già marchiata a fuoco dopo 7’. Reggio prova a reagire, ma fisicamente non c’è: cammina, mentre Veroli corre. Dentro Ibarra e Pugi, e l’impatto è positivo, perché i due cambi quantomeno mettono energia. Veroli continua a tirare con percentuali strepitose. Fine 1º quarto sul 18-34, con 7/9 da tre (78%). I ciociari continuano a far circolare la palla sul perimetro per liberare sistematicamente un tiratore, e le percentuali diventano più umane.
LACRIME E SANGUE. La Trenk s’aggrappa all’orgoglio e, dopo il -18, trova punti con Kieza, Fultz e Pugi. Ora ci si rotola sul parquet: un po’ wrestling e un po’ curling lacrime e sangue. La spia della benzina è lì che lampeggia, ma non importa. Reggio risale a -10. Hines, il centro tascabile dalle braccia illimitate, schiaccia e tira in faccia al vacanziero Smith. Boscagin prova a caricarsi la squadra sul groppone e la tiene a -10. Intervallo a -5 con 2/2 e bomba di Hite.
ILLUSIONE E LAMPIONE. Alla ripresa delle ostilità, Hite torna in buca (47-50) e il match sembra riaperto per davvero. Illusione, perché Veroli dà una pigiatina all’acceleratore e scappa via. Il pala s’infiamma quando fischiano un tecnico a Boscagin, ma nemmeno quell’elettroshock cambia l’inerzia. La spia della riserva diventa un lampione. I biancorossi danno l’anima, ma non c’è verso. Veroli tocca il +20. I 10’ finali potrebbero essere garbage-time, ma Reggio non molla e ricuce con le bombe di Boscagin e Fultz: 68-81. Gioco da 3 più entrata del play: 73-87 a 4’ dalla fine. A 3’ dal gong il Bigi è tutto per Frosini, richiamato in panca: applauso lunghissimo, e anche il mitico Frollo applaude il pala. A 2’33” la penultima secchiata di adrenalina: antisportivo a Hines, Fultz non sbaglia dalla lunetta. Smith fa 84-93 a 2’25”. Gancio di Kieza e -8. Poi vien giù il palazzone (e accorrono i carabinieri assieme al servizio d’ordine) quando gli arbitri fischiano fallo su uno scippo di Hite che parrebbe pulito. Palline di carta in campo, mentre Gatto fa 2/2. E’ il ko, rinsaldato dalla bomba di Nissim.
TUTTI IN PIEDI. Capitan «Bosca» mette l’ultimo canestro della stagione biancorossa. Finisce 91-102. Tutti in piedi ad applaudire la Trenk, perché tutti han capito che la squadra ha fatto molto più di quel che doveva fare.
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