Trenkwalder Reggio Emilia, Kenneth Viglianisi è la sorpresa del precampionato: «Il mio idolo è Rubio»
17/09/2011 09:30 - Gabriele Gallo
FACCIA TOSTA, grinta da vendere, straordinaria intensità difensiva. Kenneth Viglianisi, playmaker della Trenkwalder , classe 1992, nativo di Reggio Calabria è, finora, la sorpresa più lieta del precampionato del team di coach Menetti. Il giovane atleta, uno dei fiori all’occhiello del vivaio biancorosso, si è disimpegnato egregiamente nei due test ufficiali finora disputati dai reggiani: a Castelnovo Monti contro Pistoia e mercoledì scorso opposti alla Virtus Bologna. Viglianisi si è raccontato al Carlino durante l’aperitivo offerto dalla Car Server, sponsor biancorosso (“crediamo in questi ragazzi, nel loro entusiasmo” – ha detto il titolare, Giovanni Orlandini).
Viglianisi, se dal mattino si capisce il giorno, lei dove vuole arrivare?
“Per il momento ad essere utile in questo meraviglioso gruppo che è la Trenkwalder. Durante la preparazione ho lavorato bene. Sia nell’amichevole di Castelnovo, sia contro la Virtus, sapevo che avrei giocato. Ho cercato di dare il meglio di me”.
Cosa le ha detto coach Menetti?
“Che non me la sono cavata male, ma ci sono certamente tante parti del mio gioco che devo ancora migliorare. In particolare il coach mi ha raccomandato di non sprecare troppi secondi tenendo la palla in mano, di fare attenzione ai passaggi e di attaccare con più incisività il mio difensore”.
In teoria, con Francesco Veccia (attualmente fermo causa problemi alla schiena) si gioca il ruolo di vice Robinson. Si sente pronto?
“Il mio compito è essere in grado di sostituirlo quando è necessario, non facendo sentire troppo la sua mancanza alla squadra. Mi alleno per questo”.
Un ragazzo di Calabria a Reggio Emilia, come ci è arrivato?
“Mi ha scoperto Andrea Menozzi, gli devo tantissimo. Ho iniziato con la Viola Reggio Calabria, poi sono passato a Catanzaro. Mi allenavo spesso coi senior di B2 e giocavo abitualmente nelle serie minori. Menozzi mi ha notato e tre anni fa mi ha portato qui”.
La lontananza dalla sua famiglia è pesante? “A volte sì. Soprattutto vedo poco mio fratello. I miei vengono ogni tanto a trovarmi, ma hanno condiviso questa mia scelta. Sanno che ho un sogno da realizzare”.
A tale proposito, chi è il giocatore che vorrebbe imitare?
“Cerco di carpire i segreti di tanti campioni. Il mio idolo è Rubio”.
Ci leva una curiosità? Da dove arriva l’insolito nome di Kenneth?
“Da mia madre, che è tedesca. Quando si è trattato di scegliere il mio nome di battesimo, ha vinto la sua proposta. Tra l’altro mi piace moltissimo”.
ilrestodelcarlino
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