Trenkwalder, le parole del Presidente Landi
«Vogliamo essere una squadra che si diverte in campo e fa divertire»
E’ una Trenkwalder che sorprende (vedi Jesi); che deve recuperare le migliori condizioni fisiche e crescere, ma deve anche rimanere con i piedi per terra. Parola del presidente Stefano Landi.
Ma la Trenk non era la squadra che le perdeva quasi tutte in precampionato; il gruppo nuovo e giovane alla ricerca della chimica; la squadra che richiedeva tanta pazienza?
«Diciamo che noi, la società e l’allenatore, eravamo fiduciosi sul fatto che la squadra potesse fare bene - risponde Landi -. Avevamo alcune situazioni da mettere a posto, come quelle dei giocatori reduci da infortuni più o meno seri. Poi sono arrivati l’infortunio di Boscagin e i problemi fisici per Kudlacek e Slanina. Però eravamo fiduciosi. Siamo stati bravi a vincere queste prime due partite, caratterizzate da finali emozionanti. A Jesi siamo stati quasi sempre davanti, pur rischiando nel finale, mentre con Pavia si è giocato tutto sul filo di lana. Significa che non abbiamo ancora trovato una forma assoluta».
Però vincere a Jesi è un bel colpo.
«Certamente è stata una mezza impresa. Quello di Jesi è un campo ostico. La vittoria ci fa ben sperare. Sono rimasto positivamente sorpreso dalla prestazione della squadra. Si va in campo sempre per vincere e mai con l’idea di tornare a casa con 20 punti sul groppone, ma vedere la Trenkwalder a +16 era inimmaginabile. Poi Jesi ha recuperato, come era prevedibile, ma vincere su quel campo e in quel modo mi ha fatto molto piacere».
Tra l’altro, la Trenk ha realizzato 86 punti, con il 50% dal campo (33/66). Dopo i punteggi bassi del precampionato e della prima con Pavia.
«Anche questa è una nota lieta. Sappiamo di avere una squadra con un buon tiro. Oltre a Slanina, pure Fultz ha il tiro da 3 nel bagaglio tecnico, così come Pugi, match- winner a Jesi, Verri e Melli. E’ una squadra con molti punti nelle mani. Quella di Jesi spero sia solo la prima d’una serie di gare caratterizzate da punteggi alti, perché quando si segna tanto (e si vince) si dà spettacolo».
La Trenkwalder attende il vero Melli, alle prime partite vere dopo il lungo stop per infortunio, ed anche il rientro del vero Boscagin, dopo l’infortunio in precampionato.
«Sono sorpreso da Nicolò: ha cominciato alla grande. non dimentichiamo che viene da un infortunio molto serio. Siamo già contenti di quel che sta facendo, ma sappiamo che deve arrivare alla sua forma migliore. Boscagin? Con quello che fanno gli altri ragazzi, faticherà a trovare spazio in squadra. Battute a parte, dopo i pochi minuti giocati a Jesi, ne avrà di più nella prossima partita, perché contiamo di averlo presto nelle migliori condizioni fisiche».
Come giudica l’avvio stagionale dei giovani?
«Buono. L’abbiamo visto anche nella partita in casa con Pavia. Ma dobbiamo ricordare che con i giovani ci si devono aspettare alti e bassi. Non basta una buona partita per poter dire di avere in casa un fenomeno. Però abbiamo tanti giovani che tengono bene il campo per tanti minuti nel secondo campionato professionistico. Questo fa ben sperare».
Federico Pugi. Forse a Jesi si chiedono perché.
«Lo seguivamo anche l’anno scorso a Imola. Quando si fermò per infortunio era già un giocatore importante per la sua squadra. Il Pugi vero è quello. Non possiamo sempre aspettarci 20 punti a partita, né le percentuali al tiro viste a Jesi, però non dimentichiamo che è del 1985, ha 24 anni, ha una schiena che in carriera lo ha fatto tribolare e che non si è ancora espresso al meglio. Ma è un signor giocatore. Noi puntiamo molto su di lui».
Vista la Trenk in versione jesina, si può dire che la squadra può essere l’outsider del campionato?
«Mi auguro che diventi lo spauracchio del campionato. Ma ci sono altre sorprese, come Rimini a punteggio pieno e con vittorie d’autorità. Il campionato è molto lungo, però ci candidiamo ad essere una squadra che si diverte in campo e che fa divertire».
Un traguardo ambizioso ma anche prudente.
«Siamo realisti: noi ci auguriamo di arrivare prima possibile alla salvezza. Poi quel che verrà dopo sarà tutto buono. Non ho mai pensato di aver allestito una squadra-materasso, una squadretta di giovani che viaggia in bilico tra salvezza e retrocessione. Del resto, Ramagli non avrebbe mai sposato un progetto di questo tipo. Abbiamo allestito una squadra con i giovani ma anche con elementi di sicura esperienza, come Slanina e Frosini, che aiuteranno il processo di crescita ai ragazzi».
Che cosa manca a questa Trenkwalder?
«Non vedo qualcosa che possa mancare, se non le migliori condizioni fisiche. D’altra parte, è quasi impossibile che non ci sia almeno un giocatore con qualche problema. Basta una distorsione per mettere un atleta fuori squadra per un paio di settimane, più una terza per riprendere il ritmo. Noi ora dobbiamo rimettere in forma Melli e Pugi, poi far rientrare bene Boscagin. Diciamo che non ci manca nulla. Anche perché l’armonia c’è, fin dal precampionato».
Le due vittorie, frutto anche del carattere del gruppo, hanno creato un clima molto buono in vista del match con Latina.
«L’importante è tenere i piedi molto per terra. C’è voglia di far bene; c’è la sfrontatezza dei giovani che sanno tirar fuori prestazioni super anche in condizioni difficili come quelle di Jesi, ma l’importante è preparare bene la partita con Latina. Avremo la possibilità di avere un bel pubblico: mi auguro non solo i quasi 1.700 abbonati, ma molti spettatori in più, che avranno apprezzato le prime due gare stagionali».
E’ una Trenkwalder che sorprende (vedi Jesi); che deve recuperare le migliori condizioni fisiche e crescere, ma deve anche rimanere con i piedi per terra. Parola del presidente Stefano Landi.
Ma la Trenk non era la squadra che le perdeva quasi tutte in precampionato; il gruppo nuovo e giovane alla ricerca della chimica; la squadra che richiedeva tanta pazienza?
«Diciamo che noi, la società e l’allenatore, eravamo fiduciosi sul fatto che la squadra potesse fare bene - risponde Landi -. Avevamo alcune situazioni da mettere a posto, come quelle dei giocatori reduci da infortuni più o meno seri. Poi sono arrivati l’infortunio di Boscagin e i problemi fisici per Kudlacek e Slanina. Però eravamo fiduciosi. Siamo stati bravi a vincere queste prime due partite, caratterizzate da finali emozionanti. A Jesi siamo stati quasi sempre davanti, pur rischiando nel finale, mentre con Pavia si è giocato tutto sul filo di lana. Significa che non abbiamo ancora trovato una forma assoluta».
Però vincere a Jesi è un bel colpo.
«Certamente è stata una mezza impresa. Quello di Jesi è un campo ostico. La vittoria ci fa ben sperare. Sono rimasto positivamente sorpreso dalla prestazione della squadra. Si va in campo sempre per vincere e mai con l’idea di tornare a casa con 20 punti sul groppone, ma vedere la Trenkwalder a +16 era inimmaginabile. Poi Jesi ha recuperato, come era prevedibile, ma vincere su quel campo e in quel modo mi ha fatto molto piacere».
Tra l’altro, la Trenk ha realizzato 86 punti, con il 50% dal campo (33/66). Dopo i punteggi bassi del precampionato e della prima con Pavia.
«Anche questa è una nota lieta. Sappiamo di avere una squadra con un buon tiro. Oltre a Slanina, pure Fultz ha il tiro da 3 nel bagaglio tecnico, così come Pugi, match- winner a Jesi, Verri e Melli. E’ una squadra con molti punti nelle mani. Quella di Jesi spero sia solo la prima d’una serie di gare caratterizzate da punteggi alti, perché quando si segna tanto (e si vince) si dà spettacolo».
La Trenkwalder attende il vero Melli, alle prime partite vere dopo il lungo stop per infortunio, ed anche il rientro del vero Boscagin, dopo l’infortunio in precampionato.
«Sono sorpreso da Nicolò: ha cominciato alla grande. non dimentichiamo che viene da un infortunio molto serio. Siamo già contenti di quel che sta facendo, ma sappiamo che deve arrivare alla sua forma migliore. Boscagin? Con quello che fanno gli altri ragazzi, faticherà a trovare spazio in squadra. Battute a parte, dopo i pochi minuti giocati a Jesi, ne avrà di più nella prossima partita, perché contiamo di averlo presto nelle migliori condizioni fisiche».
Come giudica l’avvio stagionale dei giovani?
«Buono. L’abbiamo visto anche nella partita in casa con Pavia. Ma dobbiamo ricordare che con i giovani ci si devono aspettare alti e bassi. Non basta una buona partita per poter dire di avere in casa un fenomeno. Però abbiamo tanti giovani che tengono bene il campo per tanti minuti nel secondo campionato professionistico. Questo fa ben sperare».
Federico Pugi. Forse a Jesi si chiedono perché.
«Lo seguivamo anche l’anno scorso a Imola. Quando si fermò per infortunio era già un giocatore importante per la sua squadra. Il Pugi vero è quello. Non possiamo sempre aspettarci 20 punti a partita, né le percentuali al tiro viste a Jesi, però non dimentichiamo che è del 1985, ha 24 anni, ha una schiena che in carriera lo ha fatto tribolare e che non si è ancora espresso al meglio. Ma è un signor giocatore. Noi puntiamo molto su di lui».
Vista la Trenk in versione jesina, si può dire che la squadra può essere l’outsider del campionato?
«Mi auguro che diventi lo spauracchio del campionato. Ma ci sono altre sorprese, come Rimini a punteggio pieno e con vittorie d’autorità. Il campionato è molto lungo, però ci candidiamo ad essere una squadra che si diverte in campo e che fa divertire».
Un traguardo ambizioso ma anche prudente.
«Siamo realisti: noi ci auguriamo di arrivare prima possibile alla salvezza. Poi quel che verrà dopo sarà tutto buono. Non ho mai pensato di aver allestito una squadra-materasso, una squadretta di giovani che viaggia in bilico tra salvezza e retrocessione. Del resto, Ramagli non avrebbe mai sposato un progetto di questo tipo. Abbiamo allestito una squadra con i giovani ma anche con elementi di sicura esperienza, come Slanina e Frosini, che aiuteranno il processo di crescita ai ragazzi».
Che cosa manca a questa Trenkwalder?
«Non vedo qualcosa che possa mancare, se non le migliori condizioni fisiche. D’altra parte, è quasi impossibile che non ci sia almeno un giocatore con qualche problema. Basta una distorsione per mettere un atleta fuori squadra per un paio di settimane, più una terza per riprendere il ritmo. Noi ora dobbiamo rimettere in forma Melli e Pugi, poi far rientrare bene Boscagin. Diciamo che non ci manca nulla. Anche perché l’armonia c’è, fin dal precampionato».
Le due vittorie, frutto anche del carattere del gruppo, hanno creato un clima molto buono in vista del match con Latina.
«L’importante è tenere i piedi molto per terra. C’è voglia di far bene; c’è la sfrontatezza dei giovani che sanno tirar fuori prestazioni super anche in condizioni difficili come quelle di Jesi, ma l’importante è preparare bene la partita con Latina. Avremo la possibilità di avere un bel pubblico: mi auguro non solo i quasi 1.700 abbonati, ma molti spettatori in più, che avranno apprezzato le prime due gare stagionali».
di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio
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