Trenkwalder non da scampo alla Reyer decimata
In trasferta per l’Umana arriva la terza sconfitta consecutiva. Ha vinto solo a Scafati, sul parquet della cenerentola del campionato di Legadue. Questa volta però le attenuanti sono tantissime. Senza Garris, Davis, Rombaldoni e con Janicenoks a mezzo servizio la Reyer non poteva fare molto di più.
Coach Dell’Agnello parte con Meini, Maxwell, Janicenoks, Allegretti e Di Giuliomaria. L’unico vantaggio orogranata è alla prima azione (0-3), gli emiliani reagiscono con un break di 9-0 già significativo. Orogranata troppo imprecisi, anche ai tiri liberi, i giocatori di casa sono più veloci, abili a smarcarsi. Sul 15-5 la Reyer ci prova da lontano, senza fortuna. Al 6' entra Marco Ceron, 17 anni, che infila il canestro del 21-13. Al primo intervallo breve Venezia va sul -10, nel secondo quarto rinviene sul 25-22, grazie a Rinaldi e a Di Giuliomaria. E’ uno sprazzo perchè Reggio riprende subito il largo, 41-28 al 18’: Allegretti non basta, Janicenoks sbaglia; all’intervallo il 44-30 è preoccupante, con errori da fuori e dalla lunetta.
Al rientro dagli spogliatoi l’Umana si batte, senza mai rientrare completamente in partita. Janicenoks e Allegretti in contropiede mettono il 50-40, al 24', Boscagin e Smith replicano con un 5-0. La Trenkwalder sfrutta quasi tutte le occasioni, i veneziani perdono troppi palloni, persino per infrazione di passi, la via del canestro per loro è sempre tortuosa. Il gap diventa mortificante, sul 63-44 del 28’ (Marigney e Melli), 65-49 all’ultimo stop. Rimonta impossibile nella quarta frazione, l’Umana cerca di limitare i danni, lo spettacolo è offerto dai due americani di Reggio, Smith e Marigney. Il punteggio diventa rotondo, sull’80-60, la Reyer approfitta del rilassamento degli emiliani e chiude sull’87-72, raggiunta al sesto posto da Imola, capace di battere in volata Jesi. Reggio ha due punti in più, 10 contro 8 e una gara da recuperare. Il migliore è stato Christian Di Giuliomaria, da salvare il dinamismo iniziale di Marco Allegretti, la discreta continuità di Tommaso Rinaldi. Meini ha fato quel che ha potuto, come Janicenoks, quest’ultimo a corto di allenamento. Poco incisivo Causin, al pari di Maxwell. (Il Gazzettino 23/11/2009)
Coach Dell’Agnello parte con Meini, Maxwell, Janicenoks, Allegretti e Di Giuliomaria. L’unico vantaggio orogranata è alla prima azione (0-3), gli emiliani reagiscono con un break di 9-0 già significativo. Orogranata troppo imprecisi, anche ai tiri liberi, i giocatori di casa sono più veloci, abili a smarcarsi. Sul 15-5 la Reyer ci prova da lontano, senza fortuna. Al 6' entra Marco Ceron, 17 anni, che infila il canestro del 21-13. Al primo intervallo breve Venezia va sul -10, nel secondo quarto rinviene sul 25-22, grazie a Rinaldi e a Di Giuliomaria. E’ uno sprazzo perchè Reggio riprende subito il largo, 41-28 al 18’: Allegretti non basta, Janicenoks sbaglia; all’intervallo il 44-30 è preoccupante, con errori da fuori e dalla lunetta.
Al rientro dagli spogliatoi l’Umana si batte, senza mai rientrare completamente in partita. Janicenoks e Allegretti in contropiede mettono il 50-40, al 24', Boscagin e Smith replicano con un 5-0. La Trenkwalder sfrutta quasi tutte le occasioni, i veneziani perdono troppi palloni, persino per infrazione di passi, la via del canestro per loro è sempre tortuosa. Il gap diventa mortificante, sul 63-44 del 28’ (Marigney e Melli), 65-49 all’ultimo stop. Rimonta impossibile nella quarta frazione, l’Umana cerca di limitare i danni, lo spettacolo è offerto dai due americani di Reggio, Smith e Marigney. Il punteggio diventa rotondo, sull’80-60, la Reyer approfitta del rilassamento degli emiliani e chiude sull’87-72, raggiunta al sesto posto da Imola, capace di battere in volata Jesi. Reggio ha due punti in più, 10 contro 8 e una gara da recuperare. Il migliore è stato Christian Di Giuliomaria, da salvare il dinamismo iniziale di Marco Allegretti, la discreta continuità di Tommaso Rinaldi. Meini ha fato quel che ha potuto, come Janicenoks, quest’ultimo a corto di allenamento. Poco incisivo Causin, al pari di Maxwell. (Il Gazzettino 23/11/2009)
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