In 200 secondi la Trenkwalder spazza via l'Aget
21/12/2009 10:58 - Trenkwalder 89 Aget Imola 71
TRENKWALDER: Smith 17 (8/11, 0/1), Melli 17 (8/10), Marigney 17 (3/3, 3/5), Boscagin 6 (3/5, 0/2), Fultz 19 (2/4, 5/6); Frosini 4 (2/5), Pugi 2 (1/2, 0/3), Kudlacek 3 (1/2, 0/1), Verri 4 (1/1 da 3). N.E. Ancellotti. All. Ramagli
AGET IMOLA: Ezugwu 13 (5/12), Masoni 1 (0/1, 0/3), Prato 11 (1/5, 3/6), Whiting 31 (8/9, 2/3), Vaden 11 (1/2, 3/9); Fazzi, Amoni, Bruttini 4 (2/3). N.E. Pasini e Scagliarini. All. Lasi
Arbitri Di Modica, Federici e Beneduce
NOTE - Parziali tempi: 23-20, 43-37, 60-56. Tiri liberi: Trenkwalder 6/10, Aget 13/19. Rimbalzi: 31-26 per la Trenkwalder. Spettatori 2308 per 25656.
(di Daniele Barilli - Il Resto del Carlino)
UN TERREMOTO lungo 200 secondi. Una scossa tellurica che spazza via una partita nata sotto il segno della paura. E la trasforma in una passerella trionfale. Duecento secondi infiniti per Imola, che sente il parquet crollarle sotto i piedi e non riesce a trovare nessun appiglio per restare in piedi. Duecento secondi esaltanti per la Trenkwalder che prende l’ascensore e vola in alto, verso un successo di dimensioni esagerate, ma, alla resa dei conti, più che meritato.
PERCHÉ i biancorossi hanno avuto sempre in mano le chiavi dell’incontro chiudendo con il 61% di realizzazione (37 canestri su 61 tiri). Hanno dettato i ritmi del match. Hanno dimostrato di avere qualcosa in più degli avversari. Hanno difeso meglio e con più intensità. Hanno provato a più riprese a fuggire via (dal 6-0 iniziale al 42-34 del secondo quarto). Tante piccole spallate alla partita che gli ospiti hanno sempre rintuzzato grazie ai tiri da 3 punti, alle invenzioni di uno scatenato Whiting e a qualche fiammata delle altre stelle romagnole peraltro un pochino deludenti (soprattutto Prato che ha segnato 8 punti in apertura di ripresa ma, per il resto, non si è quasi mai visto). Poi, al 35°, sul punteggio di 66-64, quando ci si preparava ad un finale pieno di sofferenza, ecco il terremoto lungo 200 secondi.
IMOLA, all’improvviso, è scomparsa dal campo. Ha pagato tutti gli sforzi effettuati per restare aggrappata alla partita. Ha pagato la mancanza di cambi e rotazioni. Ha pagato tutto e ha pagato carissimo, ritrovandosi senza benzina. E così la Trenkwalder, arrivata sul rettilineo d’arrivo più fresca e riposata, ha aperto nuovamente il gas ed è fuggita via. Dal 66-64 i biancorossi sopno volati, in 200 secondi, sul punteggio di 81-66 con un parziale di 15-2. Un vero e proprio terremoto.
ED È vero che per l’Aget la punizione finale è stata troppo severa, ma è altrettanto vero che gli ospiti sono arrivati talmente nudi alla meta da subire 29 punti nell’ultimo quarto. Nel serbatoio dell’Aget (i cui supporter, ahinoi, non si sono distinti per correttezza rischiando di far degenerare il tifo sugli spalti...), insomma, non c’erano più energie. La squadra di Lasi, le aveva spese tutte per restare aggrappata, con le unghie e con i denti, all’incontro. Poi, quando il varco si è aperto, la resa è stata totale. Ma che i meccanismi di Masoni e compagni si stessero inceppando lo si era già capito qualche minuto prima, quando ogni azione, per l’Aget, era diventata un piccolo calvario. Fin quando Whiting ha fatto pentole e coperchi, gli ospiti hanno retto, poi sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. E così Reggio mette sotto l’albero di Natale un bellissimo 2° posto in classifica, al pari di Veroli e a 4 punti dalla capolista Sassari: meglio di così, diciamo la verità, il 2009 non si poteva chiudere.
TRENKWALDER: Smith 17 (8/11, 0/1), Melli 17 (8/10), Marigney 17 (3/3, 3/5), Boscagin 6 (3/5, 0/2), Fultz 19 (2/4, 5/6); Frosini 4 (2/5), Pugi 2 (1/2, 0/3), Kudlacek 3 (1/2, 0/1), Verri 4 (1/1 da 3). N.E. Ancellotti. All. Ramagli
AGET IMOLA: Ezugwu 13 (5/12), Masoni 1 (0/1, 0/3), Prato 11 (1/5, 3/6), Whiting 31 (8/9, 2/3), Vaden 11 (1/2, 3/9); Fazzi, Amoni, Bruttini 4 (2/3). N.E. Pasini e Scagliarini. All. Lasi
Arbitri Di Modica, Federici e Beneduce
NOTE - Parziali tempi: 23-20, 43-37, 60-56. Tiri liberi: Trenkwalder 6/10, Aget 13/19. Rimbalzi: 31-26 per la Trenkwalder. Spettatori 2308 per 25656.
(di Daniele Barilli - Il Resto del Carlino)
UN TERREMOTO lungo 200 secondi. Una scossa tellurica che spazza via una partita nata sotto il segno della paura. E la trasforma in una passerella trionfale. Duecento secondi infiniti per Imola, che sente il parquet crollarle sotto i piedi e non riesce a trovare nessun appiglio per restare in piedi. Duecento secondi esaltanti per la Trenkwalder che prende l’ascensore e vola in alto, verso un successo di dimensioni esagerate, ma, alla resa dei conti, più che meritato.
PERCHÉ i biancorossi hanno avuto sempre in mano le chiavi dell’incontro chiudendo con il 61% di realizzazione (37 canestri su 61 tiri). Hanno dettato i ritmi del match. Hanno dimostrato di avere qualcosa in più degli avversari. Hanno difeso meglio e con più intensità. Hanno provato a più riprese a fuggire via (dal 6-0 iniziale al 42-34 del secondo quarto). Tante piccole spallate alla partita che gli ospiti hanno sempre rintuzzato grazie ai tiri da 3 punti, alle invenzioni di uno scatenato Whiting e a qualche fiammata delle altre stelle romagnole peraltro un pochino deludenti (soprattutto Prato che ha segnato 8 punti in apertura di ripresa ma, per il resto, non si è quasi mai visto). Poi, al 35°, sul punteggio di 66-64, quando ci si preparava ad un finale pieno di sofferenza, ecco il terremoto lungo 200 secondi.
IMOLA, all’improvviso, è scomparsa dal campo. Ha pagato tutti gli sforzi effettuati per restare aggrappata alla partita. Ha pagato la mancanza di cambi e rotazioni. Ha pagato tutto e ha pagato carissimo, ritrovandosi senza benzina. E così la Trenkwalder, arrivata sul rettilineo d’arrivo più fresca e riposata, ha aperto nuovamente il gas ed è fuggita via. Dal 66-64 i biancorossi sopno volati, in 200 secondi, sul punteggio di 81-66 con un parziale di 15-2. Un vero e proprio terremoto.
ED È vero che per l’Aget la punizione finale è stata troppo severa, ma è altrettanto vero che gli ospiti sono arrivati talmente nudi alla meta da subire 29 punti nell’ultimo quarto. Nel serbatoio dell’Aget (i cui supporter, ahinoi, non si sono distinti per correttezza rischiando di far degenerare il tifo sugli spalti...), insomma, non c’erano più energie. La squadra di Lasi, le aveva spese tutte per restare aggrappata, con le unghie e con i denti, all’incontro. Poi, quando il varco si è aperto, la resa è stata totale. Ma che i meccanismi di Masoni e compagni si stessero inceppando lo si era già capito qualche minuto prima, quando ogni azione, per l’Aget, era diventata un piccolo calvario. Fin quando Whiting ha fatto pentole e coperchi, gli ospiti hanno retto, poi sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. E così Reggio mette sotto l’albero di Natale un bellissimo 2° posto in classifica, al pari di Veroli e a 4 punti dalla capolista Sassari: meglio di così, diciamo la verità, il 2009 non si poteva chiudere.
TRA L’ALTRO nella storia di una partita molto combattuta per i primi 35 minuti, ci sono altre due o tre storie che meritano di essere raccontate. C’è la storia di Melli che, proprio un anno fa, urlava di dolore ed usciva piangendo dal parquet. Ieri il cerchio si è chiuso nel migliore dei modi. Perché Nicolò ha giocato la miglior gara della stagione insieme a quella di Udine, trovando canestri difficilissimi e non uscendo mai dalla partita nè con la testa nè con il cuore. Nick è tornato, insomma, e subito il volto della Trenkwalder è cambiato. Così come è tornato il vero Fultz. Dopo un paio di gare negative, il talentuoso play ci teneva a dimostrare che le gare di inizio stagione non erano state meteore. E ieri ha fatto a fettine la difesa dell’Aget con le sue micidiali conclusioni da 3 punti. Ci dispiace solo che dagli spalti siano arrivati fischi ingenerosi dopo un paio di palle perse. Ingenerosi perché Fultz stava giocando bene e dettando alla perfezione i ritmi della squadra. Se a loro due, poi, si aggiunge un Marigney che sta crescendo partita dopo partita, ecco perché si può guardare con ottimismo al futuro. Sarà un buonissimo Natale. Tanti auguri.
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