Trenkwalder, il bilancio resta positivo
Il doppio stop consecutivo - giovedì scorso in casa con Pistoia e domenica a Sassari - non intacca quanto di buono la Trenkwalder è riuscita a fare fino ad ora nel campionato di Legadue.
La squadra di Alessandro Ramagli è stata costruita con l’intento di raggiungere la salvezza, ma sul campo ha bruciato le tappe, soprendendo probabilmente lo stesso staff tecnico-societario.
LA GRADUATORIA. L’attuale terzo posto in classifica, a quattro punti dalla vetta e a ben dieci punti di vantaggio sulla zona-retrocessione, è una collocazione per la quale la società biancorossa avrebbe fatto una firma grande così, l’estate scorsa.
Nove giorni fa, grazie al blitz messo a segno sul campo dell’Enel Brindisi, la Trenkwalder si è ritrovata in vetta alla classifica assieme al Banco di Sardegna Sassari. Poi è arrivata la resa con la Carmatic Pistoia nel turno infrasettimanale, dovuta alla buona prestazione degli avversari, rinforzati da Gregor Fucka, ma anche e soprattutto alle pile scariche dei giocatori reggiani. Infine, due giorni fa è stata alzata bandiera bianca al Palaserradimigni di Sassari.
Ora la formazione biancorossa dovrebbe cercare di non farsi condizionare dagli alti e bassi stagionali - sia i giocatori che lo staff lo sanno benissimo - e puntare a crescere di giorno in giorno, allenamento dopo allenamento, così come ha saputo fare in questi primi tre mesi e mezzo.
FINAL FOUR. La salvezza è il primo e principale traguardo stagionale. Potrebbero bastare appena tre vittorie nelle 18 partite che mancano alla fine della stagione regolare, dal momento che a quota 22 punti la permanenza in Legadue dovrebbe essere assicurata. Una volta raggiunto il traguardo, la squadra punterà alla zona play off.
Ma sulla strada dei biancorossi il primissimo striscione stagionale è un altro: l’accesso alla Final Four, la Coppa Italia di Legadue. Alla fine del girone d’andata, vi accederanno le prime quattro squadre in classifica. Traguardo alla portata della formazione biancorossa, sia in considerazione dell’attuale terzo posto, sia in virtù di un calendario impegnativo ma non «impossibile», con due partite casalinghe (Imola e Veroli) e una esterna (Vigevano). Ma ovviamente i giochi sono apertissimi, in ottica Final Four, anche perché la classifica resta compatta ed il campionato sempre caratterizzato da un grande equilibrio.
GLI ERRORI. Quanto alla partita di Sassari, il coach Ramagli ha indicato nel pessimo avvio biancorosso una delle cause principali della sconfitta. Il Banco di Sardegna non ha faticato ad imporre il proprio basket, veloce e concreto. I biancorossi hanno lasciato scappare gli avversari, riuscendo a reagire nella terza frazione, ma poi si sono fermati consentendo ai sardi di salire a +19.
Positiva la capacità dei biancorossi di non mollare. La squadra ha saputo risalire fino al -7 a metà dell’ultimo quarto. Ma a quel punto un paio di errori al tiro hanno frenato il rientro, mentre la «ripartenza» del bombarolo Jason Rowe ha messo il tappo sulla partita.
LA LEZIONE. Pesanti, nel complesso, le palle perse: 21, contro le 11 del Banco di Sardegna. Di rilievo anche l’impatto difensivo non ottimale, che ha consentito ai sassaresi di conquistare molti secondi tiri.
«Una lezione, per una squadra giovane, che però secondo me deve un po’ smettere di dire di essere soltanto una squadra giovane - ha commentato Ramagli a fine gara -. Dopo undici partite giocate in questo campionato, inizia ad essere una squadra un po’ meno giovane». (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio)
La squadra di Alessandro Ramagli è stata costruita con l’intento di raggiungere la salvezza, ma sul campo ha bruciato le tappe, soprendendo probabilmente lo stesso staff tecnico-societario.
LA GRADUATORIA. L’attuale terzo posto in classifica, a quattro punti dalla vetta e a ben dieci punti di vantaggio sulla zona-retrocessione, è una collocazione per la quale la società biancorossa avrebbe fatto una firma grande così, l’estate scorsa.
Nove giorni fa, grazie al blitz messo a segno sul campo dell’Enel Brindisi, la Trenkwalder si è ritrovata in vetta alla classifica assieme al Banco di Sardegna Sassari. Poi è arrivata la resa con la Carmatic Pistoia nel turno infrasettimanale, dovuta alla buona prestazione degli avversari, rinforzati da Gregor Fucka, ma anche e soprattutto alle pile scariche dei giocatori reggiani. Infine, due giorni fa è stata alzata bandiera bianca al Palaserradimigni di Sassari.
Ora la formazione biancorossa dovrebbe cercare di non farsi condizionare dagli alti e bassi stagionali - sia i giocatori che lo staff lo sanno benissimo - e puntare a crescere di giorno in giorno, allenamento dopo allenamento, così come ha saputo fare in questi primi tre mesi e mezzo.
FINAL FOUR. La salvezza è il primo e principale traguardo stagionale. Potrebbero bastare appena tre vittorie nelle 18 partite che mancano alla fine della stagione regolare, dal momento che a quota 22 punti la permanenza in Legadue dovrebbe essere assicurata. Una volta raggiunto il traguardo, la squadra punterà alla zona play off.
Ma sulla strada dei biancorossi il primissimo striscione stagionale è un altro: l’accesso alla Final Four, la Coppa Italia di Legadue. Alla fine del girone d’andata, vi accederanno le prime quattro squadre in classifica. Traguardo alla portata della formazione biancorossa, sia in considerazione dell’attuale terzo posto, sia in virtù di un calendario impegnativo ma non «impossibile», con due partite casalinghe (Imola e Veroli) e una esterna (Vigevano). Ma ovviamente i giochi sono apertissimi, in ottica Final Four, anche perché la classifica resta compatta ed il campionato sempre caratterizzato da un grande equilibrio.
GLI ERRORI. Quanto alla partita di Sassari, il coach Ramagli ha indicato nel pessimo avvio biancorosso una delle cause principali della sconfitta. Il Banco di Sardegna non ha faticato ad imporre il proprio basket, veloce e concreto. I biancorossi hanno lasciato scappare gli avversari, riuscendo a reagire nella terza frazione, ma poi si sono fermati consentendo ai sardi di salire a +19.
Positiva la capacità dei biancorossi di non mollare. La squadra ha saputo risalire fino al -7 a metà dell’ultimo quarto. Ma a quel punto un paio di errori al tiro hanno frenato il rientro, mentre la «ripartenza» del bombarolo Jason Rowe ha messo il tappo sulla partita.
LA LEZIONE. Pesanti, nel complesso, le palle perse: 21, contro le 11 del Banco di Sardegna. Di rilievo anche l’impatto difensivo non ottimale, che ha consentito ai sassaresi di conquistare molti secondi tiri.
«Una lezione, per una squadra giovane, che però secondo me deve un po’ smettere di dire di essere soltanto una squadra giovane - ha commentato Ramagli a fine gara -. Dopo undici partite giocate in questo campionato, inizia ad essere una squadra un po’ meno giovane». (di Mauro Grasselli - La Gazzetta di Reggio)
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