Trenkwalder Reggio Emilia: e se si vince anche a Brindisi?
FIGLI DI un dio maggiore. Ebbene sì: chi l’avrebbe mai detto? Chi, in estate, avrebbe mai pensato, immaginato, sognato e pronosticato che la Trenkwalder il 6 dicembre sarebbe volata a Brindisi al comando della classifica e con due punti di vantaggio sull’Enel? Nessuno. E, invece, i «monelli terribili» di Ramagli sono lassù, dopo aver conquistato 7 vittorie in 9 partite. Hanno dimostrato, i biancorossi, di avere anima e cuore. Tecnica e coraggio. Hanno dimostrato, fino ad ora, tante cose. Ora manca solo l’ultima certezza. L’ultimo salto di qualità. L’ultima pennellata. Quella che ti cambia la vita. Perché, malgrado quello che è riuscita a combinare, cambiando assetto in corsa e dovendo far fronte agli infortuni di Boscagin. Slanina e Fultz, siamo un po’ tutti ancora increduli sulle reali potenzialità della compagine reggiana. Continuiamo a pensare che, prima o poi, questa corsa magica si fermerà e si interromperà. Continuiamo a darci dei pizzicotti per capire se siamo svegli o stiamo sognando. Siamo lì a parlare, tutte le settimane, di esame di maturità. O di partita della verità. E se invece... E SE INVECE, tutto questo, fosse vero? Verissimo? Se, semplicemente, la Trenkwalder avesse azzeccato tutto o quasi? Se, insomma, questa squadra fosse al comando solo e semplicemente perché se lo merita? Se fossimo stati noi a sottovalutare le potenzialità di Fultz e soci? Tante domande che, forse, già oggi potrebbero trovare risposte concrete. Perché, suvvia, diciamoci la verità: se la Trenkwalder dovesse riportare a casa la pellaccia e i due punti anche oggi da Brindisi, non si potrebbe più far finta di niente. Da quel momento i biancorossi diventerebbero, ufficialmente, una delle compagini candidate al salto di categoria. E, tutti quanti, saremmo costretti a smettere la litania dell’incredulità e degli esami di maturità. Quello di Brindisi, insomma, a nostro modo di vedere, è l’ultimo test. Il più difficile e severo, sotto certi profili, ma, al contempo, pure uno tra i più facili. UNA PARTITA dai due volti, insomma. Perché, inutile nasconderlo, l’Enel è una squadra fortissima. Costruita per volare nella massima serie con un quintetto da serie A (Crispin, Maresca, Thomas, Radulovic e Bryan), due americani che garantiscono 40 punti a partita e tre giocatori in panchina di buonissima qualità (l’ex Infante, Cardinali e Pinton). A questo aggiuntete che i pugliesi andranno in campo con il dente avvelenato per la sconfitta patita a Imola e che Luca Infante cercherà di scaricare sul parquet tutta la rabbia per un divorzio mai digerito dal club reggiano. Poi metteteci pure che in caso di sconfitta odierna il treno per la promozione diretta comincerebbe ad allontanarsi troppo per i pugliesi e capirete che la squadra di Perdichizzi scenderà in campo con la bava alla bocca. Ovvio che, messa così, la gara è durissima. Però, al contempo, la Trenkwalder parte con un grande vantaggio: non ha nulla da perdere. Può giocare a cuor sereno. Può permettersi pure di perdere. E in queste condizioni, si sa, a volte tutto diventa facilissimo. Soprattutto se i biancorossi confermeranno quella solidità mostrata nelle ultime gare e riusciranno a far funzionare quella difesa che fino ad oggi ha spento quasi tutti gli avversari ed è, al momento, la seconda miglior retroguardia del torneo. E POI, ridendo e scherzando, c’è anche un piccolo anniversario da festeggiare. Giusto un anno fa, di questi tempi, la Trenkwalder espugnava proprio Brindisi con un Melli supersonico (12 punti e 18 rimbalzi) applaudito a scena aperta da tutti i tifosi brindisini. Chissà che, un anno dopo, in un periodo non proprio felicissimo per Nicolò, la teoria dei corsi e ricorsi storici non ci consegni un’altra piccola favola. Se così fosse, da domani sera il film preferito dalla Trenkwalder diventerebbe a tutti gli effetti «Figli di un dio maggiore»... Daniele Barilli - il resto del carlino 6/12/2009
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