Trenkwalder, rialzati e corri
Sembrava una favola, questo inizio di stagione della Trenkwalder. Al suono della campana si era presentato un team di scolaretti, un maestro alle sue ultime lezioni (Alessandro Frosini), un imprevedibile (ex?) genietto della regìa come Robert Fultz e ben poche certezze. Poi la squadra di Alessandro Ramagli si è costruita sul campo una nuova dimensione. I giovani si sono dimostrati più grandi rispetto a quanto segnato dall’anagrafe, il Maestro ha continuato ad insegnare pallacanestro, Fultz dispensa magie come poche volte gli è capitato in carriera. Pareva un sogno, poi sono arrivate le sconfitte con Pistoia e Sassari. Tutto finito? Non è così semplice, prendiamo il caso di Imola. A giugno pareva dover ripartire dalla A dilettanti; ad agosto gli infortuni hanno martellato senza sosta la squadra di Lasi tanto che il tecnico faentino si è ritrovato costretto a schierare ala grande un esterno come Vaden. Un incubo? Tutt’altro: nelle difficoltà Imola si è risollevata, vincendo tre delle ultime quattro gare e buttando al tappeto squadre sulla carta ben più forti. L’Aget in altre parole sta attraversando il momento migliore dell stagione. Come accaduto alla squadra di Ramagli, nelle difficoltà ha trovato il modo di compiere un salto in avanti sia dal punto di vista del gioco che della coesione; nella mancanza di alternative l’opportunità di migliorare la qualità dei minuti di tutti e soprattutto di inserire Patricio Prato, giocatore da serie A che si allenava ad Imola per motivi di cuore. Dal suo esordio le cose sono cambiate: l’Aget ha ora molti più punti nelle mani, più energia in difesa e a rimbalzo, più trattatori di palla. Whiting e Vaden hanno meso responsabilità offensive ed Ezugwu non è costretto ad aiutare quasi ad ogni possesso. Il centro di passaporto inglese è così più lucido anche in fase offensiva, e con lui sotto le tabelle rimbalzi e difesa forte sono sempre garantiti. Masoni si è ritrovato in quintetto quasi per forza e nonostante non abbia le possibilità offensive dei compagni di reparto, la sua regìa attenta e le sue giocate di testa stanno riuscendo molto utili alla truppa di Lasi. Questi i punti di forza di Imola, che tra le altre cose si sta rivelando la miglior formazione nell’affrontare i tempi supplementari: due vittorie all’overtime nelle ultime giornate. Guai pensare che Imola abbia un buon quintetto ma, senza cambi, non possa giocare bene nei finali. Certo è che una gara di intensità in difesa, giocata con energia anche in attacco, coinvolgendo magari più giocatori soprattutto sotto canestro, non potrà che favorire i reggiani. Perché se è vero che Vaden da 4 è un po’ la variabile impazzita del match con le sue doti dal perimetro e la sua mobilità, in difesa non può fare granché con i suoi 197 cm di fronte a gente come Frosini, Melli e Smith. Ci sarà poi bisogno di un Fultz più presente rispetto alle ultime uscite, sia in attacco che in difesa: soprattutto quest’ultimo aspetto, già emerso nel match con Pistoia, si è rivelato in tutta la sua gravità a Sassari. I miracoli probabilmente non competono a dieci uomini in calzoncini che sgambettano su un campo di legno, ma per tornare a sognare bisogna ritrovare la concretezza di qualche settimana fa.
DANIELE VALISENA - La Gazzetta di Reggio
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