Ramagli: Trenkwalder concentrata su se stessa

27/02/2010 10:01 - MAURO GRASSELLI - La Gazzetta di Reggio
REGGIO. Giornate non semplici per la Trenkwalder in vista del match di domani alle 18.15 al Bigi con l’Assigeco Casalpusterlengo. Ecco il punto della situazione fatto dal coach Alessandro Ramagli.
«L’Assigeco Casalpusterlengo - spiega Alessandro Ramagli - è una squadra molto profonda, più da serie A che da Legadue per numero di giocatori impiegati e per relativo minutaggio. Hanno inserito Missere, che ha dato qualità a rimbalzo e intensità difensiva, più pratico e di quantità rispetto a Wojciechowski. Poi al posto di Newell, che aveva evidenziato alti e bassi, hanno messo Cuffee, molto più esperto del campionato italiano, il quale ha dato maggiore continuità di rendimento. Soprattutto, hanno recuperato Alex Simoncelli, una delle sorprese italiane, e inserito Rudy Valenti, giocatore esperto e molto particolare: un’ala di 1.98 grande rimbalzista d’attacco, grande saltatore».
Una squadra diversa da quella affrontata nel girone d’andata, quando Reggio vinse 61-67.
«Sì, ora è una squadra rivoluzionata e profonda che, in sintesi, ha alzato il livello di esperienza rispetto al roster precedente. Una squadra che predilige giocare a ritmi molto alti. La vittoria a Brindisi è stato il suo capolavoro. Una squadra che ha l’ambizione di salire sul treno dei play off e tenere lontano il fondoclassifica. Una squadra con molti punti nelle mani e che gioca con la testa leggera, al punto che riesce a giocare meglio in trasferta che in casa, per cui dovremo fare molta attenzione».
Come arriva la Trenkwalder a questa partita?
«Stiamo affrontando la seconda settimana consecutiva con grandi difficoltà. Verri e Smith domenica giocheranno. Jamar ha ancora dolore alla caviglia, ma ieri (giovedì, ndr) ha ripreso ad allenarsi, così come Patrizio, che non ha più problemi. Ma mercoledì si è fermato Fultz, a causa di una contrattura al flessore della gamba destra; lo stesso tipo di problema avuto in precedenza all’altra gamba. Gli esami hanno escluso lesioni muscolari, ma c’è una contrattura. Ieri non si è allenato e oggi nemmeno».
Conta di recuperarlo per domenica?
«Non sappiamo se ce la farà per domenica. Sapete che non faccio mai pretattica. Al momento non sono in grado di dire se giocherà. Lo teniamo fermo e speriamo di recuperarlo in questi due giorni».
Dovesse saltare la partita, la regia sarebbe tutta in mano a Kudlacek?
«Abbiamo cominciato a lavorare su questa ipotesi, con il supporto di Marigney da play».
La vittoria di domenica scorsa ha dato una botta di euforia al gruppo?
«No, anche perché ci pensano gli allenamenti a farci tenere i piedi per terra. Non c’è tempo per i festeggiamenti, e l’assenza di Fultz ha reso tutto ancora più difficile, dal momento che siamo in pochi. Anche i ragazzi delle giovanili, tra infortuni e convocazioni, hanno saltato i nostri allenamenti. Oggi pomeriggio spero che Veccia o Marco Laganà ci aiuti a far giocare Paul anche in posizione 2, visto che in questi giorni si è allenato solo da 1. Domenica speriamo di fare una buona partita. Siamo molto concentrati su noi stessi, per vedere come fare se non riusciamo a recuperare tutti».
D’accordo la panchina lunga e il minutaggio spalmato, ma gli americani dell’Assigeco hanno ruoli rilevanti, in squadra.
«Hatten non è solo uno scorer. Sa fare molte cose. E’ uno dei più bravi del campionato nei recuperi, è molto esperto, è il secondo assistman della Legadue, subisce tanti falli. Anche Cuffee ha qualità. E Ostler, Usa dal passapoto lettone, è bravissimo da tre punti».
Insomma, non sarà una passeggiata.
«Chi legge il nome della squadra, guarda la classifica e tira conclusioni affrettate, sbaglia. Ci stiamo preparando ad una partita di sofferenza. Sarà molto diversa da quella dell’andata».
Si avvicina la Final Four. Ci state pensando?
«In queste condizioni, avremmo bisogno di una settimana di scarico. Cominceremo a pensarci da giovedì prossimo. Lunedì, martedì e mercoledì non forzeremo niente, in funzione della Final Four».
Le cinque vittorie consecutive hanno aumentato la pressione sulla squadra? Attorno a voi avvertite l’aumento delle aspettative da parte del pubblico?
«Non la sentiamo, la pressione. Quel che succede ci fa concentrare su noi stessi. Del resto, quando ti ritrovi in sette in palestra... Non c’è nemmeno il tempo di pensare troppo. I problemi oggettivi giornalieri assorbono le nostre energie, e questo non ci fa pensare alle cinque vittorie consecutive. Anche gli altri avranno i loro pensieri; noi pensiamo ai nostri. E poi, mio padre diceva: quando hai troppi pensieri, fai qualcosa di materiale; leva una finestra e dipingila; vai in giardino e taglia l’erba». Come dire: metti la cera, togli la cera. E vai avanti, un passo alla volta verso la fine del girone di ritorno.

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