Il dubbio dei tifosi: qual è la vera Trenkwalder

Prima tesi: è stata solo una serata-no. La seconda: la squadra ha già fatto miracoli - La Gazzetta di Reggio

09/03/2010 09:43 - MAURO GRASSELLI REGGIO. Qual è la Trenkwalder vera? E’ la domanda che da sabato riecheggia tra i tifosi della Pallacanestro Reggiana, uscita a pezzi dalla semifinale di Coppa Italia (49-77 dopo aver toccato anche il meno 32 ad un minuto dalla fine), con la Prima Veroli, poi vincitrice del trofeo. Evidente il dubbio che agita il popolo biancorosso: in vista del rush finale della stagione 2009-10, con i biancorossi al 2º posto a 2 punti dalla capolista Sassari, le potenzialità della Trenk sono tali da poter legittimare il sogno indicato più volte dal presidente Landi, ovvero il ritorno nella massima serie? Due gli scenari «estremi». 1) UNA SERATA-NO. Troppo brutta per essere vera, la Trenkwalder asfaltata in semifinale da Veroli. E’ stata solo una serata-no, per i biancorossi, alle prese con problemi fisici (vedi Melli, Kudlacek e Smith) e scesi in campo contro il miglior attacco del campionato. Mentre le palle reggiane non entravano «mai», quelle frusinati hanno cominciato a farsi slavina che ha sepolto anche il morale e la capacità di reazione mostrata dai biancorossi in tante altre occasioni. Inoltre, era nell’aria l’intenzione del team reggiano di evitare lo spreco di energie - complice la spia della riserva già accesa causa guai fisici - per una coppa impontante ma lontana dall’essere il primo obiettivo stagionale. «Rammagli, falli gioccare... Non è un allenamento», urlava sabato sera il pubblico sardo. Chiaro che nessuno immaginava il meno trenta finale, ma la Trenk non è quella crema catalana spalmata dai laziali sul parquet sassarese. Lo dimostra la serie di sei vittorie consecutive, tutt’ora aperta. 2) E’ GIA’ UN MIRACOLO. Altra tesi: è già un miracolo che la Trenk sia lassù, a 2 punti dalla vetta, considerando il talento non eccelso del team e i tanti giovani in squadra: «scommesse» finora vinte (vedi Kudlacek, Melli e Verri), ma da qui a conquistare la serie A, senza passare dai play off, ce ne passa. E lo si è visto in modo clamoroso alla Final Four. Bellissima ed eccezionalmente spettacolare la semifinale Sassari-Brindisi, vinta dai pugliesi al supplementare solo perché Marcelus Kemp, con appena 4 decimi a disposizione, ha messo la bomba del sorpasso poi annullata dagli arbitri. Netta la supremazia di Veroli su Reggio nell’altra semifinale. E allora, se i valori delle squadre sono questi - e sono valori attendibili perché si giocava in un clima tosto, da «dentro o fuori» come ai play off - viene da chiedersi che ci sta a fare la Trenk a un passo dalla capolista, davanti alle altre due big del campionato. Insomma: la seconda tesi è quella del realismo orientato al pessimismo, anche in considerazione di quanto potrebbe accadere semmai dovesse arrivare qualche guaio serio a livello d’infermeria (e la panchina non è sconfinata, a confronto di quella di altri club). RISPOSTA IN LAGUNA. Ottimismo o pessimismo, dunque? In attesa di risposte, un fatto è certo: il match di domenica a Venezia sarà importantissimo. Una vittoria scaccerà le nubi, un ko potrebbe incrinare qualcosa, soprattutto a livello mentale.

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