Trenkwalder, Max Menetti: Sono qui per dare una mano a Coen
- Il Resto del Carlino -
24/07/2010 09:48 -
Gabriele Gallo
L’AMMINISTRATORE delegato della Trenkwalder, Alessandro Dalla Salda, in vista della stagione 2010/2011, ha parlato di «una svolta rispetto al recente passato» contrassegnata dall’arrivo del nuovo allenatore, l’emergente Piero Coen, e dall’ingaggio, come direttore sportivo, di Pier Francesco Betti. In questa situazione la società di via Martiri della Bettola cercava un ponte tra il vecchio e il nuovo e lo ha individuato in Max Menetti, che in seno alla Pallacanestro Reggiana è nato e cresciuto come allenatore, ricoprendo per diverso tempo il ruolo di assistente in prima squadra di cui assunse la guida nella sciagurata stagione 2006/2007, subentrando a Renato Pasquali e sfiorando la salvezza. Dopo un anno da viceallenatore a Montegranaro, in A1, accanto a Fabrizio Frates, è tornato a Reggio.
Menetti, il suo ritorno è giunto inaspettato.
«Una serie di coincidenze, che reputo fortunate, mi hanno ricondotto qua. Nelle Marche avevamo fatto una gran bella annata, ma la società ha deciso di cambiare tutto lo staff tecnico. In quei giorni la Trenkwalder mi ha offerto la splendida opportunità di entrare in un grande gruppo. E non ci sono in giro tante società serie che possono fare promesse e poi mantenerle».
Nessuna tentazione di attendere il destino di Frates, con cui ha sempre collaborato bene?
«E’ vero che con Fabrizio ho sempre lavorato benissimo. Ma a volermi a Montegranaro è stato il direttore generale Vacirca. Ci siamo ritrovati tutti e due là. Quando si è compreso che Frates sarebbe stato lasciato andare io ero ancora il vice; poi loro hanno preso Pillastrini, è arrivata la chiamata di Reggio e io ho detto sì subito».
Le è stato chiesto di aiutare coach Coen non solo in panchina ma anche a conoscere meglio l’ambiente reggiano. Pronto a questo ruolo?
«Sì, mi piace fare il viceallenatore e apprezzo il fatto che il management dica che posso dare una mano a Piero in tutti gli aspetti. Sono attestati di fiducia che gratificano».
Ma non vorrà fare l’assistente per sempre...
«Quando sono stato capoallenatore a Reggio nessuno mi ha puntato la pistola alla testa perché lo fossi. In futuro mi piacerebbe ricoprire questo ruolo. Intanto ho imparato molto, da tecnici molto esperti. Esperienze che saranno utili».
Lei ha conosciuto tanti giovani che poi si sono affermati: cosa pensa della scelta fatta da Melli e da quella che potrebbe fare, ossia lasciare Reggio, Luca Campani?
«Nicolò sta compiendo un percorso in linea con quelli portati avanti a suo tempo da Basile, Gigli e Mordente. Su Campani, il fatto che noi crediamo in lui e nel suo talento, credo sia stato dimostrato dalle attenzioni che gli abbiamo dedicato».
24/07/2010 09:48 -
Gabriele Gallo
L’AMMINISTRATORE delegato della Trenkwalder, Alessandro Dalla Salda, in vista della stagione 2010/2011, ha parlato di «una svolta rispetto al recente passato» contrassegnata dall’arrivo del nuovo allenatore, l’emergente Piero Coen, e dall’ingaggio, come direttore sportivo, di Pier Francesco Betti. In questa situazione la società di via Martiri della Bettola cercava un ponte tra il vecchio e il nuovo e lo ha individuato in Max Menetti, che in seno alla Pallacanestro Reggiana è nato e cresciuto come allenatore, ricoprendo per diverso tempo il ruolo di assistente in prima squadra di cui assunse la guida nella sciagurata stagione 2006/2007, subentrando a Renato Pasquali e sfiorando la salvezza. Dopo un anno da viceallenatore a Montegranaro, in A1, accanto a Fabrizio Frates, è tornato a Reggio.
Menetti, il suo ritorno è giunto inaspettato.
«Una serie di coincidenze, che reputo fortunate, mi hanno ricondotto qua. Nelle Marche avevamo fatto una gran bella annata, ma la società ha deciso di cambiare tutto lo staff tecnico. In quei giorni la Trenkwalder mi ha offerto la splendida opportunità di entrare in un grande gruppo. E non ci sono in giro tante società serie che possono fare promesse e poi mantenerle».
Nessuna tentazione di attendere il destino di Frates, con cui ha sempre collaborato bene?
«E’ vero che con Fabrizio ho sempre lavorato benissimo. Ma a volermi a Montegranaro è stato il direttore generale Vacirca. Ci siamo ritrovati tutti e due là. Quando si è compreso che Frates sarebbe stato lasciato andare io ero ancora il vice; poi loro hanno preso Pillastrini, è arrivata la chiamata di Reggio e io ho detto sì subito».
Le è stato chiesto di aiutare coach Coen non solo in panchina ma anche a conoscere meglio l’ambiente reggiano. Pronto a questo ruolo?
«Sì, mi piace fare il viceallenatore e apprezzo il fatto che il management dica che posso dare una mano a Piero in tutti gli aspetti. Sono attestati di fiducia che gratificano».
Ma non vorrà fare l’assistente per sempre...
«Quando sono stato capoallenatore a Reggio nessuno mi ha puntato la pistola alla testa perché lo fossi. In futuro mi piacerebbe ricoprire questo ruolo. Intanto ho imparato molto, da tecnici molto esperti. Esperienze che saranno utili».
Lei ha conosciuto tanti giovani che poi si sono affermati: cosa pensa della scelta fatta da Melli e da quella che potrebbe fare, ossia lasciare Reggio, Luca Campani?
«Nicolò sta compiendo un percorso in linea con quelli portati avanti a suo tempo da Basile, Gigli e Mordente. Su Campani, il fatto che noi crediamo in lui e nel suo talento, credo sia stato dimostrato dalle attenzioni che gli abbiamo dedicato».
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