Il basket italiano piange la morte di Pino Brumatti

- Informazione Reggio Emilia -

23/01/2011 12:16 - Causa improvviso malore, è morto giovedì a Gorizia, sua città natale, Giuseppe “Pino” Brumatti. Fu uno dei più grandi giocatori italiani di tutti i tempi. Oggi ricopriva un incarico dirigenziale nella formazione dilettantistica di Gorizia, ex squadra anche di Fabrizio Frates. Sposato aveva due figlie, quella più grande Elisa, anni fa si unì in matrimonio con David Londero, ex giocatore per tante stagioni della Pallacanestro Reggiana.
Classe’48, Brumatti vestì la maglia delle celebri “Scarpette rosse” a Milano durante gli anni Settanta, quando la formazione meneghina dei vari Vittori, Iellini, Bariviera, Kenney, battagliava con la Varese di Meneghin, Ossola, Raga.
Nel suo passato cestistico 10 stagioni a Milano (dal’67 al ’77) poi il passaggio a Torino per sei (dal ’78 all’83), quindi l’approdo a Reggio sotto i colori Riunite vini sino all’87.
Con Lombardi in panchina e Morse in campo, Brumatti fu tra i principali protagonisti dell’ascesa della squadra della nostra città. Da formazione di Provincia che giocava in A2, Brumatti seppe portare la Reggio dei canestri prima in A1 poi ai playoff scudetto. Nell’ultima stagione in A1, il feeling col coach Cesare Pancotto (oggi a Barcellona Pozzo di Gotto) venne meno, la squadra scivolò in A2 e Brumatti prese la strada di Verona di nuovo in coppia con Lombardi. Brumatti tornò con la maglia di Verona ad incrociare il destino di Reggio durante un drammatico playout salvezza (aprile’89) che la Reggio di Grisanti riuscì a far suo. Poi il passaggio in serie B a Siena dove chiuse la sua straordinaria carriera come giocatore. Assieme ad Andrea Fadini, Brumatti riuscì anche a portare in alto la Verona di Alberto Bucci poi passata nella mani di Marcelletti.
IL RITIRO DELLA MAGLIA. Idea che giriamo ai vertici di Pallacanestro Reggiana, perché non ritirare la celebre maglia numero 6?
INCARICHI POLTICI Durante la sua milizia nella nostra città, Brumatti fu anche consigliere comunale nelle liste della DC.
IMPRENDITORE. Assieme allo scomparso Piccinini, aprì anche un negozio di abbigliamento sportivo nell’attuale centro Meridiana.
PREMIO REVERBERI Nel prossimo mese di febbraio, Brumatti avrebbe dovuto ricevere il premio Reverberi a Bianello per il suo contributo dato al basket.
TRIONFI. Un titolo italiano nel 72 con Milano, 3 Coppe delle Coppe sempre con gli stessi colori nel ’71, ’72 e ’76, 3 promozioni in A1 con Milano (76-77), Torino (77-78) e Reggio (83-84), 2 promozioni in A2 con Verona (87-88) e Siena (89-90).
Per lui anche 102 maglie azzurre oltre a due edizioni delle Olimpiadi a Monaco e Montreal. Tra i record cui andava particolarmente orgoglioso, anche quello di aver superato la soglia delle 500 partite in serie A. Tutto questo nonostante fosse un giocatore non particolarmente dotato dal punto di vista fisico, ma in grado di trovare la via del canestro in tanti modi. Doti che lo hanno portato a fare le fortune delle squadre dove ha militato. Dopo aver deciso di smettere col basket giocato, Brumatti si era divertito qualche anno fa a giocare con gli amici in pieno centro storico nel famoso torneo dei Gnacker.
Con la scomparsa di Brumatti, se ne va una parte di storia del basket italiano e di certo una delle pietre miliari che avevano portato in alto la squadra della nostra città, nel suo primo boom cestistico di inizio anni Ottanta.
(adelmo tagliavini)

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