Trenkwalder: «Questo team ha voglia di farcela, può vincere anche fuori casa e con squadre forti»
- La Gazzetta di Reggio -
20/02/2011 10:13 - MAURO GRASSELLI
REGGIO. Dopo due ko casalinghi, la Trenkwalder cerca punti-salvezza lontano da Reggio. Oggi alle 18.15 ci proverà a Pistoia contro la Tuscany. Ecco la situazione secondo il coach Fabrizio Frates.
L’infermeria?
«Come domenica scorsa. Frosini è a un quarto di servizio. In settimana ha fatto mezzo allenamento ieri (venerdì per chi legge, ndr) e mezzo oggi. Lo portiamo a Pistoia e vediamo se può giocare qualche minuto. Cervi non è al 100%; stasera va dal podologo e se non riesce a partire con noi in pullman ci raggiungerà domani».
Tra gli stranieri, chi resterà fuori a Pistoia?
«Ostler».
Senza Fultz, ci saranno più minuti per gli altri.
«Sì. Fultz giocava 30 minuti a partita. Ora la rotazione è a 4 per 3 ruoli. Poi magari utilizzeremo uno dei nostri giovani come quinto».
Quanto pesa Forte nel gioco pistoiese?
«Ha la capacità di costruirsi il tiro da solo e ha grande fantasia, soprattutto quando si sente sfidato. E’ il loro giocatore più pericoloso sul perimetro».
Quanti punti ha la Trenkwalder in attacco?
«Dipende dalla qualità del gioco. Avremmo bisogno di fare punti quando siamo liberi. Quando abbiamo occasioni 3 contro 2 e ci prendiamo un bel tiro pulito, dobbiamno fare canestro. Così arriviamo a 80».
Vista la situazione, come vi muovete dal punto di vista tattico?
«Dobbiamo cercare di fare poche cose e meglio. Cerchiamo di avere 3-4 situazioni molto chiare e semplici. Con una squadra che perde facilmente il filo, cerchiamo di tenerla, per quanto possibile, dentro a idee logiche».
Come valuta Pistoia?
«E’ basata sull’asse formato da Forte e Varnado, che è un lungo con qualità di salto e tempismo pazzesche, capace di stopparti anche quando non te l’aspetti. Può fare punti in post basso e ha un buon tiro da 3-4 metri. Poi ci sono i giocatori di contorno, come Toppo, Fucka e Filloy».
Pistoia ha vinto solo una partita sulle ultime otto. Peggio della Trenk.
«La palla peserà tantissimo, ma più per noi, perché loro giocano in casa e perché la loro posizione in classifica è migliore. Noi abbiamo il fiato sul collo».
Come sta la Trenk, quanto a psicologia?
«Siamo terrorizzati nei momenti critici. Anche domenica scorsa abbiamo fatto tante cose di buona qualità in attacco e in difesa, ma abbiamo smesso di farlo nei momenti decisivi. Quando entriamo in striscia negativa, siamo capaci di fare sette cazzate di fila. Domenica abbiamo condotto per 30 minuti, poi abbiamo buttato via tutto. E’ già successo in 10 partite su 20, quest’anno».
Qual è il motivo?
«E’ un problema fondamentalmente tecnico perché, quando andiamo in difficoltà, ognuno torna a fare quel che gli riesce meglio: Smith a palleggiare per 20” e a cercare l’uno contro uno, eccetera. Ma sono altre cose rispetto a quelle che dovremmo fare. Così in quei 50-90” smettiamo tutti; è come se tutti staccassero la spina, e continuiamo a perdere nello stesso modo. Invece, dovremmo farci violenza nel momento più difficile. Per questo dobbiamo fare le cose più semplici possibili, per evitare di arrivare a quel punto. E’ un problema di coesistenza tecnica. E’ normale che in un momento difficile si vada a fare le cose che si sanno fare meglio. Se un giocatore di tennis è forte nel rovescio, vorrebbe giocare su quello; ma l’avversario te la mette sul dritto».
Vista la classifica e il calendario, i 2 punti di Pistoia sarebbero proprio di quelli da portare a casa.
«Ci farebbero un gran bene, per la classifica e per toglierci un peso. Non mi faccio tabelle, perché questa squadra è in grado di vincere anche fuori casa e con squadre di fascia superiore, vedi Barcellona. Pensavamo di aver svoltato dopo Jesi, invece siamo tornati sulle nostre difficoltà. Non è un caso che arrivino giocatori nuovi - come Chiacig, che ha giocato cento milioni di partite - ma finiscano tutti in questo meccanismo, sommersi dalle paranoie».
E’ una squadra costruita male?
«Una squadra che ha difficoltà di coesistenza soprattutto offensiva. Una squadra che ha cambiato molto».
Resta un solo tesseramento, volendo. Eventualmente per una guardia?
«L’idea è lavorare insieme e creare meno turbative possibile. Con i lunghi siamo al completo. Ora rientra Cervi e confidiamo nel recupero di Frosini. Dobbiamo lasciare fuori Ostler per far giocare Slanina. Sul mercato stiamo attenti a tutto, ma se cambiamo qualcosa è sul perimetro».
Dopo le due sconfitte in casa, può essere più facile giocare in trasferta?
«No, ma se c’è il terrore di sbagliare davanti al proprio pubblico... Senza quella scimmia lì, magari fuori giochi meglio. La nostra squadra ha una crisi d’autostima pazzesca; è una squadra da aiutare, non da affondare. Certo, dovremmo saltarci fuori da soli con una vittoria, ma ora la squadra ha bisogno di una mano, perché se finiscono nel buco non ne escono più. Tutti hanno voglia di farcela. E’ un gruppo in difficoltà, non di lavativi. Il problema è che fanno veramente fatica a giocare assieme».
20/02/2011 10:13 - MAURO GRASSELLI
REGGIO. Dopo due ko casalinghi, la Trenkwalder cerca punti-salvezza lontano da Reggio. Oggi alle 18.15 ci proverà a Pistoia contro la Tuscany. Ecco la situazione secondo il coach Fabrizio Frates.
L’infermeria?
«Come domenica scorsa. Frosini è a un quarto di servizio. In settimana ha fatto mezzo allenamento ieri (venerdì per chi legge, ndr) e mezzo oggi. Lo portiamo a Pistoia e vediamo se può giocare qualche minuto. Cervi non è al 100%; stasera va dal podologo e se non riesce a partire con noi in pullman ci raggiungerà domani».
Tra gli stranieri, chi resterà fuori a Pistoia?
«Ostler».
Senza Fultz, ci saranno più minuti per gli altri.
«Sì. Fultz giocava 30 minuti a partita. Ora la rotazione è a 4 per 3 ruoli. Poi magari utilizzeremo uno dei nostri giovani come quinto».
Quanto pesa Forte nel gioco pistoiese?
«Ha la capacità di costruirsi il tiro da solo e ha grande fantasia, soprattutto quando si sente sfidato. E’ il loro giocatore più pericoloso sul perimetro».
Quanti punti ha la Trenkwalder in attacco?
«Dipende dalla qualità del gioco. Avremmo bisogno di fare punti quando siamo liberi. Quando abbiamo occasioni 3 contro 2 e ci prendiamo un bel tiro pulito, dobbiamno fare canestro. Così arriviamo a 80».
Vista la situazione, come vi muovete dal punto di vista tattico?
«Dobbiamo cercare di fare poche cose e meglio. Cerchiamo di avere 3-4 situazioni molto chiare e semplici. Con una squadra che perde facilmente il filo, cerchiamo di tenerla, per quanto possibile, dentro a idee logiche».
Come valuta Pistoia?
«E’ basata sull’asse formato da Forte e Varnado, che è un lungo con qualità di salto e tempismo pazzesche, capace di stopparti anche quando non te l’aspetti. Può fare punti in post basso e ha un buon tiro da 3-4 metri. Poi ci sono i giocatori di contorno, come Toppo, Fucka e Filloy».
Pistoia ha vinto solo una partita sulle ultime otto. Peggio della Trenk.
«La palla peserà tantissimo, ma più per noi, perché loro giocano in casa e perché la loro posizione in classifica è migliore. Noi abbiamo il fiato sul collo».
Come sta la Trenk, quanto a psicologia?
«Siamo terrorizzati nei momenti critici. Anche domenica scorsa abbiamo fatto tante cose di buona qualità in attacco e in difesa, ma abbiamo smesso di farlo nei momenti decisivi. Quando entriamo in striscia negativa, siamo capaci di fare sette cazzate di fila. Domenica abbiamo condotto per 30 minuti, poi abbiamo buttato via tutto. E’ già successo in 10 partite su 20, quest’anno».
Qual è il motivo?
«E’ un problema fondamentalmente tecnico perché, quando andiamo in difficoltà, ognuno torna a fare quel che gli riesce meglio: Smith a palleggiare per 20” e a cercare l’uno contro uno, eccetera. Ma sono altre cose rispetto a quelle che dovremmo fare. Così in quei 50-90” smettiamo tutti; è come se tutti staccassero la spina, e continuiamo a perdere nello stesso modo. Invece, dovremmo farci violenza nel momento più difficile. Per questo dobbiamo fare le cose più semplici possibili, per evitare di arrivare a quel punto. E’ un problema di coesistenza tecnica. E’ normale che in un momento difficile si vada a fare le cose che si sanno fare meglio. Se un giocatore di tennis è forte nel rovescio, vorrebbe giocare su quello; ma l’avversario te la mette sul dritto».
Vista la classifica e il calendario, i 2 punti di Pistoia sarebbero proprio di quelli da portare a casa.
«Ci farebbero un gran bene, per la classifica e per toglierci un peso. Non mi faccio tabelle, perché questa squadra è in grado di vincere anche fuori casa e con squadre di fascia superiore, vedi Barcellona. Pensavamo di aver svoltato dopo Jesi, invece siamo tornati sulle nostre difficoltà. Non è un caso che arrivino giocatori nuovi - come Chiacig, che ha giocato cento milioni di partite - ma finiscano tutti in questo meccanismo, sommersi dalle paranoie».
E’ una squadra costruita male?
«Una squadra che ha difficoltà di coesistenza soprattutto offensiva. Una squadra che ha cambiato molto».
Resta un solo tesseramento, volendo. Eventualmente per una guardia?
«L’idea è lavorare insieme e creare meno turbative possibile. Con i lunghi siamo al completo. Ora rientra Cervi e confidiamo nel recupero di Frosini. Dobbiamo lasciare fuori Ostler per far giocare Slanina. Sul mercato stiamo attenti a tutto, ma se cambiamo qualcosa è sul perimetro».
Dopo le due sconfitte in casa, può essere più facile giocare in trasferta?
«No, ma se c’è il terrore di sbagliare davanti al proprio pubblico... Senza quella scimmia lì, magari fuori giochi meglio. La nostra squadra ha una crisi d’autostima pazzesca; è una squadra da aiutare, non da affondare. Certo, dovremmo saltarci fuori da soli con una vittoria, ma ora la squadra ha bisogno di una mano, perché se finiscono nel buco non ne escono più. Tutti hanno voglia di farcela. E’ un gruppo in difficoltà, non di lavativi. Il problema è che fanno veramente fatica a giocare assieme».
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