Frates: Snaidero, trampolino di rilancio per noi

- Messaggero Veneto -

04/03/2011 09:34 - di VALERIO MORELLI
UDINE. È rimasto un uomo solo al comando, nella terza gestione tecnica. A Reggio Emilia nel 2010-2011 hanno cambiato tutto, anche ds, preparatore atletico e massaggiatore. Oltre ad avere tesserato il tetto massimo di 16 giocatori a contratto, con Troy Bell al debutto domenica contro la Snaidero al palaBigi. Coach Fabrizio Frates, ex arancione di seconda metà serie A nel 2002 e altre 10 gare alla ripartenza del campionato, è il domatore a cui la Trenkwalder, terzultima in Legadue, si affida per non finire in pasto in A dilettanti. A ricominciare dalla settima di ritorno: «Vincere una gara dal pronostico chiuso, ci farebbe cambiare approccio», Frates sprona la sua squadra sfrondata dai doppioni.
Fabrizio, sei un uomo solo al comando a Reggio Emilia.
«Manca soltanto che giochi! È una stagione difficile in primis per problemi tecnici. La mancanza di risultati non ha dato serenità, tranquillità, continuità di lavoro. Si è cercato di mettere pezze, ma come si dice dalle vostre parti: xè peso el tacon del buso. Inseguiamo ancora l’equilibrio tecnico, in una squadra fatta da individualità non complementari fra loro. La mancanza di risultati e le aspettative sempre alte a Reggio, non commisurate alla forza della squadra, hanno portato a un’ansia clamorosa. Il meccanismo si è aggrovigliato per mille motivi, anche infortuni».
Coen, Finelli, Frates: chi te l’ha fatto fare?
«Sono legato alla società da tre anni straordinari, uno con promozione strepitosa e due in A con qualificazione Uleb, lancio di giovani e stranieri. In estate non ci sono stati abboccamenti, ero convinto di andare a Cremona. Non mi hanno cercato quando Finelli ha sostituito Coen. Come un fulmine a ciel sereno, dopo cinque gare Finelli ha rinunciato all’incarico, io non avevo l’accordo con Cremona e ha prevalso la voglia di tornare in panchina. Il progetto ora dipende dalla permanenza in Legadue».
Ti è arrivato Bell in soccorso.
«Si allena da un giorno con noi. Speriamo che sia l’uomo giusto al posto giusto. Abbiamo bisogno dei suoi punti, di un attaccante che ci porti freschezza, energia e ci dia un contributo tecnico. Siamo corti come squadra».
Pochi, ma buoni?
«I doppioni non ci davano energia positiva. Il potenziale non si sommava, ma si elidava. Abbiamo avuto troppi segnali d’incostanza di rendimento. Non c’era chi si prendeva responsabilità importanti, c’era condivisione. Abbiamo fatto mezze belle partite, avanti di tanto, senza portarle a casa. Anche Udine all’andata è una di queste».
Amnesie croniche?
«Alterniamo bei momenti di pallacanestro, giocando compatti e solidi, ad altri pazzeschi nei quali smettiamo di fare bene. Quando capita, non smette di giocare uno, ma tutti insieme. Abbiamo provato a rimediare con le rotazioni, ma abbiamo cali d’intesità che compromettono quanto di buono fatto».
Domenica?
«Sarà difficile. La Snaidero sta facendo un grande campionato, gioca bene insieme, divide bene le responsabilità. È unita e organizzata. La differenza di punti in classifica ci sta tutta fra noi e loro, ma dobbiamo provare a vincere. Al di là dei 2 punti, vincere una gara dal pronostico chiuso può farci cambiare approccio psicologico al campionato».


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