Trenkwalder, un passo indietro: Reggio Emilia deve ancora soffrire
- Il Resto del Carlino -
28/03/2011 08:40 - Sunrise Scafati 78 Trenkwalder 58
SUNRISE: Levin 11 (0/1, 3/3), Radulovic 6 (2/2, 0/1), Hunter 13 (3/6, 2/5), Baldassarre 19 (9/11, 0/2), Davis 8 (1/3, 2/5), Casini 8 (1/2, 2/3), Amoni 11 (4/6, 1/3), Avanzini 2 (1/1, 0/1), Esposito (0/1). N.E. Cavallaro. All. Griccioli
TRENKWALDER: Bell 2 (1/6, 0/2)), Robinson 15 (6/12), Valenti 4 (2/6), Slanina 8 (4/6, 0/2), Chiacig 14 (6/11), Frassineti 6 (2/5 da 3), Frosini 7 (3/5), Pini 2 (0/1). N.E. Viglianisi, Veccia. All. Frates
Arbitri: Di Francesco, Di Giambattista e Gagliardi
NOTE – Parziali tempi: 22-11, 37-24, 54-40. Tiri liberi: Sunrise 6/8, Trenkwalder 8/10. Rimbalzi 34-25 per Scafati. Spettatori 1800 circa.
dall’inviato
Daniele Barilli
Scafati (Salerno)
VI ERAVATE illusi, eh? Avevate sperato, eh? Magari pensavate pure che il peggio fosse alle spalle, eh? Beh, non è così. Tornate con i piedini sulla terra. Perché a Scafati la Trenkwalder torna dentro al suo tunnel. E lo fa nel peggiore dei modi. Giocando una partita senza un filo logico. In cui i biancorossi hanno mostrato il peggio di sé su entrambi i lati del campo. Difendendo maluccio e attaccando malissimo. Un disastro, insomma. Accresciuto dal successo in extremis di Forlì su Udine. Niente da fare, insomma. Per salvarsi bisogna ancora soffrire. Bisogna ancora tremare. E, soprattutto, bisogna riprendere subito a lottare. Cancellando questo match che ora proviamo a raccontarvi.
A SENSO UNICO. Troppo bravi loro o troppo scarsi noi? Neppure il tempo di cominciare e già lì, sopra le nostre testoline biancorosse, a mò di spadona di Damocle, si pone quella domanda lì. Già, perché Scafati, che in casa ha vinto 12 gare su 12, fa tutto bene. Difende con aggressività sugli esterni non concedendo mai tiri facili ai reggiani e riempie l’area per soffocare i lunghi biancorossi. Poi ribalta il campo, si apre con spaziature perfette, fa girare la palla come un orologino svizzero e colpisce senza pietà. Troppo brava, insomma, la squadra di Griccioli, ex vice di Pianigiani che ha costruito una piccola Siena nel cuore della Campania. Epperò la Trenkwalder fa di tutto per aiutare i padroni di casa. Sbaglia rigori a porta vuota, commette infrazioni ingenue, lascia varchi enormi all’attacco campano. Troppo bravi loro, insomma, e troppo scarsa Reggio. Il risultato, è ovvio, diventa una partita quasi a senso unico. Scafati parte forte (9-2), continua ad accelerare (16-7) con un Baldassarre incontenibile (11 punti al riposo) e chiude il primo quarto sul 22-11 con un eloquente 4/6 da 3 punti. Per la Trenkwalder, insomma, la gara diventa una scalata difficilissima considerando anche che Robinson è già in panchina con due falli. E quando Scafati sale sul più 16 (35-19) la lunga trasferta è, in pratica, già finita. I biancorossi non fanno mai canestro (in 20 minuti sono solo 11 i palloni entrati nella retina avversaria senza neppure una tripla) ed è impossibile avviare una rimonta credibile insaccando solo 24 punti in 20 minuti (37-24 al riposo). Che fatica. E che sofferenza...
NIENTE DA FARE. La partita sarebbe lì, che aspetta la Trenkwalder. La partita sarebbe lì, da prendere in mano. Ma Reggio non ha la forza e, soprattutto, la cattiveria per aggredire Scafati. I biancorossi piazzano un parzialino di 6-0 (37-30) poi hanno un paio di palloni che potrebbero cambiare la storia di questo match, ma riescono a trasformare l’oro in carbone fallendo anche un clamoroso contropiede con un Bell pesantemente condizionato da un problema di emicrania. E così, sfumato il momento magico, Scafati riprende a macinare il suo basket, riaprendo il fossato fino al più 14 (49-35). Non c’è più partita. La Trenkwalder si scioglie come neve al sole. Tutti i palloni vaganti e tutti i rimbalzi sono di Scafati che sale al più 18 (60-42 al 32°). A 7 minuti dalla fine arriva la prima tripla reggiana del match con Frassineti, ma è tardi. Troppo tardi. I biancorossi risalgono fino al meno 9 (65-56) grazie ad un altro canestro pesante di Frassineti (65-56) ma, a 5 minuti dalla fine, la montagna è troppo alta da scalare. Non c’è niente da fare. Scafati torna a premere il pedale dell’acceleratore e se ne va, perentoria e irraggiungibile fino al 78-58 finale. Si torna a casa a testa bassa e senza sorrisi. Bisogna ancora soffrire. Bisogna ancora tremare. E, soprattutto, bisogna ancora lottare. Uffa....
28/03/2011 08:40 - Sunrise Scafati 78 Trenkwalder 58
SUNRISE: Levin 11 (0/1, 3/3), Radulovic 6 (2/2, 0/1), Hunter 13 (3/6, 2/5), Baldassarre 19 (9/11, 0/2), Davis 8 (1/3, 2/5), Casini 8 (1/2, 2/3), Amoni 11 (4/6, 1/3), Avanzini 2 (1/1, 0/1), Esposito (0/1). N.E. Cavallaro. All. Griccioli
TRENKWALDER: Bell 2 (1/6, 0/2)), Robinson 15 (6/12), Valenti 4 (2/6), Slanina 8 (4/6, 0/2), Chiacig 14 (6/11), Frassineti 6 (2/5 da 3), Frosini 7 (3/5), Pini 2 (0/1). N.E. Viglianisi, Veccia. All. Frates
Arbitri: Di Francesco, Di Giambattista e Gagliardi
NOTE – Parziali tempi: 22-11, 37-24, 54-40. Tiri liberi: Sunrise 6/8, Trenkwalder 8/10. Rimbalzi 34-25 per Scafati. Spettatori 1800 circa.
dall’inviato
Daniele Barilli
Scafati (Salerno)
VI ERAVATE illusi, eh? Avevate sperato, eh? Magari pensavate pure che il peggio fosse alle spalle, eh? Beh, non è così. Tornate con i piedini sulla terra. Perché a Scafati la Trenkwalder torna dentro al suo tunnel. E lo fa nel peggiore dei modi. Giocando una partita senza un filo logico. In cui i biancorossi hanno mostrato il peggio di sé su entrambi i lati del campo. Difendendo maluccio e attaccando malissimo. Un disastro, insomma. Accresciuto dal successo in extremis di Forlì su Udine. Niente da fare, insomma. Per salvarsi bisogna ancora soffrire. Bisogna ancora tremare. E, soprattutto, bisogna riprendere subito a lottare. Cancellando questo match che ora proviamo a raccontarvi.
A SENSO UNICO. Troppo bravi loro o troppo scarsi noi? Neppure il tempo di cominciare e già lì, sopra le nostre testoline biancorosse, a mò di spadona di Damocle, si pone quella domanda lì. Già, perché Scafati, che in casa ha vinto 12 gare su 12, fa tutto bene. Difende con aggressività sugli esterni non concedendo mai tiri facili ai reggiani e riempie l’area per soffocare i lunghi biancorossi. Poi ribalta il campo, si apre con spaziature perfette, fa girare la palla come un orologino svizzero e colpisce senza pietà. Troppo brava, insomma, la squadra di Griccioli, ex vice di Pianigiani che ha costruito una piccola Siena nel cuore della Campania. Epperò la Trenkwalder fa di tutto per aiutare i padroni di casa. Sbaglia rigori a porta vuota, commette infrazioni ingenue, lascia varchi enormi all’attacco campano. Troppo bravi loro, insomma, e troppo scarsa Reggio. Il risultato, è ovvio, diventa una partita quasi a senso unico. Scafati parte forte (9-2), continua ad accelerare (16-7) con un Baldassarre incontenibile (11 punti al riposo) e chiude il primo quarto sul 22-11 con un eloquente 4/6 da 3 punti. Per la Trenkwalder, insomma, la gara diventa una scalata difficilissima considerando anche che Robinson è già in panchina con due falli. E quando Scafati sale sul più 16 (35-19) la lunga trasferta è, in pratica, già finita. I biancorossi non fanno mai canestro (in 20 minuti sono solo 11 i palloni entrati nella retina avversaria senza neppure una tripla) ed è impossibile avviare una rimonta credibile insaccando solo 24 punti in 20 minuti (37-24 al riposo). Che fatica. E che sofferenza...
NIENTE DA FARE. La partita sarebbe lì, che aspetta la Trenkwalder. La partita sarebbe lì, da prendere in mano. Ma Reggio non ha la forza e, soprattutto, la cattiveria per aggredire Scafati. I biancorossi piazzano un parzialino di 6-0 (37-30) poi hanno un paio di palloni che potrebbero cambiare la storia di questo match, ma riescono a trasformare l’oro in carbone fallendo anche un clamoroso contropiede con un Bell pesantemente condizionato da un problema di emicrania. E così, sfumato il momento magico, Scafati riprende a macinare il suo basket, riaprendo il fossato fino al più 14 (49-35). Non c’è più partita. La Trenkwalder si scioglie come neve al sole. Tutti i palloni vaganti e tutti i rimbalzi sono di Scafati che sale al più 18 (60-42 al 32°). A 7 minuti dalla fine arriva la prima tripla reggiana del match con Frassineti, ma è tardi. Troppo tardi. I biancorossi risalgono fino al meno 9 (65-56) grazie ad un altro canestro pesante di Frassineti (65-56) ma, a 5 minuti dalla fine, la montagna è troppo alta da scalare. Non c’è niente da fare. Scafati torna a premere il pedale dell’acceleratore e se ne va, perentoria e irraggiungibile fino al 78-58 finale. Si torna a casa a testa bassa e senza sorrisi. Bisogna ancora soffrire. Bisogna ancora tremare. E, soprattutto, bisogna ancora lottare. Uffa....
Commenti