Lega Due Basket commento prossimo turno 30 Aprile 2011 ore 20:45
In posizioni diverse, Venezia e Verona sono nella stessa situazione: devono vincere entrambe le partite o, in caso di sconfitta sabato, sicuramente l'ultima per raggiungere i rispettivi obiettivi». Andrea Mazzon torna al PalaOlimpia alla guida dell'Umana Venezia, prima in classifica a pari punti con Casale Monferrato (ma seconda perché svantaggiata nel doppio confronto diretto: uno a uno, ma differenza canestri a favore della Fastweb), che deve però guardarsi dall'attacco della Sigma Barcellona, terza tre punti sotto, in casa con la Trenkwalder Reggio Emilia sabato prossimo, poi al Tagliercio di Mestre all'ultima giornata. Venezia, insomma, se perde a Verona, mette a rischio anche il secondo posto. Della Tezenis si sa: se batte Venezia è salva nel caso di sconfitta di una tra Reggio Emilia, Assigeco Casalpusterlengo e Marcopoloshop.it Forlì, altrimenti dovrà andare a vincere anche a Scafati, contro la Sunrise, all'ultimo turno (venerdì 6 maggio), per non correre rischi di retrocessione. «Purtroppo - osserva Mazzon - quello che è capitato alla Tezenis, in coda, con le vittorie delle dirette avversarie, in particolare di Forlì, è accaduto anche a Venezia, con le vittorie di Casale Monferrato e Barcellona. Quella di Verona, per noi, è una trasferta delicata. Stiamo lottando tra il primo e terzo posto perché le altre continuano a vincere. Ci giochiamo tutto nelle ultime due gare. È possibile che a entrambe, a noi e a Verona, serva vincere l'ultima partita, indipendentemente dal risultato di sabato, noi per arrivare primi o secondi, alla Tezenis per conservare la Legadue».
L'Umana Venezia aveva concluso il girone di andata da campione d'inverno con ben 13 vittorie e due sole sconfitte (oggi è a 20 vittorie e 8 sconfitte). È la squadra che maggiormente è rimasta al comando in questo campionato. «Poi - riferisce Mazzon - nel girone di ritorno abbiamo avuto qualche infortunio che ha naturalmente bloccato il nostro processo di crescita. Obiettivamente, alcune gare le abbiamo regalate noi, con errori da parte di tutti, più che vinte dalle avversarie. D'altra parte, il non essere abituati a questo campionato, come è per diversi miei giocatori, e il dover affrontare per le prime volte certe situazioni può pesare. Non è come, ad esempio, Casale Monferrato che da quattro anni convive con lo stesso gruppo». Mazzon ammette che «c'è stato anche un periodo nel quale non abbiamo giocato bene». «Però - aggiunge - siamo primi, non dimentichiamolo, con una squadra nuova e qualche ragazzo che veniva da campionati non eccelsi. Come allenatore, giudico ottima la nostra stagione. Poi, ai play off, vedremo. Lì tutto si azzera e le otto che ci arrivano sono alla pari. In una serie di cinque, conteranno molto le prime due partite in casa, da lì nascerà tutto il resto».
Sono problemi, comunque, che al momento non toccano Venezia. Ora conta solo la partita del palaOlimpia «dove - dice Mazzon - dovremo continuare sulla strada della grande intensità difensiva che ha contraddistinto le nostre migliori serate». «In genere - fa presente Andrea - giochiamo molto meglio fuori casa, dove abbiamo vinto 10 volte su 14. Sotto l'aspetto offensivo, invece, dobbiamo continuare nella crescita che ci porta ad essere determinanti con molti più giocatori, non più con uno o due. Sto avendo chiari miglioramenti dalla panchina e dagli italiani. Se siamo lassù è anche per i lavoro dei Meini, degli Allegretti...». Non è il primo ritorno al PalaOlimpia di Andrea Mazzon «ma è chiaro che quello è un posto speciale per me». «A Verona - aggiunge - mi sento a casa, lì sono diventato uomo. I ricordi sono tanti, come le soddisfazioni che ho provato sia con le squadre giovanili che con la prima squadra».
«La cosa più bella - conclude - che mi porto dentro è aver aiutato a lavorare con tanti giovani e, tutti insieme, aver creato qualcosa senza presunzione o arroganza, con il solo lavoro, avendo molto meno soldi delle altre società. Avevamo un decimo del budget delle grandi squadre, ma eravamo sempre lì a lottare con loro, e mi riferisco sia al periodo in cui ero assistente sia a quello da capo allenatore, e ci capitava di battere la Benetton, la Virtus, giocatori come Wilkins, giocare finali europee e semifinali scudetto. Sono gran belle soddisfazioni perché c'erano sì buoni giocatori, ma si vedeva il lavoro».
Renzo Puliero
larena.it
28 Aprile 2011 ore 11:30
L'Umana Venezia aveva concluso il girone di andata da campione d'inverno con ben 13 vittorie e due sole sconfitte (oggi è a 20 vittorie e 8 sconfitte). È la squadra che maggiormente è rimasta al comando in questo campionato. «Poi - riferisce Mazzon - nel girone di ritorno abbiamo avuto qualche infortunio che ha naturalmente bloccato il nostro processo di crescita. Obiettivamente, alcune gare le abbiamo regalate noi, con errori da parte di tutti, più che vinte dalle avversarie. D'altra parte, il non essere abituati a questo campionato, come è per diversi miei giocatori, e il dover affrontare per le prime volte certe situazioni può pesare. Non è come, ad esempio, Casale Monferrato che da quattro anni convive con lo stesso gruppo». Mazzon ammette che «c'è stato anche un periodo nel quale non abbiamo giocato bene». «Però - aggiunge - siamo primi, non dimentichiamolo, con una squadra nuova e qualche ragazzo che veniva da campionati non eccelsi. Come allenatore, giudico ottima la nostra stagione. Poi, ai play off, vedremo. Lì tutto si azzera e le otto che ci arrivano sono alla pari. In una serie di cinque, conteranno molto le prime due partite in casa, da lì nascerà tutto il resto».
Sono problemi, comunque, che al momento non toccano Venezia. Ora conta solo la partita del palaOlimpia «dove - dice Mazzon - dovremo continuare sulla strada della grande intensità difensiva che ha contraddistinto le nostre migliori serate». «In genere - fa presente Andrea - giochiamo molto meglio fuori casa, dove abbiamo vinto 10 volte su 14. Sotto l'aspetto offensivo, invece, dobbiamo continuare nella crescita che ci porta ad essere determinanti con molti più giocatori, non più con uno o due. Sto avendo chiari miglioramenti dalla panchina e dagli italiani. Se siamo lassù è anche per i lavoro dei Meini, degli Allegretti...». Non è il primo ritorno al PalaOlimpia di Andrea Mazzon «ma è chiaro che quello è un posto speciale per me». «A Verona - aggiunge - mi sento a casa, lì sono diventato uomo. I ricordi sono tanti, come le soddisfazioni che ho provato sia con le squadre giovanili che con la prima squadra».
«La cosa più bella - conclude - che mi porto dentro è aver aiutato a lavorare con tanti giovani e, tutti insieme, aver creato qualcosa senza presunzione o arroganza, con il solo lavoro, avendo molto meno soldi delle altre società. Avevamo un decimo del budget delle grandi squadre, ma eravamo sempre lì a lottare con loro, e mi riferisco sia al periodo in cui ero assistente sia a quello da capo allenatore, e ci capitava di battere la Benetton, la Virtus, giocatori come Wilkins, giocare finali europee e semifinali scudetto. Sono gran belle soddisfazioni perché c'erano sì buoni giocatori, ma si vedeva il lavoro».
Renzo Puliero
larena.it
28 Aprile 2011 ore 11:30
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