Trenkwalder: il finale non è scontato, intanto a Reggio Emilia non si vedono tanti sorrisi
- Il Resto del Carlino -
24/04/2011 09:36 - DANIELE VALISENA
REGGIO. Quel canestro di Metreveli ha risvegliato tutti da quello che sembrava un sogno, una di quelle storie all’americana con l’happy ending che si annusa sin dagli albori della vicenda: promesse infrante, baratro, risalita e trionfo finale. C’è il maestro (Frates) che ritorna e coi suoi allenamenti alla Full Metal Jacket riesce a raddrizzare la banda di sbandati (spedendone qualcuno altrove) e la porta al trionfo, non prima di essersi fatto operare.
Poi c’è l’eroe inatteso, arrivato quando il buio pareva totale, l’eroe e capace di prendersi la squadra sulle spalle dandole l’esempio per grinta e rabbia agonistica, nonostante capacità non da supereroe: Robinson. E la coppia della vecchia guardia che che non molla: Chiacig e Frosini. Il deuteragonista silenzioso e letale, che torna a essere protagonista dopo lungo tempo: Slanina. La sorpresa: Pini. Le vittorie contro i pronostici (Casale e Venezia) e la rimonta impossibile con Rimini. Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per in lieto fine, invece...
Verso l’estremo orientale della via Emilia c’è una città, Forlì, una squadra e soprattutto un allenatore che, come canta Ligabue, ha «sognato più forte» anche di Reggio. E quando meno di due mesi fa, a pochi minuti dalla sconfitta subita proprio al Bigi - che rigettava i suoi a -4 punti con l’aggiunta dello scontro diretto a sfavore - coach Vucinic diceva «Noi non crediamo sia finita», non lo diceva tanto per dire. E ora, eccoci qua, con due sole gare a disposizione, ammucchiati in quella che la matematica per ora trasforma in terribile beffa (la classifica avulsa) sprofondati di nuovo in un abisso. Mancano due partite campionato: la Trenkwalder dovrà provare a vincerle ma neanche in quel caso potrebbe garantirsi la salvezza.
Barcellona ha l’ultima possibilità per provare a centrare il primo posto: traguardo difficile, ma vorrà pure conservare la terza piazza ai playoff e per farlo ha bisogno di almeno una vittoria. Veroli, il secondo grande ostacolo, è impegnata in una rincorsa, dopo due stagioni da protagonista a metà, ad un sogno ancora più grande: la promozione. Impossibile aspettarsi regali.
Ma anche Verona e a Ferrara, rischiano quanto i biancorossi di finire nei guai. Paradossalmente, è proprio Forlì, assieme a Casalpusterlengo quella che pare rischiare meno.
Il finale non è scontato, intanto a Reggio non si vedono tanti sorris. Quello che è certo è che la Trenkwalder, per quello che ha fatto vedere sul campo, per la forza e l’impegno che ha messo in questi ultimi due mesi, meriterebbe di giocarsi ben altri traguardi. Invece bisogna inseguire quello minimo e ci sarà bisogno di una corsa come se fosse per la promozione; battendo anche Barcellona e Veroli, la terza e una della quattro squadre che occupano la quarta posizione. Troppo bello per essere vero? Forse, ma di storie col finale già scritto non ce ne sono.
24/04/2011 09:36 - DANIELE VALISENA
REGGIO. Quel canestro di Metreveli ha risvegliato tutti da quello che sembrava un sogno, una di quelle storie all’americana con l’happy ending che si annusa sin dagli albori della vicenda: promesse infrante, baratro, risalita e trionfo finale. C’è il maestro (Frates) che ritorna e coi suoi allenamenti alla Full Metal Jacket riesce a raddrizzare la banda di sbandati (spedendone qualcuno altrove) e la porta al trionfo, non prima di essersi fatto operare.
Poi c’è l’eroe inatteso, arrivato quando il buio pareva totale, l’eroe e capace di prendersi la squadra sulle spalle dandole l’esempio per grinta e rabbia agonistica, nonostante capacità non da supereroe: Robinson. E la coppia della vecchia guardia che che non molla: Chiacig e Frosini. Il deuteragonista silenzioso e letale, che torna a essere protagonista dopo lungo tempo: Slanina. La sorpresa: Pini. Le vittorie contro i pronostici (Casale e Venezia) e la rimonta impossibile con Rimini. Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per in lieto fine, invece...
Verso l’estremo orientale della via Emilia c’è una città, Forlì, una squadra e soprattutto un allenatore che, come canta Ligabue, ha «sognato più forte» anche di Reggio. E quando meno di due mesi fa, a pochi minuti dalla sconfitta subita proprio al Bigi - che rigettava i suoi a -4 punti con l’aggiunta dello scontro diretto a sfavore - coach Vucinic diceva «Noi non crediamo sia finita», non lo diceva tanto per dire. E ora, eccoci qua, con due sole gare a disposizione, ammucchiati in quella che la matematica per ora trasforma in terribile beffa (la classifica avulsa) sprofondati di nuovo in un abisso. Mancano due partite campionato: la Trenkwalder dovrà provare a vincerle ma neanche in quel caso potrebbe garantirsi la salvezza.
Barcellona ha l’ultima possibilità per provare a centrare il primo posto: traguardo difficile, ma vorrà pure conservare la terza piazza ai playoff e per farlo ha bisogno di almeno una vittoria. Veroli, il secondo grande ostacolo, è impegnata in una rincorsa, dopo due stagioni da protagonista a metà, ad un sogno ancora più grande: la promozione. Impossibile aspettarsi regali.
Ma anche Verona e a Ferrara, rischiano quanto i biancorossi di finire nei guai. Paradossalmente, è proprio Forlì, assieme a Casalpusterlengo quella che pare rischiare meno.
Il finale non è scontato, intanto a Reggio non si vedono tanti sorris. Quello che è certo è che la Trenkwalder, per quello che ha fatto vedere sul campo, per la forza e l’impegno che ha messo in questi ultimi due mesi, meriterebbe di giocarsi ben altri traguardi. Invece bisogna inseguire quello minimo e ci sarà bisogno di una corsa come se fosse per la promozione; battendo anche Barcellona e Veroli, la terza e una della quattro squadre che occupano la quarta posizione. Troppo bello per essere vero? Forse, ma di storie col finale già scritto non ce ne sono.
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