Edilesse, Luppi da escluso a bandiera: "Hugo Conte mi ha convinto"
Oreste Luppi, la bandiera. Nome e cognome reggiano, nato a Guastalla. Bassa Reggiana, Luzzara ed Edilesse Conad sono state le sue squadre, tutte e soltanto reggiane in cui ha militato da inizio di carriera. E dunque Luppi sarà per l’ottavo anno consecutivo in giallonero, una pelle più che una maglia, anche se.
«SÌ STAVO per andarmene — racconta Oreste —. In pratica non rientravo nei piani di coach Bonitta e quindi mi ero già guardato attorno per trovare un’altra destinazione. Avevo diverse opzioni, tutte in serie A2, ed è per questo che poi la conferma è arrivata molto tardi».
Ma è arrivata, dunque è cambiato qualcosa?
«Beh, è cambiato l’allenatore e questo è stato determinante. Hugo Conte mi ha contattato subito dopo aver firmato con l’Edilesse e mi ha chiesto di restare. Io sono rimasto dubbioso proprio perché da un lato mi piaceva l’idea di migrare da qualche altra parte, compagni nuovi, società nuova, città, pubblico, diciamo che sarebbe iniziata un’altra vita».
Quindi cercava anche stimoli nuovi?
«Sì, ma non per questo mi verranno a mancare quest’anno. Ci sono giocatori che giocano in una sola società per tutta la carriera e tutti gli anni danno il meglio di loro. Io sono contento perché l’Edilesse non ha cercato subito un’alternativa e poi perché mi pare che la nuova squadra sia davvero competitiva. Avere la fiducia del tecnico è un ulteriore motivo di restare e far bene».
Centrale, classe ’83, 195 centimetri, all’Edilesse dal 2004. Nella storia della società pare non si trovi un giocatore che sia rimasto per tanto tempo e soprattutto in così alte categorie…
«Sì, la mia storia sportiva corrisponde a quella della crescita della società: due promozioni dalla B1 e poi gli ultimi tre campionati in A2, con salvezza nel primo e due play-off nei più recenti».
Passati però anche per un problema fisico…
«E’ vero, due operazioni all’anca ed un rientro ovviamente lento. Ma ho lavorato tanto, anche quest’anno, spesso in modo differenziato dai compagni per recuperare tutto quello che potevo».
Due promozioni; però, magari, un trofeo…
«Già, mi piacerebbe davvero vincere qualcosa d’importante… non voglio dire il campionato di A2 perché quest’anno le avversarie mi sembrano davvero forti. Magari potremmo iniziare dalla Coppa Italia. Poi, in futuro, chissà».
di CLAUDIO LAVAGGI - ilrestodelcarlino
«SÌ STAVO per andarmene — racconta Oreste —. In pratica non rientravo nei piani di coach Bonitta e quindi mi ero già guardato attorno per trovare un’altra destinazione. Avevo diverse opzioni, tutte in serie A2, ed è per questo che poi la conferma è arrivata molto tardi».
Ma è arrivata, dunque è cambiato qualcosa?
«Beh, è cambiato l’allenatore e questo è stato determinante. Hugo Conte mi ha contattato subito dopo aver firmato con l’Edilesse e mi ha chiesto di restare. Io sono rimasto dubbioso proprio perché da un lato mi piaceva l’idea di migrare da qualche altra parte, compagni nuovi, società nuova, città, pubblico, diciamo che sarebbe iniziata un’altra vita».
Quindi cercava anche stimoli nuovi?
«Sì, ma non per questo mi verranno a mancare quest’anno. Ci sono giocatori che giocano in una sola società per tutta la carriera e tutti gli anni danno il meglio di loro. Io sono contento perché l’Edilesse non ha cercato subito un’alternativa e poi perché mi pare che la nuova squadra sia davvero competitiva. Avere la fiducia del tecnico è un ulteriore motivo di restare e far bene».
Centrale, classe ’83, 195 centimetri, all’Edilesse dal 2004. Nella storia della società pare non si trovi un giocatore che sia rimasto per tanto tempo e soprattutto in così alte categorie…
«Sì, la mia storia sportiva corrisponde a quella della crescita della società: due promozioni dalla B1 e poi gli ultimi tre campionati in A2, con salvezza nel primo e due play-off nei più recenti».
Passati però anche per un problema fisico…
«E’ vero, due operazioni all’anca ed un rientro ovviamente lento. Ma ho lavorato tanto, anche quest’anno, spesso in modo differenziato dai compagni per recuperare tutto quello che potevo».
Due promozioni; però, magari, un trofeo…
«Già, mi piacerebbe davvero vincere qualcosa d’importante… non voglio dire il campionato di A2 perché quest’anno le avversarie mi sembrano davvero forti. Magari potremmo iniziare dalla Coppa Italia. Poi, in futuro, chissà».
di CLAUDIO LAVAGGI - ilrestodelcarlino
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