"Priorità: stadio tricolore e una svolta per il pala"
Reggio Emilia, 29 luglio 2011 - «Sono il migliore assessore allo sport che Reggio abbia mai avuto in 150 anni».
Lo dice come battuta, ma (poco o tanto?) ne è anche convinto. Mauro Del Bue, 60 anni, ex onorevole socialista, si avvicina al giro di boa del suo quinquennio come «governatore» dello sport reggiano convinto di poter stilare un primo, pur sintetico, bilancio positivo. «Lo sport reggiano è attivo e disponibile - afferma Del Bue - è una realtà che ha tutte le potenzialità per tornare al vertice. Come ai tempi delle dieci squadre in serie A. E non abbiamo nulla da invidiare alle altre città emiliane. La Reggiana è ben gestita e ha davanti un futuro sicuro, il basket ha un grande proprietario come Landi e programmi ambiziosi, il rugby è al massimo livello della sua storia, il volley è guidato da un imprenditore capace ed entusiasta come Bertaccini».
Andiamo sul concreto: obiettivi raggiunti nei primi 2 anni?
«La premessa è che senza soldi si fa poco. La mancanza di risorse del mio assessorato sarebbe un comodo alibi, ma non è nel mio stile. Otto le opere finanziate, di cui già tre inaugurate: boxe, sintetico della Galileo e nuova sede della Cooperatori ciclisti. Entro l’autunno le altre: spogliatoi e uffici della Reggio United, sintetico alla Reggio Calcio, spogliatoi del campo del S. Pellegrino, interventi a S. Prospero e Roncocesi. Il fiore all’occhiello è l’operazione piscina, un piccolo capolavoro. Ha incontrato molte resistenze, ma è andato in porto anche grazie al sostegno delle società. Il passaggio della gestione alla Gisport consentirà di dimezzare i costi sostenuti dal comune, con un risparmio iniziale minimo di 300-400mila euro. Adesso il comune paga solo la gestione del calore, sui 400mila euro. A Rivalta sta nascendo un piccolo palasport, da 600-700 posti. Entro fine agosto completeremo i lavori di ristrutturazione del «Camparada», spogliatoi, tribuna e pista, spendendo circa 250mila euro».
Ma per l’atletica sanguina da sempre la ferita della mancanza di un impianto indoor.
«Sì, il problema è urgente e merita soluzione. Anche se mi chiedo quante persone possa coinvolgere, visto che le spese vanno commisurate alla fruizione. Il progetto di allargare l’area oggi destinata ai salti, in via Mazzacurati, ai magazzini del Comune, non è fattibile. Lì il comune vuole creare l’archivio. Aspetto proposte».
Il nuovo palasport è un’altra ferita che non si cicatrizza.
«Intanto porteremo la capienza di via Guasco a 3500 posti a sedere, in regola per la serie A. Ora è a 3.290, sarà tutto a posto per l’inizio del campionato. Sul nuovo impianto chiariamoci bene. Il comune non ha i soldi per farlo da solo. Ci sono tre strade. La prima è la proposta del 2009 della società Aurora, legata all’inserimento nel Poc del progetto per il nuovo centro commerciale ipotizzato nella zona del Giglio. In cambio di 15 milioni di euro, non necessariamente tutti destinati al nuovo pala. Bisogna verificare se la proposta è ancora valida. La seconda ipotesi è quella accennata dal presidente Ivan Paterlini: scambio area palasport con nuovo palasport. Sono pronto a guardarci dentro, ad incontrare Paterlini. Terza ipotesi la ristrutturazione di via Guasco, con recupero urbano di tutta la zona che coinvolge anche l’area dell’Opg, oggi della provincia. Io credo che al di là del palasport utilizzare risorse a pioggia senza fare vedere un bel nulla sia un bell’errore politico: un tetto, mezza strada, una nuova rotonda, una porta... Ad ogni modo mi allineo, con spirito costruttivo. Il palasport è una delle tre priorità che mi pongo. Le altre sono lo stadio e il museo della bici di Cimurri, da sistemare, almeno in via provvisoria, in un’area di 150 metri dell’ex tribunale. Siamo d’accordo con tutti, compresi Tecton e Coopsette».
Calcio e stadio: lei ha notoriamente un torrido cuore granata.
«Beh, ho fatto anche lo showman alla presentazione della squadra... Ma non sono l’assessore solo della Reggiana, sia chiaro. Avrei voluto che la questione stadio fosse già risolta. Me ne occupo da due anni, ma mi sono dovuto fermare, quando il presidente Barilli ha manifestato interesse all’acquisto. Mi ha solo chiesto tempo. Intanto è pronto il progetto per una manutenzione finalmente efficace, ho un discorso avviato con la direzione dei Petali, un interlocutore con cui si può impostare una sinergia molto proficua. La tribuna verrà sistemata all’esterno, in mezzo diventerà bianco-rosso-verde. Sì, perchè entro l’anno vorrei intestare lo stadio al tricolore. Un’operazione del genere avrà un formidabile impatto pubblico. Si lascerà spazio ad un eventuale sponsor. Il curatore non ha obiezioni. Barilli sta lavorando molto bene, ha portato il club ad un equilibrio finanziario e lo sta rendendo appetibile. Al momento può fare con le sue forze, non ha bisogno di nuovi partner, anche se presto potrebbe accoglierne. Ha sensibilità sui giovani, è dinamico. Anche l’idea di ristrutturare villa Granata è apprezzabile. La nuova squadra è stata costruita con criterio. Mangone è intelligente e preparato, ora è anche più flessibile. Stefani resterà, non c’è dubbio. Assurdo lasciare Reggio per qualche euro in più».
ilrestodelcarlino
Lo dice come battuta, ma (poco o tanto?) ne è anche convinto. Mauro Del Bue, 60 anni, ex onorevole socialista, si avvicina al giro di boa del suo quinquennio come «governatore» dello sport reggiano convinto di poter stilare un primo, pur sintetico, bilancio positivo. «Lo sport reggiano è attivo e disponibile - afferma Del Bue - è una realtà che ha tutte le potenzialità per tornare al vertice. Come ai tempi delle dieci squadre in serie A. E non abbiamo nulla da invidiare alle altre città emiliane. La Reggiana è ben gestita e ha davanti un futuro sicuro, il basket ha un grande proprietario come Landi e programmi ambiziosi, il rugby è al massimo livello della sua storia, il volley è guidato da un imprenditore capace ed entusiasta come Bertaccini».
Andiamo sul concreto: obiettivi raggiunti nei primi 2 anni?
«La premessa è che senza soldi si fa poco. La mancanza di risorse del mio assessorato sarebbe un comodo alibi, ma non è nel mio stile. Otto le opere finanziate, di cui già tre inaugurate: boxe, sintetico della Galileo e nuova sede della Cooperatori ciclisti. Entro l’autunno le altre: spogliatoi e uffici della Reggio United, sintetico alla Reggio Calcio, spogliatoi del campo del S. Pellegrino, interventi a S. Prospero e Roncocesi. Il fiore all’occhiello è l’operazione piscina, un piccolo capolavoro. Ha incontrato molte resistenze, ma è andato in porto anche grazie al sostegno delle società. Il passaggio della gestione alla Gisport consentirà di dimezzare i costi sostenuti dal comune, con un risparmio iniziale minimo di 300-400mila euro. Adesso il comune paga solo la gestione del calore, sui 400mila euro. A Rivalta sta nascendo un piccolo palasport, da 600-700 posti. Entro fine agosto completeremo i lavori di ristrutturazione del «Camparada», spogliatoi, tribuna e pista, spendendo circa 250mila euro».
Ma per l’atletica sanguina da sempre la ferita della mancanza di un impianto indoor.
«Sì, il problema è urgente e merita soluzione. Anche se mi chiedo quante persone possa coinvolgere, visto che le spese vanno commisurate alla fruizione. Il progetto di allargare l’area oggi destinata ai salti, in via Mazzacurati, ai magazzini del Comune, non è fattibile. Lì il comune vuole creare l’archivio. Aspetto proposte».
Il nuovo palasport è un’altra ferita che non si cicatrizza.
«Intanto porteremo la capienza di via Guasco a 3500 posti a sedere, in regola per la serie A. Ora è a 3.290, sarà tutto a posto per l’inizio del campionato. Sul nuovo impianto chiariamoci bene. Il comune non ha i soldi per farlo da solo. Ci sono tre strade. La prima è la proposta del 2009 della società Aurora, legata all’inserimento nel Poc del progetto per il nuovo centro commerciale ipotizzato nella zona del Giglio. In cambio di 15 milioni di euro, non necessariamente tutti destinati al nuovo pala. Bisogna verificare se la proposta è ancora valida. La seconda ipotesi è quella accennata dal presidente Ivan Paterlini: scambio area palasport con nuovo palasport. Sono pronto a guardarci dentro, ad incontrare Paterlini. Terza ipotesi la ristrutturazione di via Guasco, con recupero urbano di tutta la zona che coinvolge anche l’area dell’Opg, oggi della provincia. Io credo che al di là del palasport utilizzare risorse a pioggia senza fare vedere un bel nulla sia un bell’errore politico: un tetto, mezza strada, una nuova rotonda, una porta... Ad ogni modo mi allineo, con spirito costruttivo. Il palasport è una delle tre priorità che mi pongo. Le altre sono lo stadio e il museo della bici di Cimurri, da sistemare, almeno in via provvisoria, in un’area di 150 metri dell’ex tribunale. Siamo d’accordo con tutti, compresi Tecton e Coopsette».
Calcio e stadio: lei ha notoriamente un torrido cuore granata.
«Beh, ho fatto anche lo showman alla presentazione della squadra... Ma non sono l’assessore solo della Reggiana, sia chiaro. Avrei voluto che la questione stadio fosse già risolta. Me ne occupo da due anni, ma mi sono dovuto fermare, quando il presidente Barilli ha manifestato interesse all’acquisto. Mi ha solo chiesto tempo. Intanto è pronto il progetto per una manutenzione finalmente efficace, ho un discorso avviato con la direzione dei Petali, un interlocutore con cui si può impostare una sinergia molto proficua. La tribuna verrà sistemata all’esterno, in mezzo diventerà bianco-rosso-verde. Sì, perchè entro l’anno vorrei intestare lo stadio al tricolore. Un’operazione del genere avrà un formidabile impatto pubblico. Si lascerà spazio ad un eventuale sponsor. Il curatore non ha obiezioni. Barilli sta lavorando molto bene, ha portato il club ad un equilibrio finanziario e lo sta rendendo appetibile. Al momento può fare con le sue forze, non ha bisogno di nuovi partner, anche se presto potrebbe accoglierne. Ha sensibilità sui giovani, è dinamico. Anche l’idea di ristrutturare villa Granata è apprezzabile. La nuova squadra è stata costruita con criterio. Mangone è intelligente e preparato, ora è anche più flessibile. Stefani resterà, non c’è dubbio. Assurdo lasciare Reggio per qualche euro in più».
ilrestodelcarlino
Commenti