Trenkwalder: la squadra piace al coach Menetti
- Il Resto del Carlino -
30/07/2011 10:12 - MAX MENETTI, di ritorno dalle vacanze in Argentina dove vive la famiglia della moglie Maria Pia Romanò, ci confida le proprie sensazioni sulla prossima stagione della Trenkwalder, la prima in assoluto, per lui, da capo allenatore sin dall’inizio.
Coach, soddisfatto della squadra?
«Sono molto contento. E’ stata rispettata l’idea iniziale di confermare il gruppo che ha concluso l’ultima annata».
Manca ancora la guardia titolare statunitense.
«Ci siamo cautelati fermando Bell. Ma stiamo cercando qualcosa di meglio, se possibile. L’identikit corrisponde ad un giocatore dal buon tiro dai 6,75, o in alternativa, un prospetto esplosivo dal punto di vista atletico».
Che di nome fa....
«Beh, quelli che ho letto sono nomi possibili (da Thomas a Roderick, da Hunter a Campbell, ndr), ma non escludo qualcun altro (Jerome Dyson, ndr).
Obiettivi?
«Non voglio parlare di classifica. Diciamo che sia io che la società siamo stati attenti a costruire un organico che possa prestarsi alla chimica di squadra. Di solito a Reggio i primattori hanno sempre fallito».
Che effetto le farà avere in panchina al suo fianco Ale Frosini?
«Guardi. Le due cose che ho chiesto alla dirigenza quando mi ha proposto il ruolo di guida tecnica è stato l’arrivo di un 4 italiano ( poi individuato in Filloy, ndr) e di avere al mio fianco Frosini. Persona che stimo tantissimo».
Che spazio intende dare a Riccardo Cervi?
«Spero che mi metta in difficoltà. Lui deve trovare quella continuità di rendimento che non ha avuto lo scorso torneo, complici i tanti infortuni patiti».
Un giudizio sulle squadre della prossima Legadue?
«Brindisi, Venezia, Veroli, Barcellona su tutte. Interessante Verona. Ma la mia Trenk se saprà trovare i giusti stimoli nel corso di tutta la stagione potrà sorprendere».
Luca Del Bue
30/07/2011 10:12 - MAX MENETTI, di ritorno dalle vacanze in Argentina dove vive la famiglia della moglie Maria Pia Romanò, ci confida le proprie sensazioni sulla prossima stagione della Trenkwalder, la prima in assoluto, per lui, da capo allenatore sin dall’inizio.
Coach, soddisfatto della squadra?
«Sono molto contento. E’ stata rispettata l’idea iniziale di confermare il gruppo che ha concluso l’ultima annata».
Manca ancora la guardia titolare statunitense.
«Ci siamo cautelati fermando Bell. Ma stiamo cercando qualcosa di meglio, se possibile. L’identikit corrisponde ad un giocatore dal buon tiro dai 6,75, o in alternativa, un prospetto esplosivo dal punto di vista atletico».
Che di nome fa....
«Beh, quelli che ho letto sono nomi possibili (da Thomas a Roderick, da Hunter a Campbell, ndr), ma non escludo qualcun altro (Jerome Dyson, ndr).
Obiettivi?
«Non voglio parlare di classifica. Diciamo che sia io che la società siamo stati attenti a costruire un organico che possa prestarsi alla chimica di squadra. Di solito a Reggio i primattori hanno sempre fallito».
Che effetto le farà avere in panchina al suo fianco Ale Frosini?
«Guardi. Le due cose che ho chiesto alla dirigenza quando mi ha proposto il ruolo di guida tecnica è stato l’arrivo di un 4 italiano ( poi individuato in Filloy, ndr) e di avere al mio fianco Frosini. Persona che stimo tantissimo».
Che spazio intende dare a Riccardo Cervi?
«Spero che mi metta in difficoltà. Lui deve trovare quella continuità di rendimento che non ha avuto lo scorso torneo, complici i tanti infortuni patiti».
Un giudizio sulle squadre della prossima Legadue?
«Brindisi, Venezia, Veroli, Barcellona su tutte. Interessante Verona. Ma la mia Trenk se saprà trovare i giusti stimoli nel corso di tutta la stagione potrà sorprendere».
Luca Del Bue
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