Trenkwalder Reggio Emilia: Filloy, l’ala che mancava «Darò tutto per il team»
- Il Resto del Carlino -
12/08/2011 09:36 - L’UOMO che non c’era, ora è arrivato. A coprire il tassello che mancava nel mosaico Trenkwalder. Si parla di Demian Filloy (nella foto col ds Alessandro Frosini), argentino di nascita ma italiano di passaporto, 29 anni, 198 centimetri di altezza. Ala forte di grande spessore l’atleta, l’anno passato, ha fatto le fortune dell’Immobiliare Spiga Rimini, giganteggiando a rimbalzo ma spaccando spesso e volentieri le difese avversarie con il suo tiro da 3. Caratteristiche che sarebbero servite come il pane al team di Frates, condotto poi alla salvezza da Max Menetti, causa i noti problemi fisici del coach milanese. L’auspicio è che Filloy si ripeta pure in casacca biancorossa.
Filloy, perché ha scelto Reggio?
«Dopo la fine dello scorso campionato la mia idea era di attendere un po’ di tempo qualche chiamata dalla serie A. Alcuni contatti ci sono stati, ma quando la Trenkwalder mi ha fatto la sua proposta, importante in tutti i sensi e con un preciso progetto, ci ho messo ben poco a decidere di accettarla».
Secondo lo staff tecnico lei è quel tipo di giocatore che l’anno scorso mancava per dare maggiore pericolosità all’attacco…
«Non saprei. Io credo di essere qui per il buon lavoro fatto a Rimini. Mi sono sempre considerato un giocatore di squadra, sempre pronto a mettersi al servizio del collettivo. Così farò anche qua».
Per un breve periodo lei ha già giocato in maglia Pallacanestro Reggiana: cinque partite nella stagione 2008/2009. Che ricordo ha di quell’esperienza?
«Ottimo dal punto di vista umano. Da quello tecnico, arrivai in un momento difficile per la squadra. Ho comunque cercato anche allora di dare il meglio di me».
PARLANDO della squadra, ieri, con una seduta tutta atletica al Cere (che sarà bissata oggi al centro sportivo Calipso di Bibbiano) è ufficalmente partita la preparazione per la prossima stagione.
Gabriele Gallo
12/08/2011 09:36 - L’UOMO che non c’era, ora è arrivato. A coprire il tassello che mancava nel mosaico Trenkwalder. Si parla di Demian Filloy (nella foto col ds Alessandro Frosini), argentino di nascita ma italiano di passaporto, 29 anni, 198 centimetri di altezza. Ala forte di grande spessore l’atleta, l’anno passato, ha fatto le fortune dell’Immobiliare Spiga Rimini, giganteggiando a rimbalzo ma spaccando spesso e volentieri le difese avversarie con il suo tiro da 3. Caratteristiche che sarebbero servite come il pane al team di Frates, condotto poi alla salvezza da Max Menetti, causa i noti problemi fisici del coach milanese. L’auspicio è che Filloy si ripeta pure in casacca biancorossa.
Filloy, perché ha scelto Reggio?
«Dopo la fine dello scorso campionato la mia idea era di attendere un po’ di tempo qualche chiamata dalla serie A. Alcuni contatti ci sono stati, ma quando la Trenkwalder mi ha fatto la sua proposta, importante in tutti i sensi e con un preciso progetto, ci ho messo ben poco a decidere di accettarla».
Secondo lo staff tecnico lei è quel tipo di giocatore che l’anno scorso mancava per dare maggiore pericolosità all’attacco…
«Non saprei. Io credo di essere qui per il buon lavoro fatto a Rimini. Mi sono sempre considerato un giocatore di squadra, sempre pronto a mettersi al servizio del collettivo. Così farò anche qua».
Per un breve periodo lei ha già giocato in maglia Pallacanestro Reggiana: cinque partite nella stagione 2008/2009. Che ricordo ha di quell’esperienza?
«Ottimo dal punto di vista umano. Da quello tecnico, arrivai in un momento difficile per la squadra. Ho comunque cercato anche allora di dare il meglio di me».
PARLANDO della squadra, ieri, con una seduta tutta atletica al Cere (che sarà bissata oggi al centro sportivo Calipso di Bibbiano) è ufficalmente partita la preparazione per la prossima stagione.
Gabriele Gallo
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