Reggiana, Barilli: "Mangone? Non rischia". Per ora
Dopo la tempesta, tocca raccogliere i cocci. Guardarsi intorno, vedere quello che è rimasto in piedi poiché è da lì che si deve (cercare di) costruire il futuro. E' quello che farà, da oggi, mister Amedeo Mangone ai campi di via Agosti.
L'imperativo categorico del mister della Reggiana è ora quello di analizzare i tanti perché della disfatta interna di domenica scorsa con il Como e, allargando il concetto, di questo inizio così duro di stagione. Cercarli in casa, i problemi, nello spogliatoio. Guardare uno a uno i propri giocatori, confrontarsi con loro, cercare di recuperare il tanto fondamentale amalgama che chiaramente domenica era in vacanza insieme a tanti giocatori reggiani. Una volta fatto questo, si dovrà andare in campo e capire, con questa rosa a disposizione, qual è la formula migliore per ricarburare il motore di questa Reggiana. La fase difensiva va completamente rivista così come quella offensiva quando si gioca in casa e serve quindi "fare la partita" anziché chiudersi a riccio e ripartire in contropiede, come nelle prime due uscite esterne a Pavia e Benevento. Perché un conto è giocare di rimessa, un altro invece perforare difese schierate tenendo comunque un baricentro neutro senza sfilacciare troppo i comparti.
La società in via Agosti
Intanto, per fare sentire la vicinanza della società in un momento così difficile, alla ripresa degli allenamenti in via Agosti si sono fatti vedere oggi il presidente, Alessandro Barilli, e il direttore generale, Tito Corsi. Si sono chiusi negli spogliatoi con allenatore e giocatori e hanno messo un "paio" di cose in chiaro. "Abbiamo fatto capire loro - ci ha detto Barilli - che non si può assolutamente andare avanti così. Devono scendere in campo con maggiore convinzione, cercare di uscire da questo momento no proprio come si era fatto nella passata stagione".
Barilli ha anche aggiunto che, per il momento, non si farà alcun cambio in panchina. "Mangone è sicuro al suo posto, non avrebbe senso cambiare adesso in una situazione così difficile". Poi, però, la stilettata: "Più avanti vederemo se servono altre cose... anche in sede di mercato". Nessun'ultima spiaggia domenica prossima, quindi, quando al "Giglio" arriverà il Foligno in un vero e proprio spareggio salvezza (entrambe le squadre sono a 0). "Anche in caso di sconfitta il tecnico sarebbe riconfermato. I giocatori? Non c'è nessun tipo di problema, hanno piena fiducia in Mangone. Se così non fosse stato, avremmo già preso altre strade".
Tu chiamale, se vuoi, "esternazioni"
Tuttavia, non possono non tenere banco le voci rimbalzate in questi ultimi giorni circa diverbi avvenuti tra Mangone e i senatori dello spogliatoio granata, Zini e Lanna su tutti. Duri "faccia a faccia" che sarebbero avvenuti in presenza di tutta la squadra e non sarebbero andati giù né al capitano né tantomeno all'ex Chievo e Bologna. Ora, è vero che l'italiano è dietrologo di natura, ma non serviva certo Einstein domenica per capire che i giocatori in campo non hanno certo profuso il loro massimo impegno, come invece avveniva sovente sotto la gestione Dominissini. Anche allora ci sono stati tempi bui, ma è stato proprio in quelle circostanze che si è fatto quadrato remando tutti nella stessa direzione per centrare l'obiettivo finale, i play-off. Qui, invece, pare evidente che al momento della bisogna si remi un po' dove tira il vento. Sempre che i remi non si siano già stati tirati in barca.
Alessio Fontanesi - reggionline
L'imperativo categorico del mister della Reggiana è ora quello di analizzare i tanti perché della disfatta interna di domenica scorsa con il Como e, allargando il concetto, di questo inizio così duro di stagione. Cercarli in casa, i problemi, nello spogliatoio. Guardare uno a uno i propri giocatori, confrontarsi con loro, cercare di recuperare il tanto fondamentale amalgama che chiaramente domenica era in vacanza insieme a tanti giocatori reggiani. Una volta fatto questo, si dovrà andare in campo e capire, con questa rosa a disposizione, qual è la formula migliore per ricarburare il motore di questa Reggiana. La fase difensiva va completamente rivista così come quella offensiva quando si gioca in casa e serve quindi "fare la partita" anziché chiudersi a riccio e ripartire in contropiede, come nelle prime due uscite esterne a Pavia e Benevento. Perché un conto è giocare di rimessa, un altro invece perforare difese schierate tenendo comunque un baricentro neutro senza sfilacciare troppo i comparti.
La società in via Agosti
Intanto, per fare sentire la vicinanza della società in un momento così difficile, alla ripresa degli allenamenti in via Agosti si sono fatti vedere oggi il presidente, Alessandro Barilli, e il direttore generale, Tito Corsi. Si sono chiusi negli spogliatoi con allenatore e giocatori e hanno messo un "paio" di cose in chiaro. "Abbiamo fatto capire loro - ci ha detto Barilli - che non si può assolutamente andare avanti così. Devono scendere in campo con maggiore convinzione, cercare di uscire da questo momento no proprio come si era fatto nella passata stagione".
Barilli ha anche aggiunto che, per il momento, non si farà alcun cambio in panchina. "Mangone è sicuro al suo posto, non avrebbe senso cambiare adesso in una situazione così difficile". Poi, però, la stilettata: "Più avanti vederemo se servono altre cose... anche in sede di mercato". Nessun'ultima spiaggia domenica prossima, quindi, quando al "Giglio" arriverà il Foligno in un vero e proprio spareggio salvezza (entrambe le squadre sono a 0). "Anche in caso di sconfitta il tecnico sarebbe riconfermato. I giocatori? Non c'è nessun tipo di problema, hanno piena fiducia in Mangone. Se così non fosse stato, avremmo già preso altre strade".
Tu chiamale, se vuoi, "esternazioni"
Tuttavia, non possono non tenere banco le voci rimbalzate in questi ultimi giorni circa diverbi avvenuti tra Mangone e i senatori dello spogliatoio granata, Zini e Lanna su tutti. Duri "faccia a faccia" che sarebbero avvenuti in presenza di tutta la squadra e non sarebbero andati giù né al capitano né tantomeno all'ex Chievo e Bologna. Ora, è vero che l'italiano è dietrologo di natura, ma non serviva certo Einstein domenica per capire che i giocatori in campo non hanno certo profuso il loro massimo impegno, come invece avveniva sovente sotto la gestione Dominissini. Anche allora ci sono stati tempi bui, ma è stato proprio in quelle circostanze che si è fatto quadrato remando tutti nella stessa direzione per centrare l'obiettivo finale, i play-off. Qui, invece, pare evidente che al momento della bisogna si remi un po' dove tira il vento. Sempre che i remi non si siano già stati tirati in barca.
Alessio Fontanesi - reggionline
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