Trenkwalder: Per la prima volta da diverso tempo si è scelto di puntare sulla continuità

- La Gazzetta di Reggio -
13/09/2011 11:37 - L'ordine di scuderia in casa Pallacanestro Reggiana è perentorio: profilo basso. Eppure questa estate insolitamente tranquilla potrebbe rivelarsi come una delle migliori per la dirigenza biancorossa. Anche ala luce della prima amichevole ufficiale della nuova stagione, disputata domenica pomeriggio a Castelnovo Monti con la Giorgio Tesi Group Pistoia. Continuità. Per la prima volta da diverso tempo si è scelto di puntare sulla continuità, senza affidarsi ad "irrinunciabili occasioni" (vedi il caso Fultz, giocatore poco gradito al coach Franco Mar-cellettie "regalatogli-imposto-gli" dalla società) o al talento dei singoli (gli esempi di Beck e Flores su tutti) da inserire in "qualche modo" all'interno di un gruppo. Il fulcro costituito da Robinson, Slanina, Valenti e Chiacig è stato la pietra angolare su cui si è costruito il resto della squadra. Un'azione tesa ad "aggiungere" e a "completare", non a riplasmare daccapo; un gesto di fiducia che premia non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli umani ed emotivi di un gruppo di giocatori che lo scorso anno, dopo mille traversie, si è unito in un sodalizio che trascende il dovere professionale, ma che ha a che fare con una cosa che non si allena, non si compra, e non si costruisce, ossia il "cuore". La forza del gruppo. La vera grande eredità della passata stagione sta proprio in questo, nella forza del gruppo. Quello che non era stato fatto (colpevolmente) con Ramagli è toccato quest'anno a Menetti, uomo di fiducia della società, certo, ma soprattutto un allenatore dalle grandi doti umane, capace di stringere con i giocatori un rapporto che va al di là del terreno strettamente professionale. I risultati, non ufficiali e ufficiosi di queste prime gare estive sono lì a testimoniare che questa squadra sembra decisamente più avanti di tante altre avversarie, forse più talentuose e con prospettive più importanti, sia sul piano fisico che tecnico. I ruoli sono ben definiti, i compiti spartiti tra i giocatori senza gelosie o rancori di sorta. Tutti si sentono parte di un progetto, ma soprattutto di un gruppo. La Trenkwalder è già una squadra. Giovani e nuovi arrivati. La gara con Pistoia, al di là della netta vittoria, "viziata" da un parziale troppo "bello per essere vero", ha mostrato soprattutto un gruppo unito, disposto a piegarsi sulle gambe e ad aggredire in fase di non possesso, da Robinson a Taylor, passando per i nuovi e i giovani. L'ottima prova di Viglianisi, ma anche i buoni minuti di Cervi e Germani sono lì a dimostrare che questi ragazzi non sono qui solo per occupare posti in panchina. I giovani sono qui per giocare, e tutti, dal tecnico agli americani vogliono fidarsi di loro. Taylor e Viglianisi nel finale sembravano due vecchi amici che si divertivano al Campetto passandosi la palla con assoluta naturalezza e tradendo un'intesa non comune. Piano con le elegie però: questa squadra non è qui per spaccare il campionato, finire i nlavoff con zero sconfitte e non è il caso di prenotare la parata in via Emilia. Quello che si vuole sottolineare è che lo spirito del gruppo della salvezza non è stato smarrito nella festa dopo la gara con Veroli e che questi ragazzi possono offrire ai tifosi uno spettacolo ben più edificante di una schiacciata o un canestro di bellezza rara; questa è una squadra, una squadra vera.
Daniele Valisena - gazzettadireggio

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