«Caro Viareggio, domenica io tiferò per la Reggiana»

Se si dovesse scegliere l'allenatore simbolo dei 92 anni della Reggiana, ci sarebbero pochi dubbi sul prescelto.
Pippo Marchioro, classe '36, ha portato i granata dalla serie C alla A, conquistando la promozione nella serie cadetta ('88-89) e successivamente quella nella massima serie ('92-93).
Marchioro adesso vive a Camaiore, a 15 chilometri da Viareggio, e domenica sarà allo stadio per vedere i suoi granata e anche se vive in Toscana, quando c’è la Reggiana per lui è sempre una giornata speciale.
«Credo proprio che ci sarò - conferma l'allenatore - perché quest'anno non ho mai visto il Viareggio ma l'anno scorso, col fatto che l'allenava Scienza, l'ho seguito in tutte le partite casalinghe. Senza contare che uno dei due presidenti della società, Enzo Giannecchini, è un imprenditore edile, ha costruito la mia villa e siamo diventati amici, insomma: ho simpatia per il Viareggio».
Domenica per chi tiferà?
«Mi dispiace per Enzo, ma si sa già per chi tiferò».
Che tipo di squadra è il Viareggio?
«Rispetto all'anno scorso sono rimasti otto-nove undicesimi, si tratta di una squadra giovane, che sa correre come tutte le squadre di giovani. Difficile reggere il loro ritmo, naturalmente hanno dei difetti: prima di tutto l'inesperienza, e poi il fatto che per segnare devono sudare sette camicie».
Pensa che la Reggiana verrà aggredita?
«Il Viareggio ama fare possesso palla, ma non andrà a fare l'arrembaggio: sanno fare entrambe le fasi, insomma».
Ha avuto modo di vedere i granata?
«Onestamente no, almeno nell'ultimo periodo. Ho amici in città che sento spesso per telefono, e mi aggiornano sulle novità».
Saprà che De Falco è il nuovo direttore sportivo.
«Certamente, è una spinta in più per andare a vedere la Reggiana: la telefonata in cui mi ha detto che era a Reggio mi ha riempito di gioia».
Gli ha dato qualche consiglio?
«Io non do consigli, non mi piace: e poi Totò non ne ha bisogno, ha grande esperienza e conosce bene i giovani dei vari vivai, un requisito che adesso è indispensabile per fare il diesse».
Il fulcro del progetto Reggia na è il settore giovanile. Scelta inevitabile?
«Penso proprio di sì, il futuro è questo. A me però non piace l'obbligatorietà dei giovani, dovrebbe essere naturale puntare sui giocatori emergenti. Il discorso naturalmente è difficile, perché ci sono poche società che hanno un buon vivaio».
La Reggiana è in serie C da 15 anni. Che effetto le fa?
«Il primo pensiero è che Reggio, come città - conclude Marchioro - merita qualcosa in più».

Fabio Varini - gazzettadireggio

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