La Trenkwalder ha effettuato il sorpasso, ha salutato gli avversari ed è volata via, riconquistando il primato solitario in vetta alla Legadue di basket
Ha avuto paura, la Trenkwalder. Ha tremato per 35 minuti. Ha rincorso, disperatamente e testardamente, una partita che scappava via e che sembrava irraggiungibile e inafferrabile. Ha pasticciato. Si è complicata la vita. Ha faticato e sbuffato. Ha sofferto. Ha temuto di non farcela più. Poi, quando si è arrivati lì, sul rettilineo finale, a un passo o poco più dal traguardo, la squadra reggiana ha cambiato marcia. E la Morpho Piacenza, che per 35 minuti ha comandato il match, si è spenta dimostrando di essere rimasta senza benzina nel motore. E così la Trenkwalder ha effettuato il sorpasso, ha salutato gli avversari ed è volata via, riconquistando il primato solitario in vetta alla Legadue di basket avendo disputato, per di più, una partita in meno degli avversari.
Tutto è bene, insomma, quel che finisce bene, ma quest’anno quasi mai la compagine di Menetti aveva sofferto così tanto. Sarà stato anche l’insolito orario di gioco (la palla a due è stata a mezzoggiorno per esigenze televisive), ma i biancorossi sono partiti male e dopo aver ottenuto un effimero vantaggio (13-11) sono sprofondati dentro un letargo che sembrava potesse essere fatale. La Morpho, infatti, prendeva in mano le redini del match e lo conduceva verso le strade a lei più congeniali, piazzando un break di 12-0 e fuggendo via sul 13-23. Da quel momento per la Trenkwalder iniziava un match pieno di sofferenza. In cui i reggiani dovevano costantemente risalire la corrente. Il palasport reggiano si illudeva quando la sfida tornava in parità (27-27). Piacenza reagiva rabbiosamente e tornava in fuga sul 29-37 con la Trenkwalder che ricominciava a tessere la sua tela per chiudere lo strappo. Si andava avanti così, tra break e controbreak fino al 35° quando il punteggio, sul tabellone, era di 61-65 per gli ospiti.
A quel punto la Trenkwalder, presa per mano dal bravissimo Ruini e dai rigenerati Robinson, Taylor e Filloy, alzava il proprio livello di gioco e la Morpho dimostrava di non avere più energie. Il parziale degli ultimi 300 secondi di gioco è una fotografia esatta di quanto visto sul parquet: 16-5 per la Trenkwalder che, così, dava vita alla sua fuga per la vittoria dopo aver sofferto, tremato e faticato enormemente per tutta la partita. In ogni caso la favola biancorossa può continuare.
Trenkwalder 77
Morpho Piacenza 70
TRENKWALDER: Robinson 21 (6/8, 1/3), Taylor 20 (7/9, 1/5), Filloy 15 (3/8, 3/5), Slanina 5 (1/4, 1/4), Chiacig 2 (1/6); Pini 3 (0/1, 1/1), Cervi (0/2), Ruini 11 (0/1, 3/4), Frassineti (0/1 da 3). N.E. Viglianisi, Veccia e Germani. All. Menetti
MORPHO PIACENZA: Harrison 6 (3/7, 0/5), Simoncelli 17 (1/4, 5/5) Voskuil 5 (2/7, 0/9), Anderson 17 (6/13, 0/1), Amoroso 6 (3/3); Infante 9 (2/2, 1/5), Scarone 5 (1/1, 1/3), Perego 2, Casella 3 (1/2 da 3). N.E. De Nicolao, Varrone e Mori. All. Corbani
Arbitri: Mazzoni, Di Gianbattista e Ciaglia
NOTE - Parziali tempi: 13-23, 40-42, 57-59. Tiri liberi: Trenkwalder 11/12, Morpho 10/16. Antisportivo a Taylor al 22’19 (43-47). Rimbalzi: 40-39 per Piacenza. Spettatori 2756 per 25396 euro
Daniele Barilli - ilrestodelcarlino.it
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