Frosini tranquillizza la Trenkwalder: "E' stato un crollo psicologico ma ora siamo arrabbiati e vinceremo anche in trasferta"
- La Gazzetta di Reggio -
22/03/2012
- di Mauro Grasselli
REGGIO
22/03/2012
- di Mauro Grasselli
REGGIO
Cos'è successo nell'ultimo quarto a Pistoia? «Partiamo ancora prima - risponde Alessandro Frosini, diesse della Trenkwalder -. All'inizio del terzo quarto abbiamo fatto capire ai nostri avversari che eravamo scesi in campo molli, non concentrati come nei primi due quarti, quando la squadra ha fatto vedere un'ottima pallacanestro, forse la migliore del campionato, con tutti i giocatori coinvolti, pronti a passarsi la palla, a difendere e a buttarsi per terra». Poi però... «Purtroppo nel 3° quarto siamo stati inguardabili. E' difficile valutare una partita così, come è difficile capire perché la situazione si è venuta a creare, errori su errori, a livello difensivo e di scelte. Questo ha tolto completamente la fiducia e ha logorato la squadra, finché Pistoia è arrivata a +1. A quel punto abbiamo avuto il tracollo generale. Eppure da mesi stiamo lavorando bene e abbiamo un campionato ancora tutto da giocare e vincere. Noi stessi non abbiamo ancora capito perché è successa una cosa del genere. Ci scusiamo con tutti quelli che hanno visto la partita. E' stata una bella cavo-lata. Ma vogliamo continuare a giocarci tutte le nostre chances in campionato». Un crollo psicologico, vero? «Sicuramente. Se facciamo vedere cose fatte bene fino all'intervallo, perché non dobbiamo ripeterle anche dopo? Non abbiamo cambiato niente dal punto divista tecnico-tattico, ma sono arrivati gli errori. Un problema di concentrazione: come se non fossimo noi. Un virus che ci ha contagiati uno dopo l'altro, e siamo usciti tutti dalla partita. Ma ho ancora fiducia nella squadra e in ciò che sta facendo. Certo, sta a noi dimostrare di avere gli attributi andando a vincere, domenica prossima, su un campo non facile, visto che Sant'Antimo si gioca la salvezza. In settimana dovremo buttare giù il boccone amaro e allenarci bene». Com'era andata la preparazione, la settimana scorsa? «Un po' come la partita: abbiamo avuto un sacco di pro-blemini fisici (Slanina, Cervi...) che alla lunga ti rallentano. Abbiamo fatto due-tré giorni buoni, poi altri giorni meno buoni, venerdì è stato un giorno terribile a livello di concentrazione. Credo sia una questione mentale. Stiamo facendo di tutto per migliorare questa situazione». Si ricorda tre soli punti in un quarto, in carriera, come quelli segnati nell'ultima frazione a Pistoia? «Tre no. Qualcuno in più sì. Ma 28-3 o 28-7 cambiava poco. Ricordo un derby d'Eurolega vinto nonostante fossimo sotto di 23 grazie a un parziale di 29 a 4 o 5 punti. Sono cose rare, ma possono succedere. E' il bello e il brutto della pallacanestro. Ricordo anche una vittoria di Biella che a l'47" era sotto di 11. Anche noi con Brindisi la domenica precedente eravamo sotto di 13 e abbiamo vinto». Poi a Pistoia ci si è messa anche la squadra di casa, sospinta dal pubblico. «Ah, certo. Quando tu perdi fiducia, magari gli avversari la prendono. Sono cose che possono cambiare le partite». Certo che la Trenkwalder in trasferta non va benissimo. «In trasferta abbiamo sempre avuto momenti di flessione, ma quasi sempre siamo stati bravi a ripartire. A Pistoia no. Dobbiamo sbloccarci, anche perché, se vogliamo provare a vincere il campionato, bisogna fare punti anche in trasferta». Ora come sta la squadra dal punto di vista fisico? «Sono tutti presenti all'allenamento. Anche Pini, che domenica a pranzo ha avuto un attacco gastrointestinale e non ha potuto giocare». E il morale della squadra? «C'è molta arrabbiatura. I ragazzi hanno capito di aver fatto una partita a due facce. Loro stessi fanno fatica a spiegare perché. Abbiamo rivisto la partita: veramente pochissimi errori nei primi due quarti. Poi una raffica di errori. Allo stesso modo, Pistoia nel primo tem- po non aveva fatto vedere chissà cosa». Anzi. Errori a raffica. Poi... «Poi il nostro ingresso soft nel terzo quarto». A fine gara che vi siete detti nello spogliatoio? «Niente di traumatico o eclatante. Anzi, sono venute fuori cose positive, come il concetto che non possiamo buttar via tutto il lavoro fatto finora»
Commenti