Trenkwalder capolista: Ostuni battuta 91-74
Mancavano solo cinque partite al termine del campionato, per la Trenk: una in più dei diretti avversari per la promozione. Normale avvertire una certa tensione era normale, e Ostuni lotta per mantenersi lontana dalla zona retrocessione: logico, dunque, attendersi un match tirato. “Da ora in avanti scordiamoci la classifica: non ci sono prime, ultime, squadre che si devono salvare o che devono andare ai play-off – aveva detto Menetti- Da qui in avanti conta solo fare un punto più dell'avversario, contro qualunque avversario".
Ma che fatica, che sofferenza, che ansia. La Trenkwalder è scappata e si è fatta riprendere con costanza durante tutto il match, come un pallone in fuga nel mare e sospinto nuovamente a riva. Arriva a +15, si distrae e finisce sotto di 1 a otto minuti dalla fine. Poi, all’improvviso, Slanina sospinge i suoi verso il trionfo, con un annichilente parziale di 25-5. I soliti cali della Trenk, si dirà. Certo, ma a questo punto della stagione sono un rischio che non si può più correre. Comunque sia, conta il risultato: 91-74, e i biancorossi da soli in testa alla classifica.
La Trenk parte a razzo, determinata e concentrata: Taylor è in grande spolvero, Cervi piazza due stoppate in meno di due minuti. In pochi secondi Reggio Emilia piazza un 6-0, ma viene raggiunta ancora più rapidamente. Due bombe di Frassineti e Taylor riportano avanti i biancorossi, ma non basta: Ostuni resta aggrappata alla partita con la disperazione di chi sa che deve vincere a tutti i costi e, complice qualche distrazione di troppo della Trenkwalder, si avvicina fino a quota -3. Il primo quarto termina 19-16, e al rientro in campo la musica non cambia: squadre chiuse a riccio in difesa e imprecise in attacco. Per più di due minuti, nessuno vede il canestro: ma basta che Ostuni allenti leggermente le maglie perché la Trenkwalder scappi nuovamente in avanti con un altro parziale di 8-1, fino al +10 (27-17).
Una manata rabbiosa e la fuga di Klobucar risvegliano i gialloblu, proprio mentre la Trenk ricade nel solito vizio di considerarsi già arrivata a destinazione: non appena i biancorossi sentono il fiato degli avversari sul collo, però, si ricordano di essere nettamente più forti. Una strepitosa combinazione Ruini-Taylor incendia il PalaBigi, e di nuovo Ruini, a tre secondi dalla fine del secondo quarto, infila una tripla che vale il +8 e il 39-31 sul quale le squadre tornano negli spogliatoi.
Al rientro, Menetti decide di tenere in panchina Cervi, già gravato da tre falli: al suo posto c’è Chiacig. Non è l’unico cambiamento: i biancorossi riescono a far girare meglio la palla e, con gli avversari già in difficoltà, conquistano il massimo vantaggio sul 43-31, ribadito poi dal successivo 52-37 ottenuto grazie a un Robinson che taglia il campo, inarrestabile, come una saetta. Peccato che poi lo stesso numero 5 biancorosso rovini il suo momento di grazia con due falli nel giro di un minuto, e che Jurevicus trovi un canestro impossibile dai 9 metri allo scadere del tempo utile. Il resto lo fanno una direzione di gara non proprio ineccepibile (raro vedere Menetti protestare apertamente contro la terna arbitrale come ha fatto stasera), qualche ingenuità di Taylor e l’aggressività di Klobucar: come un incubo ricorrente, Ostuni si rifà sotto fino a -6 (52-46). Quasi per tornare a bilanciare i conti, gli arbitri puniscono anche i gialloblu: dopo le accese proteste di Berti, coach Marcelletti interviene per calmare gli animi ma finisce per perdere la testa e, per tutta risposta, ne ricava un’espulsione. Non certo il finale di partita che l’ex allenatore biancorosso si sarebbe aspettato. A quel punto Slanina, con la freddezza del killer, indovina 4 liberi consecutivi e regala nuovo ossigeno alla squadra. Ma non è ancora il momento del ko: troppe palle perse per eccesso di foga, troppa ansia di strafare, soprattutto per un Taylor che si è spento col passare dei minuti. Solo una bomba di Antonutti tiene a distanza di sicurezza Ostuni, ma il vantaggio è di soli 7 punti: di fatto, una partita già in cassaforte è ancora tutta da conquistare, quando mancano solo 10 minuti al termine.
Al ritorno in campo, va anche peggio: l’ex delle giovanili biancorosse Carenza azzecca la bomba e porta Ostuni a -2, fino a quando Klobucar porta in vantaggio i suoi per la prima volta nel match (61-62). E’ solo allora che Taylor torna a giocare come sa: un suo tiro all’ultimo secondo e la bomba di Slanina fanno esplodere via Guasco. Solo con i nervi d’acciaio che si ritrovano, i biancorossi infilano un parziale di 25-5: la bomba di Robinson, la stoppata di Cervi, uno Slanina superlativo dai 6,75. Robinson e Slanina non più dalla lunetta, e in un attimo si arriva a un +19 davvero inatteso (86-67).
Ostuni è frastornata, travolta, impotente: finisce 91-74. Per una sera, la Trenkwalder è da sola in testa al campionato, e resta a guardare le altre. Festeggiando lo scampato pericolo.
Il tabellino
TRENKWALDER REGGIO EMILIA: Robinson 19, Viglianisi, Taylor 24, Antonutti 7, Frassineti 10, Pini, Filloy 9, Slanina 15, Cervi 4, Veccia, Chiacig , Ruini 3
Allenatore: Menetti.
DOMOTECNICA OSTUNI: Sirakov, Klobucar 19, Jurevicus 18, Diliegro 3, Basei 2, Margio, Rinaldi 4, Carenza 5, Rossetti 4, Johnson 16, Berti 3
Allenatore: Marcelletti
Parziali: 19-16; 39-31; 61-54.
La classifica
Reggio Emilia 34; Pistoia, Brindisi, Scafati 32; Barcellona 28; Brescia, Jesi 24; Veroli, Verona 22; Piacenza, Ostuni 20; Imola 18; Sant'Antimo, Bologna 16; Forlì 14
Daniele Paletta - reggionline.com
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