Facci piangere di gioia, Trenkwalder. Facci piangere, accidenti...
Daniele Barilli
PREPARATE le lacrime. Sistematele lì, in un cassettino vicino al cuore. E portatele con voi, questa sera, mentre arriverete in via Guasco. Preparate le lacrime, perché potrebbero venirvi utili. Alla fine della giornata più lunga del basket reggiano, una lacrimuccia piena di felicità potrebbe scappare a tutti. E se il sogno diventerà realtà, la Trenkwalder rientrerà nel paradiso dei canestri a testa alta. Dopo aver vissuto 5 anni in purgatorio non solo per colpe sue, ma dovendo pagare un conto salatissimo per vicende allucinanti come il caso-Lorbek o quella, ancor più recente, del mancato ripescaggio estivo. Ingiustizie evidenti, torti palesi, prese per i fondelli: tutto quello che è successo in queste lunghe stagioni, in cui nel cielo biancorosso non è quasi mai spuntato il sole, avrebbe travolto tante società e altrettante città. Reggio no. Reggio è stata bravissima.
HA TRASFORMATO in energia positiva tutta la rabbia e l’amarezza. Ha sofferto, faticato, rischiato. Ha viaggiato per alcuni anni sull’orlo del baratro, riuscendo a non cadere. Ha avuto l’appoggio di una tifoseria che non ha mai abbandonato la squadra, neppure nei momenti più difficili, dando a tutti la forza per uscire dai tunnel più scuri e pericolosi. Ora tutta Reggio è lì, ad un centimetro, forse meno, dal suo sogno. Bisogna solo fare un piccolo passo avanti. E prendere in mano quel sogno. E il proprio destino. Bisogna spazzare via paure, ansie, tensioni. Bisogna costruire l’ultima, piccola, impresa. Battere Imola. Vincere la 20ª gara stagionale. Mantenere l’imbattibilità casalinga (in realtà si potrebbe esultare anche in caso di sconfitta di Scafati a Brescia, ma la festa sarebbe meno bella...). A quel punto ci si potrà tuffare nel lago della felicità. E sarebbe un tuffo meritato. Meritatissimo.
SE LO MERITEREBBE, questo tuffo, la squadra. Un gruppo straordinario, unito e coeso, ben plasmato da Menetti. Sono stati eccezionali, questi ragazzi. Hanno scalato montagne altissime. Hanno vinto partite che sembravano già perse. Hanno superato momenti difficili. Hanno dimostrato carattere e cuore. Ed è quello che dovranno fare anche oggi. L’ultimo sforzo. Quello più difficile. Ma Robinson e soci hanno le qualità per farcela.
Se lo meriterebbe, questo tuffo, la società. Negli ultimi campionati erano sono stati compiuti tanti errori, anche macroscopici. Sono state lezioni utili e quest’anno la dirigenza biancorossa è stata perfetta. Non ha sbagliato una mossa.
SE LO MERITEREBBE, questo tuffo, la tifoseria. Dopo un campionato terribile come quello dell’ultima stagione, in tanti avrebbero voltato le spalle alla Pallacanestro Reggiana. E invece, come attirati dal pifferaio magico dei canestri, in estate sono stati più di 2.000 i tifosi che hanno sottoscritto l’abbonamento. E’ stato il primo messaggio forte, fortissimo, alla squadra. Per la serie: «Noi ci crediamo». Questa stagione straordinaria, probabilmente, è cominciata proprio lì. Non a caso oggi il palasport sarà stra-esaurito e lo sarebbe stato anche con 5.000 posti di capienza...
Se lo meriterebbe, questo tuffo, la città. Perché potrebbe essere una violenta scossa di adrenalina. La riscoperta che a Reggio si può tornare in serie A non solo nel basket ma in tanti altri ambiti sociali, imprenditoriali e civili.
CE LO MERITEREMMO tutti, insomma, quel tuffo nel lago della felicità. E allora, oggi, mentre vi dirigerete al palasport, o vi siederete davanti alla TV per assistere alla partita, preparate le lacrime in un cassettino vicino al cuore, pronti a tirarle fuori. E chissà che mentre la partita scorrerà davanti a voi, non cominciate a pensare: «Facci piangere di gioia, Trenkwalder. Facci piangere, accidenti...».
HA TRASFORMATO in energia positiva tutta la rabbia e l’amarezza. Ha sofferto, faticato, rischiato. Ha viaggiato per alcuni anni sull’orlo del baratro, riuscendo a non cadere. Ha avuto l’appoggio di una tifoseria che non ha mai abbandonato la squadra, neppure nei momenti più difficili, dando a tutti la forza per uscire dai tunnel più scuri e pericolosi. Ora tutta Reggio è lì, ad un centimetro, forse meno, dal suo sogno. Bisogna solo fare un piccolo passo avanti. E prendere in mano quel sogno. E il proprio destino. Bisogna spazzare via paure, ansie, tensioni. Bisogna costruire l’ultima, piccola, impresa. Battere Imola. Vincere la 20ª gara stagionale. Mantenere l’imbattibilità casalinga (in realtà si potrebbe esultare anche in caso di sconfitta di Scafati a Brescia, ma la festa sarebbe meno bella...). A quel punto ci si potrà tuffare nel lago della felicità. E sarebbe un tuffo meritato. Meritatissimo.
SE LO MERITEREBBE, questo tuffo, la squadra. Un gruppo straordinario, unito e coeso, ben plasmato da Menetti. Sono stati eccezionali, questi ragazzi. Hanno scalato montagne altissime. Hanno vinto partite che sembravano già perse. Hanno superato momenti difficili. Hanno dimostrato carattere e cuore. Ed è quello che dovranno fare anche oggi. L’ultimo sforzo. Quello più difficile. Ma Robinson e soci hanno le qualità per farcela.
Se lo meriterebbe, questo tuffo, la società. Negli ultimi campionati erano sono stati compiuti tanti errori, anche macroscopici. Sono state lezioni utili e quest’anno la dirigenza biancorossa è stata perfetta. Non ha sbagliato una mossa.
SE LO MERITEREBBE, questo tuffo, la tifoseria. Dopo un campionato terribile come quello dell’ultima stagione, in tanti avrebbero voltato le spalle alla Pallacanestro Reggiana. E invece, come attirati dal pifferaio magico dei canestri, in estate sono stati più di 2.000 i tifosi che hanno sottoscritto l’abbonamento. E’ stato il primo messaggio forte, fortissimo, alla squadra. Per la serie: «Noi ci crediamo». Questa stagione straordinaria, probabilmente, è cominciata proprio lì. Non a caso oggi il palasport sarà stra-esaurito e lo sarebbe stato anche con 5.000 posti di capienza...
Se lo meriterebbe, questo tuffo, la città. Perché potrebbe essere una violenta scossa di adrenalina. La riscoperta che a Reggio si può tornare in serie A non solo nel basket ma in tanti altri ambiti sociali, imprenditoriali e civili.
CE LO MERITEREMMO tutti, insomma, quel tuffo nel lago della felicità. E allora, oggi, mentre vi dirigerete al palasport, o vi siederete davanti alla TV per assistere alla partita, preparate le lacrime in un cassettino vicino al cuore, pronti a tirarle fuori. E chissà che mentre la partita scorrerà davanti a voi, non cominciate a pensare: «Facci piangere di gioia, Trenkwalder. Facci piangere, accidenti...».
ilrestodelcarlino
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